fonte www.ilmanifesto.it
Il
presidente della regione Lombardia sarebbe indagato nell'inchiesta sui
70 milioni di euro che il polo privato della sanità Fondazione Maugeri
avrebbe pagato a Pierangelo Daccò. Ma durante una conferenza stampa
Formigoni nega che ci sia un'indagine in corso. Poi annuncia la querela
alla Pravda-Repubblica e all'Izvestia-Il Fatto.
Il presidente della Regione Lombardia,
Roberto Formigoni, sarebbe indagato nell'inchiesta della Procura di
Milano sui 70 milioni di euro che il polo privato della sanità
Fondazione Maugeri avrebbe pagato negli anni al consulente-mediatore
Pierangelo Daccò. Lo riporta il Corriere della sera online.
Le ipotesi di reato, secondo quanto rende
noto il quotidiano, sono corruzione per la somma dei benefit ricevuti da
Dacco' e finanziamento illecito per oltre mezzo milione di euro
relativi alle elezioni regionali 2010. Dalla Procura di Milano non
arriva nessuna conferma sull'iscrizione nel registro degli indagati.
Secondo quanto scrive il Corriere,
nell'articolo firmato da Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella,
l'illecito finanziamento elettorale di oltre mezzo milione di euro nel
2010, ipotesi di reato per cui sarebbe indagato Formigoni, sarebbe
arrivato da un'azienda sanitaria privata. La corruzione, invece,
riguarderebbe, spiega il quotidiano, "molteplici benefit di ingente
valore patrimoniale messi a disposizione del governatore lombardo dal
mediatore Pierangelo Daccò", in carcere dallo scorso 15 novembre.
LA REPLICA DI FORMIGONI
Roberto Formigoni ha ribadito di "non aver
mai fatto favori" a Pierangelo Dacco' e sostenuto di aver detto "sempre,
dall'inizio, la verità" sulle vacanze trascorse col mediatore. "Sono
stato ospite su una barca che ritenevo fosse di Simone", ha detto il
presidente della Regione Lombardia, con riferimento al suo ex assessore,
in carcere per l'inchiesta sulla Fondazione Maugeri. "Ho fatto due
vacanze ai Caraibi pagandole di tasca mia", ha aggiunto. Daccò non ha
avuto "nessun favore dal rapporto con me", ha insistito il governatore,
ribadendo quello che sostiene da mesi, cioè che "non un solo euro di
denaro pubblico è stato disperso".
''Se anche mi arrivasse un avviso di garanzia
- aggiunge Formigoni - dopo anni di ritardo raggiungerei lo status di
alcuni miei colleghi presidenti di Regione che sono sottoposti a
indagini da tempo e che giustamente non si sono dimessi. Anzi, c'è un
grande sindaco del Sud che è sotto processo a Roma per reati gravi e io
sono convinto dell'innocenza di questi miei colleghi. Per questo fanno
bene a non dimettersi, perché una informazione di garanzia è fatta a
tutela della persona indagata. Poi deve essere la magistratura
giudicante, e solo quella, a stabilire se c'è una colpa''.
Roberto Formigoni
ha annunciato di aver presentato in Procura un'istanza contro
'Repubblica' e 'Il Fatto quotidiano' e diversi giornalisti delle due
testate, autori di articoli sull'inchiesta riguardo la Fondazione
Maugeri e il ruolo del mediatore Pierangelo Daccò. Il presidente della
Regione Lombardia, che e' tornato a chiamare 'Pravda' la 'Repubblica', e
ha definito 'Izvestia' 'Il Fatto' in conferenza stampa (con riferimento
ai due giornali dell'epoca sovietica), contesta ai giornalisti di aver
pubblicato "stralci di virgolettati" di interrogatori.
Interrogatori oltretutto che sarebbero stati
secretati e, quindi "illegittimamente ottenuti". Nell'occasione, il
governatore chiede di essere messo a conoscenza degli interrogatori.
Inoltre, nella conferenza stampa, Formigoni ha sostenuto, con malizia,
che "sta girando da tempo un interrogatorio di Dacco' da cui manca la
prima e l'ultima pagina".
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