AMAZON ADDIO?
legallinefelici.it
Il “nemico” non è Amazon
Il nemico è un sistema economico che ci vuole consumatori isolati
E inconsapevoli dei nessi che legano tutte le “cose” e le attività umane
Le nostre scelte quotidiane con la propensione all’emigrazione dei giovani africani
Il famoso battito d’ali della farfalla in Amazzonia con il tornado nell’Oceano pacifico…
Golia che ci espropria anche del vero significato delle parole, dove “ministro”, che viene da “minus” cioè meno, diventa uno che se ne va in giro, tronfio, con la scorta e ha strapotere sulle nostre vite (vedi “Ecologia della parola” di Massimo Angelini, Edizioni Pentagora)
E allora la nostra “guerra” non può che essere adoperarci costantemente per cercare di rafforzare la coscienza collettiva di Davide
E delle sue potenzialità, se unito
Certamente, in questo momento, non possiamo illuderci di sconfiggere, domani mattina, Golia, ma possiamo (e dobbiamo, secondo noi) esercitare il nostro spirito critico e compattare le fila di quanti non si rassegnano ad accettare l’insensatezza di questo sistema
È per questo che molto volentieri partecipiamo alla campagna AMAZON ADDIO, proposta da Massimo Angelini e rilanciata da Comune-info
E lo facciamo utilizzando le lucide parole di un prete militante, Paolo Farinella
Senza aggiungere altro
Paolo Farinella, prete,
ad Amiche e Amici.
Faccio
mia la proposta di alcuni amici, che stanno diventando
“molti”, di fare una scelta di civiltà e di difesa della
Democrazia, scegliendo da che parte stare con un’azione
semplice, concreta e rivoluzionaria. Con tre piccoli gesti
possiamo essere i nuovi Davide che affrontano i Golia di ieri,
di oggi e specialmente di domani, perché se gli lasciamo campo
libero ci sotterreranno, dominando la nostra libertà,
svuotandoci le tasche e uccidendo il piccolo commercio
artigianale.
Molti,
moltissimi oggi si lamentano che non c’è lavoro, che i
piccoli negozietti di prossimità chiudono, che la
grande distribuzione avanza come una valanga e come una
valanga produce solo distruzione e danni irreparabili. Occorre
che ci difendiamo da una economia politica e finanziaria che
privilegia solo la produzione di “merci” per produrre
denaro che produce altre “merci” che ormai ci seppelliscono.
Chi si lamenta, chi s’indigna, chi si addolora, chi
piange per il figlio/figlia senza lavoro, può fare la
differenza, passando dal concetto di “merce” a
quello di “bene” che serve la vita, e la vita felice.
Nel
panorama mondiale, AMAZON è l’emblema più atroce di quello
che sta accadendo, nell’indifferenza di quasi tutti: da
distributore di libri, in pochi anni è diventato l’universale padrone del commercio on
line, guadagnando miliardi su miliardi, al prezzo osceno e immorale e
anti-economico e anti-sociale della schiavitù dei suoi
operai-schiavi, monitorati istante su istante, anche nelle
esigenze più naturali, come i bisogni corporali.
Ogni
giorno, ascolto persone che si lamentano, s’indignano e poi,
comodamente seduti, davanti al pc o a Mc, esauriscono ogni
indignazione con un “LIKE”. Ecco, i Like sono
l’invenzione di chi vuole imbrigliare la nostra libertà, la
nostra insopprimibile libertà di scelta e di decidere della
nostra vita. Amazon e i suoi
simili non solo vogliono farci schiavi, ma esigono anche che
lo siamo “volontariamente”, come in modo lucido nel secolo XVI
aveva descritto Ètienne de la Boétie nel suo splendido
saggio “La servitù volontaria”. Per quanto mi riguarda cerco
di essere un LIBERO VOLONTARIO E APPASSIONATO.
