Il Giudice di pace accoglie il ricorso di un utente: «La società Talete condannata a restituire i canoni per non potabilità».
«La domanda va accolta - ha scritto il giudice - perché, come risulta dalle ordinanze comunali, l'acqua non era potabile e quindi il ricorrente usufruiva di un servizio idrico limitato che, determina di conseguenza una riduzione dei canoni pagati». Lo stesso giudice ha fatto presente che Talete è chiamata a rimborsare i canoni in quanto aveva in gestione il servizio prima della non potabilità dell'acqua. Non è stata invece presa in considerazione la restituzione del canone di depurazione, poiché la legge stabilisce che l'ente gestore (è la Talete, anche in questo caso) ha cinque anni di tempo a partire dal 2009 per restituire le somme percepite. Insomma, tutto è rinviato al 2014.
Non è la prima sentenza di questo genere; circa un anno fa un altro Giudice di pace aveva emesso uno stesso giudizio, con sfumature però diverse, in seguito a un ricorso presentato da un'associazione di consumatori. In pratica, con questo secondo provvedimento Talete ora deve trovare una modalità su come restituire i soldi. E prepararsi a ricevere una raffica di ricorsi.
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