Colpiti clan Moretti-Pellegrino-Lanza e Sinesi-Francavilla.
Il procuratore nazionale Antimafia, Cafiero De Raho: "Ai pochi
coraggiosi imprenditori che hanno denunciato va tutto il nostro
appoggio".
repubblica.it
Colpo alla mafia foggiana da parte di
polizia e carabinieri: da alcune ore è in corso un'operazione che vede
impegnati oltre duecento uomini e che ha portato all'arresto di 30
esponenti di rilievo appartenenti a famiglie della criminalità
organizzata della provincia. Le accuse ipotizzate dalla Dda di Bari che
ha coordinato l'inchiesta, sono, a vario titolo, di associazione di
stampo mafioso, tentato omicidio, estorsioni e armi.
Le misure sono scattate nei confronti di esponenti delle famiglie Moretti-Pellegrino-Lanza e Sinesi-Francavilla.
L'inchiesta che ha portato agli arresti, sostengono inquirenti ed
investigatori, è la più importante operazioni antimafia degli ultimi
anni a Foggia.
"Oggi le mafie non lavorano più da sole ma con le altre mafie",
soprattutto nel settore del traffico di droga, nel quale "fanno acquisti
pro-quota e co-gestiscono gli affari". Lo ha detto il procuratore
nazionale Antimafia, Cafiero De Raho, intervenendo a Bari alla
conferenza stampa sui trenta arresti. La mafia foggiana, ha precisato De
Raho, "replica il modello 'Ndranghetista", basato sul "legame
strettissimo per il vincolo di sangue, affiliazioni, gerarchie e cassa
comune. Ai pochi coraggiosi imprenditori che hanno denunciato va tutto
il nostro appoggio e la nostra vicinanza".
Secondo gli investigatori i trenta indagati sarebbero i responsabili di
tutti gli episodi di estorsione nei confronti di negozianti ed
imprenditori a Foggia. Le indagini hanno riguardato il periodo compreso
tra i primi mesi del 2017 fino ad oggi. Tra gli spunti investigativi che
hanno portato agli arresti odierni alcuni particolari sarebbero emersi
nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Roberto Tizzano, il giovane
21enne ucciso a Foggia, all'interno del Bar H24, a ottobre 2016.
IL CALCIATORE. Dagli atti delle indagini emergono anche
presunte pressioni che sarebbero state esercitate negli anni scorsi su
dirigenti, ex dirigenti ed ex allenatore del Foggia Calcio per
l'ingaggio di un calciatore foggiano. E tra gli indagati, è emerso
anche, ci sarebbe il nome di Rodolfo Bruno, il pluripregiudicato
foggiano ucciso lo scorso 15 novembre all'interno di un bar alla
periferia di Foggia.
L'OMERTA. "L'attività d'indagine ha evidenziato lo
stato di omertà assoluta" che "si rileva anche dal dato numerico delle
denunce, che dimostra chiaramente un limitatissimo apporto
all'accertamento di reati commessi in danno di cittadini, imprenditori,
operatori commerciali, rispetto alla elevatissima percentuale di ipotesi
che vengono colte durante le attività tecniche e investigative in
corso". Lo scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare che ha
portato all'arresto di 30 esponenti della mafia foggiana. "Che questi
fatti-reato non siano denunciati - evidenzia il gip - è un'ulteriore
conferma della totale soggezione di larghe fasce della popolazione,
indotte a subire silenziosamente i torti e le angherie poste in essere
da coloro che agiscono evocando l'appartenenza a questo determinato
contesto criminale: la 'Società foggiana'"
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venerdì 30 novembre 2018
Mafia & Iltalia. Mafia, 30 arresti a Foggia: imponevano il pizzo e anche l'ingaggio di un calciatore al club
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