giovedì 24 gennaio 2013

Bufera sul Monte dei Paschi, la banca salvata dai soldi degli italiani


Le dimissioni di Mussari non mi stupiscono, era solo questione di tempo. Già alcuni mesi fa avevo depositato un’interrogazione parlamentare in ordine a una serie di condotte poste in essere a partire dal 2007 e protrattesi sino al 2012, in occasione dell’acquisizione di Banca Antonveneta da parte degli spagnoli del Banco Santander.

Rivoluzione Civile  Antonio Borghesi candidato al Senato per Rivoluzione Civile
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Gravissime le ipotesi di reato, manipolazione del mercato ed ostacolo alle funzioni delle autorità di vigilanza in relazione alle operazioni finanziarie di reperimento delle risorse necessarie all’acquisizione di banca Antonveneta e ai finanziamenti in essere a favore della Fondazione Monte dei Paschi. Chiedevamo all’allora Presidente tecnico Monti di intervenire per chiedere il commissariamento urgente della Banca MPS e di revocare in tal modo la nomina del signor Alessandro Profumo, indagato per frode fiscale ai danni dello Stato e, nell’ipotesi di condanna, privo dei requisiti di onorabilità previsti dalle vigenti normative per amministrare gli istituti di credito.
Chiedevamo inoltre al Premier, allora titolare anche del Dicastero dell’Economia, quali misure urgenti il Governo intendesse attivare per impedire che primarie banche fossero gestite con criteri amicali, anche da Fondazioni bancarie, praticando regole non scritte nella gestione, spesso alquanto discutibile, del credito e risparmio, che ha generato una lunga catena di crack finanziari ed industriali, quali Cirio, Parmalat, My Way, For You, Lehman Brothers.

Oggi, a questa lista di vergogne finanziarie posso solo aggiungerne un’altra: Alexandria, ma la vergogna sovrana è la Legge Amato, che ha privatizzato il sistema italiano delle banche pubbliche istituendo le fondazioni, che sono diventate a loro volta titolari delle quote azionarie della banca di riferimento con tutte le conseguenze derivanti: tra le varie,le nomine del consiglio d’amministrazione.
Il controllo politico delle banche si trasferisce così dal livello nazionale a quello locale, che si aggiunge alle lobby connaturate, diventane così l’effettiva cabina di comando. Così Monte dei Paschi di Siena non è semplicemente sfuggita a questa logica. In virtù di questa legge lo statuto della fondazione Mps prevede che il Sindaco della Città elegga 8 dei 16 consiglieri d’amministrazione, la Provincia 3, e così via. Arrivando ai giorni nostri (Marzo 2012) accade che il Partito di maggioranza locale sia spaccato da un lotta tutta intestina fra la corrente storica dalemiana e quella più nuova montiana, e si consuma sulle nomine del board del nuovo Presidente Mancini.
Da tempo andiamo denunciando l’emergenza delle varie gestione bancarie: amministratori che investono e distribuiscono milioni di euro rispondendo squisitamente a logiche di potere e di lobby, spesso ai limiti della legalità. Da tempo andiamo sostenendo che la certificazione dei bilanci non garantisce alcuna trasparenza, finché le nomine dei controllati sono stabilite dai controllori. Da tempo andiamo insistendo perché si parli di conflitto di interesse non solo per le televisioni di Berlusconi ma anche per ogni gestione di interessi economici ai quali certi Partiti non riescono a rinunciare, assicurazioni e cooperative incluse.
Ora che grazie alle lacrime degli italiani il Monte aveva salvato la faccia, che il vecchio Presidente ( che nel frattempo honoris causa era stato nominato Presidente dell’ Associazione Bancaria Italiana, con un indennità milionaria) venga lasciato al suo triste destino da difendere non ci stupisce; così come credo che nessun politico ci metterà la faccia, in fondo cosa c’entrerebbe? Non facciamo la solita demagogia! I poteri forti non esistono!
Il Governo Monti a Novembre ha buttato in tasca al Monte dei Paschi 3,9 miliardi di euro: sarà solo un caso che Alberto Monaci, ex Consigliere del Monte dei Paschi (fratello di Alberto Monaci Presidente del Consiglio della Regione Toscana in aperto contrasto con il sindaco) è già candidato nella Lista Civica Monti? A pensare male…
Antonio Borghesi
candidato al Senato per Rivoluzione Civile nella circoscrizioni Veneto ed Emilia Romagna

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