Slot machine, chi ci aveva accusato di antidemocrazia ora è a processo per diffamazione Sarà un processo con un grande valore simbolico, Davide contro Golia: un collettivo che si oppone al gioco d’azzardo di massa contro un rappresentante della lobby delle macchinette. I fatti risalgono a cinque anni fa. Il 18 maggio 2013, a Pavia si era tenuta una manifestazione nazionale contro il gioco d’azzardo liberalizzato: noi eravamo tra i promotori. Il corteo aveva avuto molta eco su giornali e tv, ne avevano parlato grossi nomi del giornalismo. Alla manifestazione avevamo distribuito un volantino che non era piaciuto al presidente di Assotrattenimento 2007, l’avvocato Massimiliano Pucci.
Assotrattenimento 2007 (AS.TRO) fa riferimento al Sistema Gioco Italia (Sgi), che a sua volta fa parte di Confindustria.
In pratica si tratta di un “sindacato” di imprenditori che operano nel mercato del gioco d’azzardo.

Il 20 maggio, sul sito di AS.TRO era comparso un articolo in cui eravamo duramente presi di mira. AS.TRO ci definiva una “cellula antagonista” e ci accusava di essere potenzialmente violenti e pericolosi per la democrazia. Alle accuse seguiva questa considerazione, a dire il vero piuttosto sconclusionata: “Storicamente non è mai esistita la possibilità ‘indolore e rispettosa della legalità’ di rendere compatibili l’operato di un’istituzione democratica con un obiettivo ‘di lotta extra-parlamentare’, e prima di doverci ritrovare a identificare chi ha trasformato la dialettica in violenza occorre ri-attivare il processo di assunzione di responsabilità insito in ogni istituzione”. Il pezzo si concludeva con l’annuncio di imminenti azioni legali. Due giorni dopo, il 22 maggio, un altro comunicato spiegava che AS.TRO aveva presentato un esposto alla procura di Pavia, chiedendo di indagare su di noi. Intanto Pucci ci nominava in continuazione. Il 20 maggio, presentando a Bologna il libro sul gioco d’azzardo della senatrice Paola Binetti, ci dava dei delinquenti. In un’intervista del 23 maggio alla tv locale TelePavia, diceva di aver subito intimidazioni da parte nostra.
Nel mese di luglio, era stato lanciato un appello di solidarietà a Senza Slot: tra i primi firmatari c’erano gli scrittori Wu Ming, gli attori Elio Germano e Valerio Mastandrea, il gruppo rap Assalti Frontali. Del caso aveva parlato Luca Casarotti in due articoli: uno su Carmilla e uno su Giap. Cinque anni dopo, dell’esposto di AS.TRO si sono perse le tracce: era aria fritta. La parte divertente, invece, è che sarà al contrario Pucci a dover rispondere di diffamazione aggravata per le sue dichiarazioni e per gli articoli apparsi sul sito di Assotrattenimento. Nel decreto di citazione diretta a giudizio, il sostituto procuratore di Bologna Augusto Borghini scrive che le dichiarazioni di Pucci e gli articoli di AS.TRO ledono l’onore e la reputazione di Pietro Pace (proprietario di senzaslot.it) e l’immagine del collettivo Senza Slot. Il processo, dicevamo, comincia il prossimo 5 dicembre. Noi ci costituiremo parte civile, e chiederemo il risarcimento dei danni.
Seguiremo il processo e lo racconteremo su questo blog. AS.TRO forse sperava di metterci il bavaglio con il suo esposto. Le cose sono andate diversamente.