''Le vicende del Monte dei Paschi di Siena - dichiara Antonio Ingroia, candidato leader di Rivoluzione Civile - sono la triste conferma del fatto che quando politica e affari si intrecciano gli unici interessi tutelati sono quelli della casta. Ho letto - ha aggiunto - che il costo di Antonveneta è stato sopravvalutato. Questo mi ricorda gli esiti di altre inchieste di questo tipo''.
"Adesso - continua Ingroia -
piuttosto che prestare dei soldi sottratti agli italiani, tanto vale
entrare nella compagine societaria e controllare come i soldi vengono
gestiti".
E Di Pietro, dalla sua, non si allontana molto dalla dichiarazione di Ingroia.
"Sento puzza di tangenti grossa come una casa", ha dichiarato. "Lì - ha dichiarato Di Pietro sul avicenda della Antonveneta- c'era uno che voleva vendere a 7 miliardi e uno che ha detto: 'No, no, lo compro solo a 9 miliardi'. Chi ha comprato o è scemo da manicomio o dietro c'e' qualcosa. E - aggiunge Di Pietro - siccome lì sono tutto meno che scemi...".
Di Pietro ha così condannato, riprendendo le dichiarazioni di Ingroia, l'intreccio tra politica e finanza, e lo ha paragonanato alla mafia: "Una volta ero convinto che la politica controllasse la finanza, - aggiunge - ora mi sto convincendo sempre più che la politica si è calata le braghe ed è controllata dalla finanza che decide chi deve fare politica e come. Una volta si comportava così il sistema mafioso. Adesso il nuovo tipo di mafia sono i colletti bianchi. Una volta la mafia aveva la coppola e sparava, ora sta a Wall Street".
Sul rapporto tra politica e banche Di Pietro parla chiaro: "Nei comportamenti, al di là dell'iscrizione o meno a logge, è di tipo massonico".
Di Pietro ha poi attaccato l'attuale governo. "Grilli in Parlamento - ha specificato - dovrebbe chiedere le attenuanti generiche sul piano politico. Se c'è una responsabilità grande come una casa, è la sua e del governo Monti. L'Idv l'anno scorso ha avvertito il governo e il ministro di ciò che stava avvenendo nel Mps. Il governo doveva intervenire, così come Bankitalia. Hanno fatto le ispezioni - ha continuato Di Pietro - e' vero che non sono poliziotti, ma un'altra cosa è tenere gli occhi chiusi. Se uno vuole vendere un bene a 7 miliardi e vedi che lo comprano a 9 miliardi, o sei cecato, o sei scemo o sei complice".
Di Pietro ha chiuso affrontando il tema delle alleanze politiche. "Tra Monti e il Pd - ha spiegato - c'è un accordo certo come è certo che domani sorga il sole. Ora litigano e domani saranno insieme. Sono uno contro l'altro ma sono pronto all'accordo, come si dice volgarmente dalle mie parti sono culo e camicia".
E Di Pietro, dalla sua, non si allontana molto dalla dichiarazione di Ingroia.
"Sento puzza di tangenti grossa come una casa", ha dichiarato. "Lì - ha dichiarato Di Pietro sul avicenda della Antonveneta- c'era uno che voleva vendere a 7 miliardi e uno che ha detto: 'No, no, lo compro solo a 9 miliardi'. Chi ha comprato o è scemo da manicomio o dietro c'e' qualcosa. E - aggiunge Di Pietro - siccome lì sono tutto meno che scemi...".
Di Pietro ha così condannato, riprendendo le dichiarazioni di Ingroia, l'intreccio tra politica e finanza, e lo ha paragonanato alla mafia: "Una volta ero convinto che la politica controllasse la finanza, - aggiunge - ora mi sto convincendo sempre più che la politica si è calata le braghe ed è controllata dalla finanza che decide chi deve fare politica e come. Una volta si comportava così il sistema mafioso. Adesso il nuovo tipo di mafia sono i colletti bianchi. Una volta la mafia aveva la coppola e sparava, ora sta a Wall Street".
Sul rapporto tra politica e banche Di Pietro parla chiaro: "Nei comportamenti, al di là dell'iscrizione o meno a logge, è di tipo massonico".
Di Pietro ha poi attaccato l'attuale governo. "Grilli in Parlamento - ha specificato - dovrebbe chiedere le attenuanti generiche sul piano politico. Se c'è una responsabilità grande come una casa, è la sua e del governo Monti. L'Idv l'anno scorso ha avvertito il governo e il ministro di ciò che stava avvenendo nel Mps. Il governo doveva intervenire, così come Bankitalia. Hanno fatto le ispezioni - ha continuato Di Pietro - e' vero che non sono poliziotti, ma un'altra cosa è tenere gli occhi chiusi. Se uno vuole vendere un bene a 7 miliardi e vedi che lo comprano a 9 miliardi, o sei cecato, o sei scemo o sei complice".
Di Pietro ha chiuso affrontando il tema delle alleanze politiche. "Tra Monti e il Pd - ha spiegato - c'è un accordo certo come è certo che domani sorga il sole. Ora litigano e domani saranno insieme. Sono uno contro l'altro ma sono pronto all'accordo, come si dice volgarmente dalle mie parti sono culo e camicia".
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