Non Una Di Meno in stato di agitazione permanente: manifestazione nazionale contro la violenza di genere e le politiche patriarcali e razziste del governo.
24 novembre 2018 Roma h. 14 Piazza della Repubblica
Siamo
la marea femminista che in Italia e nel mondo ha levato il suo grido
globale contro la violenza maschile, di genere e razzista e contro i
governi che la legittimano.
Da
più di due anni siamo nelle piazze e nelle strade a ribadire che
i femminicidi sono la punta di un iceberg fatto di oppressione: la violenza maschile comincia nel privato delle case ma pervade ogni ambito della società e diventa sempre più strumento politico di dominio, producendo solitudine, disuguaglianze e sfruttamento.
Il governo Salvini-Di Maio si è fatto portatore di una vera e propria guerra contro donne, migranti
e soggettività lgbt*qia+, attraverso misure e proposte di legge che
insistono su un modello patriarcale e autoritario che vorrebbe
schiacciare e ridurre al silenzio la nostra libertà.
Contro le donne si scaglia il Ddl Pillon
su affido e mantenimento dei figli per difendere la famiglia
tradizionale e ristabilire ruoli e gerarchie di genere che negano
l’autodeterminazione delle donne. La libertà di decidere sul nostro corpo e delle nostre vite è sempre più attaccata
da campagne fondamentaliste di criminalizzazione dell’aborto che oggi
trovano spazio in ogni parte del mondo e rappresentanza nel governo. Noi
rispondiamo che la libertà di abortire non si tocca e che il Ddl Pillon non si riforma, si blocca!
Mentre
dichiara di voler porre fine alla povertà, questo governo pianifica
misure che intensificano la precarietà e accentuano la dipendenza
economica che ci espone ancora di più alla violenza e alle molestie sul
lavoro. Smantellano il welfare e pretendono che le donne, italiane o
migranti, gratuitamente o in cambio di un salario da fame si occupino
del lavoro domestico e di cura. La precarietà è donna e per questo la nostra lotta contro la violenza è anche una lotta contro la precarietà e lo sfruttamento. Vogliamo un reddito di autodeterminazione , universale e individuale, un salario minimo europeo, welfare universale e servizi, per uscire dal ricatto della povertà e della violenza.
Riconosciamo
scuole e università come luoghi di formazione e di lavoro che producono
e riproducono le dinamiche violente della società razzista e
patriarcale in cui viviamo. Per questo vogliamo farli rivivere di saperi femministi e antirazzisti, educazione alle differenze e educazione sessuale a tutti livelli.
Attraversiamo
città rese sempre più cupe e ostili dalla privatizzazione dello spazio
pubblico, dalla militarizzazione delle strade, da provvedimenti per la
sicurezza che divengono apartheid. In tutto il mondo continuiamo a urlare che le strade sicure le fanno le donne e le soggettività libere che le attraversano, costruendo le città femministe che meritiamo di vivere. Vogliamo una Casa per dormire, consultor* per amare, centri antiviolenza per vivere e sognare, …
Non
ci stiamo al gioco razzista che strumentalizza stupri e femminicidi La
violenza contro le donne non ha colore: è sempre violenza maschile. Patriarcato e razzismo sono due facce della stessa medaglia: rifiutiamo la paura, l’odio e la violenza del decreto Salvini,
costruendo mobilitazione e solidarietà diffusa, in primo luogo con le
migranti esposte a violenze reiterate e sulla cui pelle si gioca in modo
ancora più tragico la partita della destra al governo. Rivendichiamo la
libertà di muoverci e di restare, diritto d’asilo, cittadinanza e un permesso di soggiorno europeo senza condizioni, svincolato da lavoro, matrimonio e studio.
Ci volete sottomesse, ricattate e sfruttate, ci avrete ribelli! Noi siamo il cambiamento.
Il 24 novembre a Roma sarà marea femminista senza bandiere e simboli identitari e di partito, Privilegiamo
i contenuti, la costruzione di rete e relazioni. Abbiamo un Piano
femminista contro la violenza maschile e di genere con cui vogliamo
trasformare la società, il mondo intero.
Il 25 novembre ci ritroveremo in assemblea nazionale verso lo sciopero globale delle donne dell’8 marzo.
Lo stato di agitazione permanente è appena cominciato.
Le foto sono di Patrizia Cortellessa
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