lunedì 21 gennaio 2013

Fermiamo la guerra in Mali. Un altro intervento è possibile!


L’Italia non deve dare alcun sostegno militare all’intervento francese in Mali

 Quell’intervento si è posto al di fuori della legalità internazionale, in contrasto con il dettato della risoluzione dell’Onu 2085 e con il diritto internazionale umanitario, il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto dei rifugiati in essa richiamati. L’Afghanistan ha già dimostrato che con i bombardamenti si ammazzano gli innocenti e non si vincono le guerre.
Ben altre sono le cose che l’Italia deve fare:
  1. inviare i necessari aiuti umanitari alle centinaia di migliaia di profughi causati dalla guerra;
  2. attivare in tal senso tutte le organizzazioni della società civile che operano nel paese e collaborare con le agenzie umanitarie dell’Onu;
  3. sostenere tutte le forze civili e diplomatiche che stanno operando per ottenere l’immediato cessate il fuoco e creare le condizioni per una soluzione politica. L’intervento dell’Onu deve essere trasparente e slegato dagli interessi delle potenze ex coloniali;
  4. mettere a disposizione delle Nazioni Unite una parte delle forze armate in attuazione dell’art.43 della Carta delle Nazioni Unite.
  5. Dodici anni di guerra in Afghanistan hanno dimostrato che il terrorismo non si vince con la guerra ma con l’intelligenza. È tempo che l’Italia lo riconosca e smetta di consegnare il proprio futuro alla diplomazia delle armi. La credibilità internazionale dell’Italia non dipende dalla sua partecipazione alle più diverse missioni militari ma dalla sua capacità di contribuire fattivamente alla soluzione concreta delle grandi crisi internazionali aperte. Solo così riusciremo a rafforzare davvero la sicurezza del nostro paese.

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