Nel mirino degli investigatori l'acquisizione di Antonveneta e il "patto segreto" con Banco Santander per realizzare la plusvalenza di due miliardi di euro. E il governatore Zaia invita alla formazione di una cordata per riportare Antonveneta sotto il "controllo del tessuto economico regionale".
Tutti d’accordo sul patto col Banco Santander per truccare i conti e realizzare la plusvalenza di due miliardi di euro per l’acquisto di Antonveneta. E’ questa l’ipotesi che ha portato i pm a formulare l’accusa di associazione a delinquere volta a truccare i conti in un unico disegno criminoso per Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni, l’ex capo dell’Area finanza Gianluca Baldassarri e il suo vice Alessandro Toccafondi. Secondo i pubblici ministeri l’ex vertice della banca avrebbe orientato operazioni fraudolente dell’istituto compiute all’insaputa del cda e per la procura sono toccati dall’accusa anche i manager che si occuparono dell’acquisizione di Antonveneta e delle operazioni finanziarie successive.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, ”ai reati specifici di aggiotaggio, false comunicazioni, turbativa e truffa si aggiunge dunque una contestazione che lega i presunti comportamenti illeciti in un unico disegno criminale. La base per un’accelerazione dell’indagine che appare ormai imminente”. Negli interrogatori previsti in mattinata i magistrati cercheranno ulteriori indizi attraverso alcuni testimoni, per chiarire le operazioni speculative messe in atto dal 2007 in poi. Innanzitutto è necessario “spiegare perché nel novembre 2007 decisero di pagare Antonveneta 9,3 miliardi di euro – oltre a versare un miliardo di oneri – mentre appena due mesi prima Santander l’aveva comprata per 6,3 miliardi di euro”.
Intanto il governatore leghista Luca Zaia in un’intervista al Corriere del Veneto, lancia un appello agli imprenditori del Veneto per dare vita ad una cordata che possa acquisire da Mps la banca Antonveneta e riportarla sotto il controllo del tessuto economico regionale. “Come presidente della Regione – dice Zaia – auspico che le forze imprenditoriali e bancarie del territorio si organizzino per far tornare qui il controllo di Antonveneta”. “La storia di Monte dei Paschi – prosegue – non ha nulla a che vedere con lo stile veneto, non fa parte della nostra family line. Guardiamo strabiliati alla situazione che si è creata: crea un imbarazzo a tutti noi, oltre che al sistema Paese”. Il presidente veneto ammette di non aver ancora parlato del suo progetto con i protagonisti economici della regione. “Ma conosco – prosegue – l’attenzione e la sensibilità del mondo del credito e dell’impresa rispetto al ritorno di Antonveneta in mani venete”. “La presa di posizione di Fondazione Montepaschi, che parla di riduzione delle quote, e sul ruolo delle fondazioni bancarie com’è noto avrei molto da dire – conclude Zaia – apre inevitabilmente nuovi scenari. Per far fronte ai problemi sul tappeto potrebbe non essere da escludere la dismissione di un asset importante come Antonveneta con i suoi 400 sportelli”.
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