Il ministro: qualcuno vuole l'emergenza, non c'è una sola ragione per non usare impianti già esistenti nel Lazio. |
ilmessaggero.it di Mauro Evangelisti
ROMA
- Corrado Clini, ministro dell’Ambiente, il suo piano per salvare Roma
dall’emergenza rifiuti si è fermato a Colfelice, i sindaci della
Ciociaria si sono ribellati all’uso dell’impianto di trattamento.
Vi fermerete?
«Secondo lei possiamo fermarci? Io ho detto una cosa molto semplice ai sindaci e al presidente della Saf, la società proprietaria dell’impianto. Abbiamo una relazione ufficiale della Regione, del 24 dicembre, che attesta che l’impianto di Colfelice è usato molto parzialmente rispetto alle capacità autorizzate. Il progetto e l’autorizzazioni hanno avuto il via libera con una procedura che prevede la partecipazione dei comuni e della Provincia in conferenza dei servizi. I comuni sono soci della Saf, ne approvano bilancio e conseguente funzionamento. Ora mi dicono che l’impianto non funziona bene, che ci sono problemi di inquinamento, che non può pretrattare una quota aggiuntiva. Ma questo non corrisponde a quanto attestato dai documenti ufficiali e dal bilancio».
Dunque che farà?
«Semplice. Ho incaricato i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di accertare se il funzionamento e le capacità dell’impianto corrispondono a quanto prescritto. Se così non fosse, sarebbe una situazione fuori dalla legalità. Se l’impianto provoca inquinamento ambientale, è evidente che non corrisponde a quanto prescritto dalla legge, a prescindere dal trattamento di una quota aggiuntiva dei rifiuti. Se scopriranno che i dati forniti sono falsi ci rivolgeremo all’autorità giudiziaria. Se l’impianto è difettoso ci rivolgeremo all’autorità giudiziaria. Ciò che sta succedendo è inspiegabile».
Vi fermerete?
«Secondo lei possiamo fermarci? Io ho detto una cosa molto semplice ai sindaci e al presidente della Saf, la società proprietaria dell’impianto. Abbiamo una relazione ufficiale della Regione, del 24 dicembre, che attesta che l’impianto di Colfelice è usato molto parzialmente rispetto alle capacità autorizzate. Il progetto e l’autorizzazioni hanno avuto il via libera con una procedura che prevede la partecipazione dei comuni e della Provincia in conferenza dei servizi. I comuni sono soci della Saf, ne approvano bilancio e conseguente funzionamento. Ora mi dicono che l’impianto non funziona bene, che ci sono problemi di inquinamento, che non può pretrattare una quota aggiuntiva. Ma questo non corrisponde a quanto attestato dai documenti ufficiali e dal bilancio».
Dunque che farà?
«Semplice. Ho incaricato i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di accertare se il funzionamento e le capacità dell’impianto corrispondono a quanto prescritto. Se così non fosse, sarebbe una situazione fuori dalla legalità. Se l’impianto provoca inquinamento ambientale, è evidente che non corrisponde a quanto prescritto dalla legge, a prescindere dal trattamento di una quota aggiuntiva dei rifiuti. Se scopriranno che i dati forniti sono falsi ci rivolgeremo all’autorità giudiziaria. Se l’impianto è difettoso ci rivolgeremo all’autorità giudiziaria. Ciò che sta succedendo è inspiegabile».
Non è comprensibile che a Frosinone, a Viterbo ed Albano non vogliano i rifiuti di Roma?
«No, perché stiamo parlando di impianti già esistenti, che per soli 120 giorni pre-trateranno i rifiuti di Roma e non lo faranno gratis, un uso a pieno regime dei Tmb potrebbe portare anche a una diminuzione della tassa dei rifiuti. A Colfelice, ad esempio, vi sarebbe un incremento temporaneo del 40 per cento dei rifiuti trattati, con entrate aggiuntive che potrebbero determinare una riduzione dei costi per i cittadini della provincia di Frosinone. I rifiuti di Roma vengono solo pre trattati, come il decreto dice chiaramente, e tornano in discarica a Roma».
C’è il problema dei camion.
«Prendiamo Colfelice: 20 camion al giorno (per 400 tonnellate circa), uno all’ora. Altro che le centinaia che qualcuno dice. Non facciamo allarmismo inutile. Parliamo dei dati. Ma possiamo insieme regolamentare i viaggi. Ripeto: io voglio capire dai carabinieri se l’impianto funziona bene o male. Se funziona male come mi hanno detto i sindaci, siamo di fronte a un illecito e deve intervenire l’autorità giudiziaria. Perché vengono diffuse notizie non corrispondenti alla realtà tra la popolazione, suscitando allarmi e proteste? Stiamo parlando dell’uso temporaneo di impianti esistenti per il trattamento, i rifiuti di Roma non restano a Frosinone, Viterbo e Albano».
Perché si stanno alimentando le proteste?
«Si sta soffiando sul fuoco su una cosa marginale, se non addirittura inesistente. L’obiettivo vero è avere l’emergenza rifiuti a Roma».
Chi vuole l’emergenza?
«Lo vorrei capire. Tutti si assumano le loro responsabilità. Per questo è utile l’operato dei carabinieri del Noe».
Anche se il piano andasse a pieno regime, resterebbero 600 tonnellate al giorno di rifiuti non trattati. E il 31 marzo Malagrotta non potrà più accoglierli. Come faremo?
«Stiamo lavorando su altre soluzioni in altre regioni, nel rispetto delle leggi. Ma posso contare su una collaborazione extraregionale solo se il Lazio avrà fatto il massimo. Come posso chiedere aiuto al presidente di un altra regione se le altre province del Lazio si sono tirate indietro?».
L’Ama sta andando avanti con l’appalto per portare i rifiuti all’estero. Questa soluzione ha molti sostenitori in campagna elettorale.
«Non basta usare gli slogan, chi dice di portare i rifiuti all’estero spieghi ai cittadini quanto costerebbe. Ma quale strategia di recupero e riciclo è portare i rifiuti tal quali all’estero? Non ho accettato le proposte di candidarmi alle elezioni per avere la libertà e la serenità di affrontare le emergenze come quelle dei rifiuti di Roma senza i vincoli di appartenenza a una lista e con il solo vincolo del rispetto della legge. I rifiuti all’estero sono l’opzione peggiore anche per la reputazione di Roma. Ma vi rendete conto: una grande capitale europea che dichiara il fallimento e chiede aiuto ad altri paesi. Pensate se lo facessero Parigi o Madrid».
La discarica di Monti dell’Ortaccio servirà comunque.
«Se il sistema si metterà a girare, se tutti faranno la proprio parte, il problema non si porrà. Se si continua ad allarmare inutilmente la popolazione, se si raccontano balle, arriveremo a una situazione molto critica».
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