lunedì 26 novembre 2018

La vera manovra del cambiamento.

Martedì 27 presentiamo la nostra controfinanziaria in alternativa a quella del governo, sbagliata e contraddittoria. La campagna Sbilanciamoci! propone una manovra da meno di 39 miliardi senza aumentare l’indebitamento e il rapporto deficit-pil, sterilizziamo le clausole di salvaguardia. E troviamo risorse per investire in welfare, ambiente e diritti con una politica di giustizia fiscale (tobin […]

Martedì 27 novembre alla Camera dei Deputati presentiamo la controfinanziaria 2019: la nostra legge di bilancio, dalla parte dell’ambiente, del lavoro, dei diritti e della pace. Presentiamo 101 proposte specifiche e dettagliate per un’Italia diversa. La nostra manovra è alternativa a quella del governo, sbagliata e contraddittoria, che non investe nel lavoro, nell’economia reale, nel welfare, nei diritti. Nella legge di bilancio del governo non c’è trasparenza e i conti non tornano. Non vengono tagliate le spese militari, non vengono stanziati fondi per la scuola e la sanità. Per gli investimenti pubblici ci sono le briciole e non c’è lotta alle diseguaglianze con una fiscalità progressiva.
La campagna Sbilancimoci propone una manovra di poco più 38,851 miliardi di euro. Non aumentiamo l’indebitamento ed il rapporto deficit-pil, sterilizziamo le clausole di salvaguardia.

Troviamo risorse con una politica di giustizia fiscale (tobin e digital tax, patrimoniale, rimodulazione in senso progressivo dell’Irpef, ecc) che fa entrare nelle casse dello stato più di 24,5 miliardi di euro e che permette di ridurre le tasse ai due scaglioni più bassi di reddito, dove sono concentrati i lavoratori con più bassi salari e del ceto medio. La nostra spending review propone la riduzione delle spese militari (4,2 miliardi di euro), l’abrogazione delle agevolazioni per le scuole private (337 milioni di euro) . Proponiamo di raddoppiare gli investimenti pubblici (fino a 7 miliardi di euro) per far ripartire l’economia e creare lavoro e una forma di sostegno al reddito (quasi 7 miliardi di euro), che ha caratteristiche diverse dal reddito di cittadinanza. Proponiamo misure alternative sulle pensioni rispetto a “quota 100”: riduzione strutturale dell’età di pensionamento e investimento sulle pensioni dei giovani. Proponiamo di stanziare 4 miliardi di euro per la scuola e l’università (diritto allo studio, offerta formativa, edilizia scolastica, ecc.) e quasi 600 milioni per le politiche culturali, abrogando la misura spot ed estemporanea del “bonus cultura”. Proponiamo un piano di opere utili per l’ambiente del nostro paese: la messa in sicurezza del territorio, la prevenzione antisismica, la lotta all’abusivismo. Vogliamo un welfare dei diritti: non bonus bebè, ma asili nido pubblici (500 milioni di euro). Proponiamo un aumento di 900 milioni di euro per il Fondo politiche sociali e l’abolizione dei superticket. Serve un impegno più forte sui temi della disabilità e per questo proponiamo uno stanziamento di 280 milioni per il supporto dei Caregiver familiari e risorse maggiori per progetti individuali per una maggiore autonomia delle persone con disabilità. Contro la criminalizzazione dei migranti e della solidarietà proponiamo un fondo aggiuntivo di 400 milioni di euro per l’accoglienza e per le politiche abitative un piano di 1,1 miliardi di euro per abitazioni sociali senza consumo di suolo. Insieme a tutto ciò proponiamo tante specifiche misure per promuovere l’altreconomia e 1,5 miliardi di euro per la cooperazione allo sviluppo e 252 milioni di euro per il servizio civile. L’elenco e l’impatto delle misure e nella tabella allegata.
Questa è la legge di bilancio che vorremmo, quella del cambiamento, ma quello vero. Nel set delle proposte che abbiamo elaborato, delineiamo una diversa idea di economia, di spesa pubblica, di modello di sviluppo. Sbilanciamoci ritiene necessario cambiare pagina, un salto di paradigma, un’inversione di rotta rispetto alle politiche neoliberiste di questi anni. Bisogna rimettere al centro la politica, le politiche. Servono investimenti pubblici per consumi e produzioni legate alla green economy e ai nuovi bisogni sociali capaci di produrre qualità sociale ed eguaglianza. Per questo sono fondamentali politiche redistributive che intacchino privilegi, rendite di posizione, ricchezze abnormi. Il welfare non è un costo, è un diritto ed è un investimento. Una società più istruita, formata e sana esprime anche un’economia più innovativa e capace di futuro. Abbiamo bisogno di una radicale riconversione ecologica e civile dell’economia. Dobbiamo eliminare i sussidi ambientali dannosi e ridurre drasticamente le spese militari. Tutto questo non è il “libro dei sogni”: è possibile. Lo dimostriamo in questo Rapporto con le nostre proposte speciche, concrete e dattegliate. Si può fare: questa è la strada del vero cambiamento.

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