Alan Turing, per chi non lo conoscesse, è stato uno dei più grandi matematici del novecento, uno dei padri dell’informatica. Il suo fondamentale contributo, come critto-analista, permise alle forze alleate, di decodificare i messaggi in codice, scambiati tra le potenze nazi-fasciste durante la seconda guerra mondiale. In suo onore la Association for Computing Machinery (ACM) ha creato nel 1966 il Turing Award, massima riconoscenza nel campo dell’informatica, dei sistemi intelligenti e dell’intelligenza artificiale.
In cambio del suo enorme contributo alla scienza, ebbe una vita difficile, sfociata in una e vera e propria persecuzione, culminata con il suicidio.
Durante i primi anni di scuola ebbe grosse difficoltà, ottenendo il diploma a stento, a causa dei professori della suo primo istituto che gli imposero studi classici, per i quali il giovane Turing aveva poca passione, in particolar modo per il latino e la religione.La sua genialità, tuttavia, non tardò certo ad emergere, all’università conseguì risultati straordinari che lo resero presto una celebrità, anche al di fuori del mondo accademico.
Al culmine della carriera fu arrestato per omosessualità (nell’inghilterra puritana dell’epoca essere omosessuali era un reato) e condotto in giudizio, dove a sua difesa disse semplicemente che “… non scorgeva niente di male nelle sue azioni…”.
La pena inflitta fu severissima: fu sottoposto alla castrazione chimica tramite la somministrazione di una massiccia dose di estrogeni, che lo resero impotente e gli causarono lo sviluppo del seno, creando numerosi scompensi in una mente brillante, quanto fragile. Due anni dopo l’arresto (durante i quali aveva continuato a lavorare alle stesse ricerch) Turing si suicidò ingerendo una mela avelenata con il cianuro, un modo particolarmente scenico di togliersi la vita, in linea con la sua personalità eccentrica.
A distanza di anni, perdura una leggenda metropolitana che vuole che la mela morsicata, simbolo della Apple sia proprio un riferimento a questo episodio (mancano tuttavia le conferme ufficiali).
In molti hanno interpretato la storia dello scienziato britannico come un vero e proprio delitto di stato, tanto che fu indetta una petizione, attraverso internet, per chiedere al ministro della giustizia inglese una grazia postuma, per riabilitare la sua memoria. Persino l’ex primo ministro inglese Gordon Brown ha riconosciuto che “Alan Turing fu oggetto di un terrificante trattamento omofobico“.
La camera dei Lord però non è stata dello stesso avviso, negando il perdono di stato adducendo come movitazione:
“un perdono postumo non è stato ritenuto opportuno poiché Alan Turing è stato condannato per ciò che a quel tempo era un reato”.
Nessuno vuole entrare nel merito delle sentenze del bigotto stato inglese, ma rimane l’impressione che il centesimo anniversario della nascita di uno dei piu grandi scienziati del secolo scorso, meriterebbe un trattamento diverso.
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