La
scorsa settimana, nel corso del congresso calabrese, la tessera della
Cgil. E ora quella dell’Anpi: Mimmo Lucano – il sindaco sospeso di Riace
– sta diventando un punto di riferimento per quelle organizzazioni e
persone che credono nella giustizia, nella solidarietà e
nell’integrazione. “Sono tutti segnali molto importanti per me – ha
detto nel corso di un’intervista a RadioArticolo1 a cura di Giorgio
Sbordoni –. Il brutto periodo che stiamo attraversando è anche la
conseguenza di un’opposizione politica che si è smarrita per strada,
rincorrendo la politica di destra. Dobbiamo ripartire da qui per trovare
quell’unità che è essenziale per cercare di ostacolare la deriva
disumana che ha imboccato la società in cui viviamo”.
“Non lo so perché mi è capitato tutto questo – ha detto Lucano –. Io ho cercato semplicemente di dare un contributo al riscatto della mia terra. E mi entusiasmava l'idea di poter di ripartire dai governi locali, anche in considerazione di quello che era stato il mio impegno politico generazionale”. Per me, ha aggiunto, “non può esistere giustizia se non c'è uguaglianza ed è da qui, ripeto, che la sinistra deve ripartire per dare un senso alla sua mission che è legata alle categorie sociali più deboli”. Nel caso di Riace gli ultimi erano i rifugiati: Strada facendo – ha spiegato il primo cittadino – mi sono accorto che l’accoglienza, invece di essere un problema, diventava un’occasione straordinaria per costruire una comunità globale capace i affrontare le difficoltà che si vivono nei paesi delle aree interne
del profondo Sud italiano”. Il risultato più importante è stato quello di dimostrare, persino in un paese con “tantissime problematiche sociali come Riace e con i forti condizionamenti della criminalità organizzata”, che “il grande tema delle migrazioni si può gestire in maniera più umana. Questo è il messaggio che da Riace va al mondo”.
“Non lo so perché mi è capitato tutto questo – ha detto Lucano –. Io ho cercato semplicemente di dare un contributo al riscatto della mia terra. E mi entusiasmava l'idea di poter di ripartire dai governi locali, anche in considerazione di quello che era stato il mio impegno politico generazionale”. Per me, ha aggiunto, “non può esistere giustizia se non c'è uguaglianza ed è da qui, ripeto, che la sinistra deve ripartire per dare un senso alla sua mission che è legata alle categorie sociali più deboli”. Nel caso di Riace gli ultimi erano i rifugiati: Strada facendo – ha spiegato il primo cittadino – mi sono accorto che l’accoglienza, invece di essere un problema, diventava un’occasione straordinaria per costruire una comunità globale capace i affrontare le difficoltà che si vivono nei paesi delle aree interne
del profondo Sud italiano”. Il risultato più importante è stato quello di dimostrare, persino in un paese con “tantissime problematiche sociali come Riace e con i forti condizionamenti della criminalità organizzata”, che “il grande tema delle migrazioni si può gestire in maniera più umana. Questo è il messaggio che da Riace va al mondo”.
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