Oltre 700 miliardi di debito sono stati causati dalla speculazione finanziaria e da un fisco iniquo
Lo
studio “Gli effetti delle controriforme fiscali sul nostro debito
pubblico” è stato realizzato da Cadtm Italia e presentato il 27 ottobre
cadtm.org CADTM ITALIA
Il 27 ottobre è stato presentato lo
studio “Gli effetti delle controriforme fiscali sul nostro debito
pubblico” realizzato da Cadtm Italia, primo centro studi sul debito
auto-organizzato dal basso. Lo studio ha lo scopo di fornire
informazioni sulla struttura del sistema fiscale italiano e sugli
effetti che le controriforme dei passati decenni hanno avuto sulle
entrate dello stato, e quindi sul debito pubblico.
La
principale causa dell’aumento del debito pubblico italiano dipende
dalla spesa per interessi, la cui dinamica negli ultimi anni è stata
sempre più condizionata dalla speculazione finanziaria. Se consideriamo
solo tre episodi speculativi (1992-93; 2007-2007; 2011-2012) ricaviamo
che la speculazione finanziaria è costata allo Stato italiano (e quindi a
noi) la bellezza di 467,3 miliardi, ovvero il 20,6% dell’intero debito
pubblico del 2017.
È una cifra che
è andata a ingrassare la pancia delle multinazionali della finanza e
delle banche e solo in minima parte i risparmiatori italiani, che
detengono, solo il 5% del debito complessivo.
Secondo
il dossier, se si considera il mancato gettito dovuto alla ridotta
progressività delle riforme fiscali e al mancato cumulo, “otteniamo una
perdita per lo Stato, nel [solo] 2016, di 8,3 miliardi di euro, pari al
4,5% del gettito Irpef”. Applicando lo stesso calcolo agli ultimi 34
anni (dal 1974 ad oggi), il mancato gettito complessivo ammonta a 146
miliardi. Tale ammanco di entrate è stato colmato dall’emissione di
titoli di Stato che, in virtù degli interessi composti, hanno prodotto
un maggior debito pari a 295 miliardi, il 13% di tutto il debito
accumulato. Un favore alle classi più ricche che è stato assai costoso
per tutta la collettività!
Solo
per effetto delle speculazioni oggetto di studio e di una Irpef iniqua
oltre 762 miliardi di euro, ovvero quasi il 34% del nostro debito, può
considerarsi causato da dinamiche internazionali e nazionali che nulla hanno a che fare con scelte consapevoli degli abitanti dell’Italia.
L’attuale
proposta di manovra finanziaria con l’enfasi sulla “flat tax” non fa
altro che contribuire ad alimentare tale business. Solo il ripristino di
una tassazione complessiva e unica per tutti i cespiti di reddito e il
ritorno ad una più elevata progressività delle imposte possono
contribuire non solo ad una maggiore equità fiscale ma anche a ridurre
il debito pubblico.
Abbiamo
bisogno di moltiplicare i fattori in gioco, di arricchire il dibattito
pubblico e presentare un'altra narrazione del debito, alternativa a
quella dominante che non contempla altra via d'uscita se non quella dei
tagli e della crescita, due strategie totalmente insostenibili, l'una da
un punto di vista sociale, l'altra da un punto di vista ambientale.
Il dossier su
Fisco e debito mostra come le soluzioni si possano trovare battendo
altre strade, in realtà non nuove, ma abbandonate da tempo perché
abbiamo perso di vista la Costituzione e il suo richiamo alla giustizia
sociale.
tutti i materiali si possono scaricare qui http://italia.cadtm.org/riforme-fiscali-e-debito-pubblico-italiano/
CADTM-Italiaè
un’associazione costituita nel 2017 che fra i propri scopi ha quello di
analizzare il debito pubblico italiano in modo da individuare le
componenti illegittime e chiederne il loro annullamento. Aderisce
all’omonimo coordinamento internazionale fondato in Belgio nel marzo
1990. CADTM Internazionale ha partecipato all’audit sul debito pubblico
in Ecuador ed ha fatto parte della Commissione parlamentare per la
verità sul debito pubblico in Grecia.
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