Già nei giorni scorsi abbiamo sentito parlare diequiparazione tra licenziamenti privati elicenziamenti nel pubblico impiego e la polemica ha anticipato di poco la notizia che circa 276mila dipendenti sono a rischio esubero.
Sono in arrivo i primi licenziamenti per i dipendenti statali introdotti dalla presidenza del Consiglio e dal CDM lo scorso 15 giugno.
In tale data si è deciso di optare per un taglio degli organici della presidenza del Consiglio e del ministero dell’Economia per un totale del 20% dei dirigenti e del 10% del personale e con la possibilità che le sedi decentrate con meno di 30 addetti o che si trovano in Province con meno di 300 mila abitanti siano soppresse. I costi della politica lievitano in altri settori ma i nostri leader preferiscono continuare a tagliare ancora posti di lavoro di povera gente (e non parlo dei manager!) e, addirittura, sembra che il taglio possa essere effettuato anche ad altri ministeri e comparti.
I licenziamenti avverrano in base alla legge Brunetta che prevede prima l’ammortizzatore sociale, (l’80% della retribuzione per 24 mesi) e poi il licenziamento se non si troverà una ricollocazione. In alternativa, è previsto il blocco della tredicesima per tre anni o un contributo di solidarietà
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