sabato 24 novembre 2018

“Ci volete ancelle, ci avrete ribelli”. Stato di agitazione permanente contro il governo patriarcale e retrogrado di Lega e 5stelle.

Domani (oggi) a Roma sfilerà il corteo per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne organizzato dal movimento Non una di meno. Ma lo stato di agitazione non si ferma qui. Prossimo appuntamento nazionale: lo sciopero globale dell’8 marzo.





micromega Ingrid Colanicchia«Ci volete ancelle, ci avrete ribelli». Con un esplicito riferimento al romanzo Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood - che immagina un futuro distopico in cui il corpo delle donne è asservito agli scopi del regime di turno - si è concluso, il 10 novembre scorso, l’intervento del movimento femminista Non una di meno (Nudm) al sit-in organizzato a Roma (ma contestualmente in moltissime altre città d’Italia) contro il ddl in materia di affido condiviso del senatore leghista neocatecumenale Simone Pillon (che presenta diverse criticità, come la mediazione familiare obbligatoria e l’introduzione del concetto di alienazione parentale).

Una mobilitazione - indetta dalla Rete dei centri antiviolenza DiRe insieme a Cgil, Uil, Udi, Cam (Centro ascolto maltrattanti), Cismai (Coordinamento servizi maltrattamenti all’infanzia), Casa Internazionale delle donne, Arci, BeFree, Non una di meno, Movimento per l’Infanzia, Telefono Rosa, Terre des hommes e molti altri ancora - che ha visto protagoniste quelle stesse parole d’ordine che saranno scandite anche domani al corteo nazionale per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che partirà da piazza della Repubblica, Roma, alle ore 14.

«Da più di due anni – si legge nel testo di convocazione del corteo – siamo nelle piazze e nelle strade a ribadire che i femminicidi sono la punta di un iceberg fatto di oppressione: la violenza maschile comincia nel privato delle case ma pervade ogni ambito della società e diventa sempre più strumento politico di dominio, producendo solitudine, disuguaglianze e sfruttamento. Il governo Salvini-Di Maio – prosegue Nudm – si è fatto portatore di una vera e propria guerra contro donne, migranti e soggettività lgbt*qia+, attraverso misure e proposte di legge che insistono su un modello patriarcale e autoritario che  vorrebbe schiacciare e ridurre al silenzio la nostra libertà. Contro le donne si scaglia il ddl Pillon su affido e mantenimento dei figli per difendere la famiglia tradizionale e ristabilire ruoli e gerarchie di genere che negano l’autodeterminazione delle donne. La libertà di decidere sul nostro corpo e delle nostre vite è sempre più attaccata da campagne fondamentaliste di criminalizzazione dell’aborto che oggi trovano spazio in ogni parte del mondo e rappresentanza nel governo. Noi rispondiamo che la libertà di abortire non si tocca e che il ddl Pillon non si riforma, si blocca!».

Rispedito al mittente anche il «gioco razzista che strumentalizza stupri e femminicidi»: «La violenza contro le donne non ha colore: è sempre violenza maschile», scrive ancora Nudm. «Patriarcato e razzismo sono due facce della stessa medaglia: rifiutiamo la paura, l’odio e la violenza del decreto Salvini, costruendo mobilitazione e solidarietà diffusa, in primo luogo con le migranti esposte a violenze reiterate e sulla cui pelle si gioca in modo ancora più tragico la partita della destra al governo. Rivendichiamo la libertà di muoverci e di restare, diritto d’asilo, cittadinanza e un permesso di soggiorno europeo senza condizioni, svincolato da lavoro, matrimonio e studio». «Ci volete sottomesse, ricattate e sfruttate, ci avrete ribelli!».

Sono in effetti tempi più bui del solito per i diritti delle donne. Al di là del ddl Pillon, il fronte più preoccupante è come sempre quello dell’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, già messo a dura prova da quel 70 per cento di medici obiettori che si rifiuta di praticarla. E non basta. Negli ultimi mesi un po’ ovunque nel paese sono spuntate mozioni comunali sedicenti “pro-life” tese a decretare varie città italiane “a favore della vita” (e contro l’aborto dunque). La prima è stata Verona, cui hanno poi fatto seguito Ferrara, Roma, Milano e, stando a quanto dichiarato dal responsabile giovani della Lega, Roberto Todeschini, la “lodevole” iniziativa sarà portata in tutti i comuni governati dal partito di Salvini «con l’obiettivo di estenderla a livello regionale e nazionale». Posizioni che hanno peraltro anche importanti referenti nel governo, come per esempio nel ministro della Famiglia, il cattolico oltranzista Lorenzo Fontana, che subito dopo l’insediamento del governo ha dichiarato che «la famiglia è quella naturale» e che «purtroppo nel contratto di governo non c’è la stretta sull’aborto».

Per parlare di tutto questo Nudm invita a partecipare numerosi e numerose non solo al corteo di sabato ma anche all’assemblea nazionale indetta per domenica in vista dello sciopero globale delle donne dell’8 marzo.

Lo stato di agitazione è appena cominciato.

(23 novembre 2018)

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