Trentacinque
ostaggi stranieri detenuti nel sito petrolifero di In Amenas in Algeria
e 15 sequestratori, tra cui uno dei loro leader Abou Al Bara, sarebbero
stati uccisi. Lo riferisce Al Jazeera.Gli ostaggi erano 41. Gli islamisti
avevano motivato il sequestro come rappresaglia per la collaborazione
algerina all'operazione militare francese in Mali.
rainews24.it
La dinamica del blitzSecondo
fonti del gruppo terroristico che controlla il sito petrolifero di In
Amenas, citate dall'Ani, un gruppo di miliziani e di ostaggi sarebbero
stati uccisi mentre, a bordo di un bus, cercava di forzare l'assedio
delle forze algerine. L'automezzo - usato da una delle compagnie del
sito per il trasporto del personale - sarebbe stato centrato da colpi
sparati da elicotteri algerini.
I terroristi che occupano il campo di In
Amenas avrebbero tentato di uscire dal sito, ma sono stati bloccati
dalle forze di sicurezza che, da ieri, circondano la zona. Probabilmente
per farsene scudo, i rapitori hanno portato con se' alcuni degli
ostaggi.
Sette ostaggi stranieri vivi, quattro liberatiSette ostaggi stranieri sarebbero ancora vivi, due americani, tre belgi, un iapponese e un britannico. Quattro ostaggi sarebbero stati liberati dalle truppe algerine.
L'esercito avrebbe preso il controllo del campo: 600 ostaggi liberiSecondo
una fonte citata dal sito Tsa, Knaoudi Sidi, un notabile locale,
l'esercito algerino avrebbe preso il controllo del campo petrolifero,
dopo che i sequestratori avevano tentato di allontanarsi con parte degli
ostaggi. Seicento gli ostaggi liberati.
Hollande: momento drammaticoSe l'operazione in
Mali dovesse durare "più di quattro mesi", bisognerà ricorrere al voto
del Parlamento: lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande.
Oggi, il Parlamento francese ha dibattuto della guerra in corso ma senza
voto.E' un "momento grave". Ci sono "condizioni drammatiche": lo ha
detto il presidente francese, Francois Hollande, nel corso di una
cerimonia con i leader economici a Parigi, riferendosi all'operazione
dei militari algerini nel sito della BP in Algeria. Hollande ha anche
detto di essere in "contatto permanente" con le autorità algerine, ma di
"non essere al corrente" di tutto cio' che sta succedendo sul terreno.Messaggio telefonico
Tre degli ostaggi sequestrati da jihadisti nell' impianto di gas in Algeria avevano lanciato un appello per l'avvio di negoziati per la loro liberazione. "Chiediamo il negoziato per evitare altre perdite di vite umane", aveva detto uno dei tre sequestrati, che ha detto di chiamarsi Dick, in collegamento telefonico con l'emittente televisiva Al Jazira. Poco prima, il canale panarabo aveva parlato con uno dei sequestratori, il quale aveva chiesto il ritiro dell'esercito algerino dalle immediate vicinanze dell'impianto come condizione per aprire le trattative. France 24, intanto, è riuscita a parlare con uno degli ostaggi che ha rivelato che molti di loro sono stati costretti a indossare cinture esplosive.
Al-Shabab: abbiamo ucciso l'ostaggio franceseI militanti somali di al-Shabab hanno fatto sapere oggi di aver ucciso ieri pomeriggio l'ostaggio francese Denis Allex nelle loro mani dal 2009.
Il nuovo fronte
La jihad islamica ha aperto un fronte oltreconfine alla guerra civile in Mali. Il ministro dell'Interno algerino, Dahou Ould Kablia, ha ripetuto che Algeri non negozierà con "i
terroristi" e che questi vogliono lasciare il Paese con gli ostaggi, ma che sarà loro impedito. Gli islamisti, un gruppo ultraradicale legato ad al-Qaeda, hanno riferito ai media mauritani che tengono in ostaggio gli occidentali nell'impianto di gas ad Amenas, quasi al confine con la Libia: tra gli ostaggi, 7 americani, norvegesi, e cittadini francesi, giapponesi e britannici (ma fonti ufficiali algerine abbassano la cifra a 'più di venti'); tra gli ostaggi, anche 150 algerini, ma questi a differenza degli occidentali godono di libertà di movimento nell'impianto.
Morto anche un cittadino inglese
Ma a quasi 24 ore dall'assalto al sito di pompaggio di gas naturale, c'è ancora
molta incertezza sulle rivendicazione del gruppo che si autodefinisce 'Battaglione del Sangue'. Definendo l'attacco come "un assassinio a sangue freddo", il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha confermato che un britannico è stato ucciso (insieme ad un algerino) ed ha detto che collegare l'attacco jihadista all'intervento francese in Mali è "una scusa". Il ministro algerino ha confermato che, nell'attacco
avvenuto all'alba di mercoledì, oltre alle due vittime (un britannico e un algerino) sei persone sono rimaste ferite: un altro britannico, un norvegese e uno scozzese, insieme a un agente della sicurezza algerino e a due poliziotti.
Chi sono gli uomini del commando
Secondo Kablia, i rapitori sono algerini e operano agli ordini di Mokhtar Belmokhtar, un famigerato leader di al-Qaeda nel Maghreb islamico, che di recente avrebbe creato un gruppo scissionista. Noto come "l'intoccabile", aveva posto una duplice condizione per liberare gli ostaggi: Parigi deve porre fine alle operazioni in Mali e Algeri deve liberare 100 islamisti detenuti nelle sue prigioni e portarli nel nord del Mali.
Il fronte del MaliIl sostegno Intanto, in Mali, si continua a combattere. La Francia ha potrato a 1.400 gli uomini sul terreno (2.500 l'obiettivo finale, secondo quanto anticipato nei giorni scorsi). Nella notte ci sono stati nuovi scontri tra l'esercito maliano, sostenuto dalle truppe francesi, e gli estremisti jihadisti che circondano la citta' di Konna, nel settore centrale.
Dall'Ue è arrivato il via libera alla
missione Eutm di addestramento e formazione dell'esercito maliano. La
missione era in programma da tempo, ma i ministri degli Esteri dei 27,
convocati in riunione straordinaria, hanno deciso di accelerare i tempi:
la missione (formata da 400-500 uomini, la metà dei quali istruttori)
potrebbe essere operativa gia' a meta' febbraio, una settimana prima del
previsto.
L'Italia, ha annunciato il ministro
degli Esteri, Giulio terzi, ha dato una disponibilità "fino a 24
uomini". Non ci saranno invece soldati italiani impiegati direttamente
sul terreno, ha confermato il ministro.
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