domenica 24 giugno 2012

Formigoni è indagato e attacca: "Falso. Non mi dimetto"

fonte www.ilmanifesto.it
 
Il presidente della regione Lombardia sarebbe indagato nell'inchiesta sui 70 milioni di euro che il polo privato della sanità Fondazione Maugeri avrebbe pagato a Pierangelo Daccò. Ma durante una conferenza stampa Formigoni nega che ci sia un'indagine in corso. Poi annuncia la querela alla Pravda-Repubblica e all'Izvestia-Il Fatto.

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, sarebbe indagato nell'inchiesta della Procura di Milano sui 70 milioni di euro che il polo privato della sanità Fondazione Maugeri avrebbe pagato negli anni al consulente-mediatore Pierangelo Daccò. Lo riporta il Corriere della sera online.
Le ipotesi di reato, secondo quanto rende noto il quotidiano, sono corruzione per la somma dei benefit ricevuti da Dacco' e finanziamento illecito per oltre mezzo milione di euro relativi alle elezioni regionali 2010. Dalla Procura di Milano non arriva nessuna conferma sull'iscrizione nel registro degli indagati.
Secondo quanto scrive il Corriere, nell'articolo firmato da Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella, l'illecito finanziamento elettorale di oltre mezzo milione di euro nel 2010, ipotesi di reato per cui sarebbe indagato Formigoni, sarebbe arrivato da un'azienda sanitaria privata. La corruzione, invece, riguarderebbe, spiega il quotidiano, "molteplici benefit di ingente valore patrimoniale messi a disposizione del governatore lombardo dal mediatore Pierangelo Daccò", in carcere dallo scorso 15 novembre.
LA REPLICA DI FORMIGONI
 
Roberto Formigoni ha ribadito di "non aver mai fatto favori" a Pierangelo Dacco' e sostenuto di aver detto "sempre, dall'inizio, la verità" sulle vacanze trascorse col mediatore. "Sono stato ospite su una barca che ritenevo fosse di Simone", ha detto il presidente della Regione Lombardia, con riferimento al suo ex assessore, in carcere per l'inchiesta sulla Fondazione Maugeri. "Ho fatto due vacanze ai Caraibi pagandole di tasca mia", ha aggiunto. Daccò non ha avuto "nessun favore dal rapporto con me", ha insistito il governatore, ribadendo quello che sostiene da mesi, cioè che "non un solo euro di denaro pubblico è stato disperso".
''Se anche mi arrivasse un avviso di garanzia - aggiunge Formigoni - dopo anni di ritardo raggiungerei lo status di alcuni miei colleghi presidenti di Regione che sono sottoposti a indagini da tempo e che giustamente non si sono dimessi. Anzi, c'è un grande sindaco del Sud che è sotto processo a Roma per reati gravi e io sono convinto dell'innocenza di questi miei colleghi. Per questo fanno bene a non dimettersi, perché una informazione di garanzia è fatta a tutela della persona indagata. Poi deve essere la magistratura giudicante, e solo quella, a stabilire se c'è una colpa''.
Roberto Formigoni ha annunciato di aver presentato in Procura un'istanza contro 'Repubblica' e 'Il Fatto quotidiano' e diversi giornalisti delle due testate, autori di articoli sull'inchiesta riguardo la Fondazione Maugeri e il ruolo del mediatore Pierangelo Daccò. Il presidente della Regione Lombardia, che e' tornato a chiamare 'Pravda' la 'Repubblica', e ha definito 'Izvestia' 'Il Fatto' in conferenza stampa (con riferimento ai due giornali dell'epoca sovietica), contesta ai giornalisti di aver pubblicato "stralci di virgolettati" di interrogatori.
Interrogatori oltretutto che sarebbero stati secretati e, quindi "illegittimamente ottenuti". Nell'occasione, il governatore chiede di essere messo a conoscenza degli interrogatori. Inoltre, nella conferenza stampa, Formigoni ha sostenuto, con malizia, che "sta girando da tempo un interrogatorio di Dacco' da cui manca la prima e l'ultima pagina".

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