Sono queste le preoccupazioni principali che hanno convinto 51 senatori a presentare un’interrogazione ai ministri di Istruzione, Salute ed Economia sul “conferimento in proprietà dei beni mobili e immobili” del policlinico Tor Vergata di Roma (tra gli ospedali più importanti della Capitale che sorge su terreno di proprietà dell’università) al patrimonio di una fondazione ancora da istituire. Di questa fondazione, scrivono i parlamentari, “non si conoscono atto costitutivo e statuto, né si è a conoscenza se nella compagine associativa si vorrà dare ingresso a soggetti privati”, sottolineano nell’interrogazione. Per giunta i debiti contratti negli anni se li accollerà la Regione Lazio. I debiti non sembrano pochi visto che “nel corso degli anni – si sottolinea nell’interrogazione – complice la crisi economica globale e il piano di rientro dal disavanzo della spesa sanitaria cui è soggetta la Regione, la gestione del policlinico ha accumulato una significativa mole di discutibile debito, soprattutto nei confronti dell’ateneo. Da una nota diffusa dal direttore generale nel settembre 2018, negli anni il disavanzo ha toccato punte tra i 70 milioni e i 25 milioni di euro”.
Nell’interrogazione i senatori firmatari sottolineano anche che “i contenuti dell’accordo, che dal primo gennaio 2018 impegnano un soggetto giuridico ancora da istituire, sono stati accettati dalle parti in assenza di preventiva determinazione del valore immobiliare dei beni del policlinico, che ammonta a circa 140mila metri quadrati coperti, oltre a terreni con diritto di superficie”.
Preoccupati dell’operazione anche i sindacati di categoria e circa 100 dipendenti del policlinico che hanno deciso di impugnare il protocollo d’intesa davanti al Tar, per accertare eventuali violazioni di legge (la discussione è prevista a novrembre). IlFatto.it ha chiesto chiarimenti alla Regione Lazio ma non ha ottenuto alcuna risposta.
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