mercoledì 23 gennaio 2013

Lo strano ‘rinnovamento’ del Pd romano


Nicola Zingaretti, candidato governatore Pd alla regione Lazio, ha deciso di non mettere in lista nessun consigliere regionale uscente, in nome del rinnovamento e di qualche delibera ‘di casta’ passata con i loro voti. Bene, bravo.Che fa allora il Pd nazionale? Ne candida quasi la metà in Parlamento. Un altro consigliere uscente, il potente ex parlamentare Esterino Montino, corre come sindaco di Fiumicino. A questo punto c’è da chiedersi come pensano di sistemare i sette rimanenti.

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Consiglieri: 14 - Capogruppo: Esterino Montino

Fumo negli occhi Bruno Astorre (candidato al Senato nella circoscrizione Lazio al settimo posto della lista), Marco Di Stefano (candidato alla Camera nella circoscrizione Lazio 1 al ventitreesimo posto della lista), Carlo Lucherini (candidato al Senato nella circoscrizione Lazio al quattordicesimo posto della lista), Claudio Moscardelli (andidato al Senato nella circoscrizione Lazio al sesto posto della lista), Francesco Scalia (candidato al Senato nella circoscrizione Lazio al quinto posto della lista), Daniela Valentini (candidata al Senato nella circoscrizione Lazio al quindicesimo posto della lista).


Quelli che potete leggere qua sopra sono i nomi dei consiglieri regionali del Lazio che Nicola Zingaretti si è fatto vanto di non aver ricandidato dopo le vicende che tutti conosciamo, e che il Partito Democratico ha messo in lista per le elezioni al parlamento.
Sei su quattordici. Quasi la metà.
Allora, abbiate pazienza, uno si domanda: se nel consiglio regionale del Lazio è successo qualcosa che non doveva succedere, e se si fa bella mostra di non aver rimesso in lista quelli che in un modo o nell’altro avevano consentito che succedesse, che senso ha “premiarli” con una candidatura alle elezioni nazionali?

Zingaretti, a quanto mi risulta, ha già risposto: le liste per il parlamento non sono di sua competenza. Ma il Partito Democratico sì, mi pare.
Ha almeno due mani, il Partito Democratico: la destra, con cui sfila via dei nomi alle regionali, e la sinistra, che li prende e li mette nelle liste per il parlamento. E queste due mani, a quanto pare, si ignorano vicendevolmente con una disinvoltura disarmante.
Poi non lamentatevi se a qualcuno viene il sospetto che sia tutto fumo negli occhi.
http://libernazione.it

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