Pubblichiamo l'appello integrale con cui il sindaco di Napoli ha annunciato un'assemblea pubblica che si terrà nella Capitale per lanciare un progetto nazionale: “Per passare dalla notte all’alba della democrazia si devono alleare e coalizzare quelli che difendono ed attuano la Costituzione, soprattutto facendolo dal basso”. Poi assicura: “Non sarà il collage delle fotografie già viste e sconfitte”. E, nel testo, non menziona mai la parola sinistra.
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micromega Luigi De Magistris
È venuto il momento dell’unità delle forze che vogliono finalmente
attuare in pieno la Costituzione e, quindi, è giunta l’ora della
costruzione di un fronte popolare democratico.
È il periodo storico
giusto per realizzare un campo largo, senza confini politici
predeterminati, senza recinti tradizionali. Non è un quarto polo, non si
deve ricostruire il collage delle fotografie già viste e sconfitte.
È
il luogo questo in cui l’ingresso è vietato solo a mafiosi, corrotti,
corruttori, fascisti e razzisti.
Per il resto è vietato vietare. È un luogo includente e pieno di
passione politica, ma non è nemmeno, però, il minestrone della politica.
È un campo d’azione in cui si devono ritrovare e connettere quelli che
in questi anni con i fatti non hanno tradito e non certo quelli che sono
la causa della venuta di un periodo così buio della nostra Repubblica.
Per passare dalla notte all’alba della democrazia si devono alleare e
coalizzare quelli che difendono ed attuano la Costituzione, soprattutto
facendolo dal basso. Persone che ogni giorno sono in lotta per i
diritti, che lottano per la difesa dei territori dalle distruzioni
ambientali e dalle opere pubbliche dannose, che resistono contro le
organizzazioni criminali e contro le mafie di Stato.
La prima linea di questa grande coalizione civica popolare deve essere fatta da tutti quelli che con il pensiero e soprattutto con l’azione hanno dimostrato di essere contro il Sistema, contro le politiche liberiste, contro le oligarchie, contro le corruzioni e le mafie, contro la distruzione dei beni comuni.
Rivoluzione nel nostro Paese significa rottura del sistema ed affidabilità e capacità di governo. Questo serve ai lavoratori come ai disoccupati, agli studenti come agli imprenditori. Questo fa paura ai prenditori, alla casta, ai mafiosi.
La rivoluzione si fa nelle piazze, nei comizi, nei social, ma poi è
necessaria la funzione rivoluzionaria del diritto quando governi con
competenza e coraggio.
I rivoluzionari a chiacchiere e i traditori sono
linfa per il sistema.
Il diritto serve non solo e non tanto a
sanzionare, ma ad attuare i primi diritti, quelli scritti nella
Costituzione.
Il diritto è necessario per realizzare l’acqua pubblica;
il diritto serve per impedire gli sgomberi dei luoghi liberati e per
dare dignità giuridica ai luoghi dell’autogoverno; il diritto non deve
punire gli ultimi colpevoli di essere poveri, altrimenti è solo mera
legalità ma non è giustizia, ma serve per dare diritti a chi diritti non
ha. Il diritto insieme all’altra economia ha funzione servente per
l’emancipazione dei popoli. Il diritto è il più potente strumento di
trasformazione sociale se interpretato in maniera costituzionalmente
orientata e se si connette con le masse popolari.
In tanti luoghi si resiste e si realizzano laboratori in cui ci si
oppone al sistema. Ma è venuto davvero il momento di metterci insieme.
Napoli è, ad esempio, una grande roccaforte di resistenza e resilienza,
dove ci siamo opposti al sistema costruendo un’alternativa dal basso, ma
oggi avvertiamo l’esigenza di andare oltre i confini di una città senza
confini e passare al contrattacco e, per farlo, dobbiamo unire le
lotte. Per essere tutti più uniti e forti. Per organizzare una
coalizione solida che ha le sue fondamenta nella difesa e
nell’attuazione della Costituzione bisogna essere onesti, autonomi,
liberi, coraggiosi, innamorati, visionari, un po’ folli tanto da voler
combattere un sistema che ha impedito per 70 anni la piena attuazione
della Costituzione. Noi siamo imbattibili perché non abbiamo un prezzo e
non siamo in vendita.
L’alternativa è possibile, lo abbiamo dimostrato a Napoli, città
tra le più difficili al mondo da governare e lo abbiamo fatto senza
soldi attuando la rivoluzione culturale e del capitale umano che, oggi,
produce anche economia e lavoro non controllate dal sistema
politica/affari. La nostra alternativa è quella di vivere in una società
senza insopportabili disuguaglianze, senza mafie e corruzioni
dilaganti, dove prioritaria è la messa in sicurezza del nostro stupendo
Paese e dei suoi abitanti non mettendoli gli uni contro gli altri e
distruggendo le nostre terre, ma ripartendo dalla nostra potenza
culturale e dalle nostre capacità di costruire un mondo migliore.
Per la civiltà dell’amore contro le comunità dell’odio e del
rancore. Con la volontà possiamo arrivare dove oggi sembra impossibile.
Per costruire una coalizione pronta per ogni sfida per realizzare
libertà, uguaglianza, solidarietà e giustizia vi aspettiamo il 1
dicembre a Roma, alle ore 10, al teatro Italia, alla via Bari. Da qui si
parte uniti per un lungo viaggio per consolidare la resistenza e per
organizzare il contrattacco. Uniti per i Diritti, per la Giustizia, per
la Costituzione, per il Popolo.
(6 novembre 2018)
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