venerdì 30 novembre 2018

Mafia & Iltalia. Mafia, 30 arresti a Foggia: imponevano il pizzo e anche l'ingaggio di un calciatore al club

Colpiti clan Moretti-Pellegrino-Lanza e Sinesi-Francavilla. Il procuratore nazionale Antimafia, Cafiero De Raho: "Ai pochi coraggiosi imprenditori che hanno denunciato va tutto il nostro appoggio". 


repubblica.it
Mafia, 30 arresti a Foggia: imponevano il pizzo e anche l'ingaggio di un calciatore al clubColpo alla mafia foggiana da parte di polizia e carabinieri: da alcune ore è in corso un'operazione che vede impegnati oltre duecento uomini e che ha portato all'arresto di 30 esponenti di rilievo appartenenti a famiglie della criminalità organizzata della provincia. Le accuse ipotizzate dalla Dda di Bari che ha coordinato l'inchiesta, sono, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, tentato omicidio, estorsioni e armi.

Le misure sono scattate nei confronti di esponenti delle famiglie Moretti-Pellegrino-Lanza e Sinesi-Francavilla. L'inchiesta che ha portato agli arresti, sostengono inquirenti ed investigatori, è la più importante operazioni antimafia degli ultimi anni a Foggia.



 "Oggi le mafie non lavorano più da  sole ma con le altre mafie", soprattutto nel settore del traffico di droga, nel quale "fanno acquisti pro-quota e co-gestiscono gli affari". Lo ha detto il procuratore nazionale Antimafia, Cafiero De Raho, intervenendo a Bari alla conferenza stampa sui trenta arresti. La mafia foggiana, ha precisato De Raho, "replica il modello 'Ndranghetista", basato sul "legame strettissimo per il vincolo di sangue, affiliazioni, gerarchie e cassa comune. Ai pochi coraggiosi imprenditori che hanno denunciato va tutto il nostro appoggio e la nostra vicinanza".

Secondo gli investigatori i trenta indagati sarebbero i responsabili di tutti gli episodi di estorsione nei confronti di negozianti ed imprenditori a Foggia. Le indagini hanno riguardato il periodo compreso tra i primi mesi del 2017 fino ad oggi. Tra gli spunti investigativi che hanno portato agli arresti odierni alcuni particolari sarebbero emersi  nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Roberto Tizzano, il giovane 21enne ucciso a Foggia, all'interno del Bar H24, a ottobre 2016.

IL CALCIATORE. Dagli atti delle indagini emergono anche presunte pressioni che sarebbero state esercitate negli anni scorsi su dirigenti, ex dirigenti ed ex allenatore del Foggia Calcio per l'ingaggio di un calciatore foggiano. E tra gli indagati, è emerso anche, ci sarebbe il nome di Rodolfo Bruno, il pluripregiudicato foggiano ucciso lo scorso 15 novembre all'interno di un bar alla periferia di Foggia.

L'OMERTA.  "L'attività d'indagine ha evidenziato lo stato di omertà assoluta" che "si rileva anche dal dato numerico delle denunce, che dimostra chiaramente un limitatissimo apporto all'accertamento di reati commessi in danno di cittadini, imprenditori, operatori commerciali, rispetto alla elevatissima percentuale di ipotesi che vengono colte durante le attività tecniche e investigative in corso". Lo scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato all'arresto di 30 esponenti della mafia foggiana. "Che questi fatti-reato non siano denunciati - evidenzia il gip - è un'ulteriore conferma della totale soggezione di larghe fasce della popolazione, indotte a subire silenziosamente i torti e le angherie poste in essere da coloro che agiscono evocando l'appartenenza a questo determinato contesto criminale: la 'Società foggiana'"

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