Presunta tangente destinata all'acquisto di 45 bus per Roma Metropolitane.
Verifiche
sulle dichiarazioni dell' imprenditore Edoardo D'Incà Levis e dell'ex
ad di Breda Menarini Roberto Ceraudo, contatti con l'autorità svizzera
ed una rogatoria in partenza per Berna al fine di fare luce sui conti
utilizzati per la presunta tangente destinata all'acquisto di 45 bus per
Roma Metropolitane.
rainews24.it
Sono le prossime tappe dell'inchiesta
del pubblico ministero Paolo Ielo sulla presunta mazzetta da 600 mila
euro che sarebbe stata versata per l'appalto.
L'indagine ha avuto un'impennata grazie
alle rivelazioni di D'Inca' Levis: "Ceraudo - ha dichiarato l'8 gennaio
scorso, dopo il suo arresto, durante un interrogatorio di garanzia -
fece riferimento alla 'segreteria di Alemanno' come destinataria delle
risorse finanziarie".
Gli accertamenti hanno già toccato,
Riccardo Mancini, ex ad dell'Ente Eur ritenuto destinatario di una parte
della tangente, 150 mila euro.
Le indagini, dunque, entrano nella fase
delle verifiche e si partirà da due conti correnti in Svizzera, già
bloccati dalle autorità locali, tramite i quali D'Incà Levis, con un
meccanismo di sovrafatturazioni, sostiene di aver creato il 'fondo nero'
utilizzato dall'ex ad di Breda Menarini Ceraudo per la tangente.
Breda Menarini, del gruppo
Finmeccanica, è una delle aziende fornitrici dei bus, costati 20 milioni
di euro, mai entrati in circolazione e comunque destinati al corridoio
della mobilità Laurentina di Roma.
Nell'inchiesta del pm Ielo sono indagate
sei persone: oltre a l'ex ad dell'Ente Eur Mancini, Ceraudo,
quest'ultimo sentito a lungo ieri a Regina Coeli, e D'Incà Levis,
figurano Lorenzo Borgogni, ex responsabile delle relazioni esterne di
Finmeccanica, Lorenzo Cola, ex consulente esterno del colosso di piazza
Monte Grappa, e Marco Iannilli, commercialista di Cola.
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