Manovra bocciata, l’Italia sarà la prossima Grecia. Prepariamoci a un nuovo colpo di Stato finanziario.
Provo a fare chiarezza sulla situazione tragica in cui si trova l’Italia,
oggi sottoposta all’attacco concentrico sferrato dalla finanza
cosmopolitica e all’offensiva mediatico-giornalistica dei padroni del
discorso al servigio della classe dominante.
Così cristallizzerei la
situazione e mi scuserete per la sintesi.
I mercati
vogliono X, ergo il governo italiano deve fare X.
Anche se X nuoce
all’interesse nazionale, al lavoro, all’impresa, ai diritti, a tutte le
energie vitali del Paese.
Il governo italiano deve fare X perché l’hanno
deciso gli “euroinomani” di Bruxelles: e deve farlo anche se X è l’opposto di ciò che gli italiani hanno voluto, votando questo governo.
E allora diciamolo apertamente: non vi è nulla, ma proprio nulla di
democratico in tutto ciò. E il problema non sono i mercati e i
turbocapitalisti apolidi, che solo tutelano i loro interessi (e che,
presto o tardi, dissolveranno anche le Costituzioni e gli ultimi retaggi
di democrazia). Il problema sono gli acefali nostrani,
che accettano tutto ciò come normale e che vorrebbero che il governo si
piegasse al diktat non democratico di Bruxelles. Il guaio del capitale è
che produce l’osceno e, insieme, soggetti disposti a sopportarlo e a
supportarlo.
La Ue ha bocciato la manovra del nostro governo: “Violate le regole sul debito“.
Conosciamo assai bene questo discorso. È il discorso dell’usuraio. Egli
pretende che il debito sia inestinguibile e che in suo nome tutto sia
sacrificato, perfino la vita di un popolo. Ce lo chiede la lex del debito. Ce lo chiede il mercato. Così asserì Ezra Pound:
“Il debito è il moderno sistema di schiavitù”. Lo stiamo sperimentando
sulla nostra pelle, con esiti tragici. L’ha già sperimentato la Grecia, “il più grande successo dell’euro“,
come ebbe a definirla qualche euroinomane fiduciario dei mercati
speculativi. E l’Italia sarà la prossima Grecia. Siate pronti. Entro
pochi mesi avremo un nuovo colpo di Stato finanziario, orchestrato dagli
euroinomani delle brume di Bruxelles e tale da portare al potere un
nuovo Mario Monti, ossia un nuovo esecutore fidato delle volontà dei mercati e della classe dominante no border.
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