domenica 11 novembre 2018

Roma. 40mila in piazza contro il decreto Salvini e il razzismo, ma per i Tg non esistono

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La data del corteo alla fine si è rivelata quella giusta. Martedi il Senato ha approvato il decreto Salvini e la prossima settimana toccherà alla Camera. In mezzo una manifestazione con migliaia e migliaia di persone provenienti da tutta Italia. Ma, come avvenuto per la manifestazione del 20 otttobre, anche questo corteo è stato oscurato da tutti i telegiornali, pubblici o privati. Insomma sembra proprio che nessuno debba disturbare il manovratore (il governo) ma neanche l’opposizione istituzionale del Pd.
La manifestazione ha chiesto “il ritiro immediato del decreto immigrazione e sicurezza varato dal governo” ma ha declinato anche un “No al disegno di legge Pillon, contro il quale nella mattinata c’erano state manifestazioni in diverse città in preparazione della manifestazione nazionale di “Non una di meno” del prossimo 24 novembre.

Secondo la Questura i manifestanti erano solo diecimila. Ma il colpo d’occhio restituito dal corteo e dalla conclusione in piazza San Giovanni dà una impressione molto diversa. Tra i manifestanti c’era anche Mimmo Lucano, il sindaco di Riace arrestato dalla magistratura, “deposto” dal Ministero degli Interni  e costretto al soggiorno al di fuori del comune che dovrebbe amministrare. Molti gli striscioni e gli slogan che rivendicano “accoglienza e regolarizzazione per tutti e tutte. Solidarietà e libertà per Mimmo  Lucano! Giù le mani da Riace e dalle Ong. Basta con l’esclusione sociale. No ai respingimenti, alle espulsioni, agli sgomberi. Contro il razzismo dilagante, la minaccia fascista, la violenza sulle donne,  l’omofobia e ogni tipo di discriminazione”.
Il corteo si è mosso lentamente da piazza della Repubblica anche perché decine di pullman sono stati bloccati dalla polizia alle porte di Roma e i manifestanti schedati e perquisiti. Un trattamento che la Questura e il Ministero degli Interni sembrano riservare esclusivamente ad alcune manifestazioni e non ad altre, con una discriminazione su basi politiche ormai fin troppo evidente e inaccettabile.
C’è anche chi, di fronte a questo, scopre con ritardo e con senso del ridicolo che tali misure mettono in discussione la libertà di manifestazione. La dichiarazione di Orfini del Pd che stigmatizzava su twitter i blocchi dei pullman, è stata accolta da una salva di fischi. Molti erano memori del trattamento del tutto analogo riservato dal ministro Minniti ai manifestanti del 25 marzo dello scorso anno, ai cittadini napoletani venuti a manifestare sotto Montecitorio contro il dissesto e alle manifestazioni sindacali dell’Usb.
Il grosso della manifestazione era rappresentato dalle grandi e piccole associazioni che lavorano con i migranti. Sono state più queste che gli spezzoni organizzati di sindacati di base (Unicobas, Cobas, Sicobas) e partiti politici a fare la differenza nella partecipazione. Anche in questa occasione lo spezzone di Potere al Popolo si è distinto per vivacità e composizione.
Le uniche note da segnalare era una presenza di migranti non numerosa come altre manifestazioni. Un fattore che può essere stato determinato dal clima di repressione e intimidazione crescente verso gli immigrati oppure dalla dimensione tutta “politica” che è venuto assumendo il corteo di oggi, con una declinazione via via più vicina alle sensibilità e alle necessità del “popolo della sinistra” di ritrovarsi insieme, piuttosto che alle istanze conflittuali degli immigrati.
Una valutazione critica sottolineata nei giorni scorsi da Aboubakar Soumahoro, un’assenza pesante nella manifestazione di oggi.
Le foto sono di Patrizia Cortellessa
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