martedì 22 gennaio 2013

Lazio, spese dei consiglieri Zingaretti vuole tagliarle

Il candidato del centrosinistra: «Una voce che deve essere azzerata».

ilmessaggero.it di Fabio Rossi

ROMA - I contributi ai consiglieri «sono una voce che si potrebbe anche azzerare». Perché «non è compito delle istituzioni pubbliche finanziare le attività dei singoli consiglieri». (Notare il condizionale - ndr R@P) Nicola Zingaretti torna sui punti caldi dello scandalo che ha bruscamente interrotto l’ultima consiliatura regionale, puntando a un brusco cambio di direzione alla Pisana. A partire proprio da quei soldi che finiscono nelle dirette disponibilità dei gruppi e, come dimostra il caso-Fiorito, vengono sovente utilizzati per finalità diverse dalla normale attività politica.
«Sulla dotazione dei fondi per i gruppi va fatto il giusto - sottolinea Zingaretti, in un’intervista a RomaUno - nelle cifre che consentono esclusivamente di fare politica». In questo senso, «è giusto limitare, e di molto, i motivi per cui si spendono questi fondi - spiega il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione - Bisogna riguardare le regole sulla gestione delle spese giustificabili sul modello europeo, dove non c’è possibilità neanche di scontare lo scontrino del caffè». Sui costi della macchina regionale, Zingaretti si dice anche «d’accordo con la riduzione delle commissioni consiliari». A cominciare da quelle speciali, come quella per le Olimpiadi 2020, tenuta in vita anche dopo il tramonto della candidatura di Roma.
IL MERITO NELLA SANITÀ
Altro tema caldo, quello della sanità: «Bisogna innanzitutto rivoluzionare la selezione della classe dirigente che la gestisce - argomenta Zingaretti - i curricula vanno scelti da un’autorità terza in base a criteri certi di professionalità. I migliori si scelgono a prescindere dal colore politico: non mi interessa essere circondato da fedeli, basta che siamo circondati da bravi». Tra gli altri punti per uscire dall’emergenza, l’ex inquilino di Palazzo Valentini torna a parlare della necessità di «far tornare i conti ma anche di difendere la tutela della salute» e quindi di «costruire un modello che non si basi sui tagli ma sulla trasformazione».

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