Chiudono
le piccole librerie, i negozi di artigiani e commercianti a
struttura familiare vicino casa nostra, con perdite di posti
di lavoro di prossimità che erano pure presidi sociali
d’incontro, cultura, informazione tradizione, conoscenza. La
conseguenza è: dove chiudono questi “pilastri” del vivere
quotidiano, si fa il deserto e cresce l’abbandono. Chi può
competere con il prezziario di Amazon che fa
risparmiare qualche euro, ma uccide la vita? Chi può
competere con uno che fa lavorare gli altri come
schiavi, senza tempo e senza dignità, ricavando
ricchezza dalle loro fatiche, dalla loro povertà e
disperazione di avere uno straccio di possibilità di vita. Chi
può competere con chi alimenta la guerra tra poveri
perché oggi per avere il minimo necessario per sopravvivere
bisogna attrezzarsi per fare tre o quattro lavori,
escludendo qualsiasi progetto di vita?
Ecco, RESISTERE,
RESISTERE, RESISTERE, oggi ad AMAZON, domani ad
altri suoi simili, significa riappropriarsi di FONDAMENTALI
INDISPENSABILI per progettare il presente e il futuro dei
vostri figli e nostri nipoti: a) sostenibilità ambientale;
b) equità sociale che deve essere estesa anche sia alle
generazioni future sia a tutte le specie viventi
(animali, vegetali e al territorio che non è inanimato, ma
vive e respira).
È
finito il tempo di stare
alla finestra a guardare il genocidio di massa cui stiamo
assistendo passivamente. È arrivato il tempo, ed è
questo, di alzare lo sguardo al cielo, raddrizzare la schiena,
risorgere dall’ignavia e urlare con la forza della nostra
dignità che non abbiamo paura dei Golia di tutti i tempi
perché con la sola fionda della nostra coscienza possiamo
ribaltare le sorti dell’umanità tutta. Non più un solo Davide,
ma 10, 100, 1000, migliaia, milioni di Davide si ergono sulle
gambe della loro dignità di persone che convivono con altre
persone e dicono “NO” ai nuovi aguzzini, agli schiavisti, al
furto del lavoro e dell’anima di ciascuno di noi.
Mi fermo
qui. Potete leggere l’appello che stiamo facendo e divulgando
e credo e penso e spero che ciascuno sappia valutare sulla
bilancia della vita se comprare qualcosa da Amazon,
risparmiando qualche euro, valga la candela della schiavitù
allargata. No, Parigi non sempre vale una Messa.
Questo
passo potrebbe essere il “principio” di azione più ampia, di
grande portata politica per un progetto organico, strutturato
di azione civile e sociale che possa incidere e possibilmente
anche entrare nelle stanze delle decisioni economiche e
politiche per riprendere il filo che in questi anni di
stravolgimento di valori e principi si è spezzato. Ogni cosa a
suo tempo. Ne riparleremo perché da Amazon parte un
processo che non si arresterà.
Il 25
Aprile è l’anniversario della LIBERAZIONE DA CUI EBBE ORIGINE
LA COSTITUZIONE NOSTRA. TORNIAMO AD ESSA, ASSUMIAMOLA ALLA
LETTERA E RICOMINCIAMO A RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE
PER COSTRUIRE INSIEME NON UN GOVERNO DI TRANSIZIONE E
PROVVISORIO, MA UNA VISIONE DI VITA, UN MONDO, UNA PROSPETTIVA
DOVE OGNUNO HA DIRITTO DI ESSERE FELICE E NON SOMMERSO DA
MERCI INUTILI E ANCHE DANNOSE ALLA TERRA E ALLE ANIME NOSTRE.
In questo Internet può essere strumento potente e gradito.
Se
seguite passo passo l’Appello accluso, avrete anche
modo di interloquire con il gruppo, cui potete iscrivervi, che
sta al principio di questa iniziativa che non esito a definire
rivoluzionaria perché fondata sulla coscienza spirituale di
ogni singola persona. A tutte e a tutti un abbraccio
affettuoso.
Paolo Farinella, prete
INVITO
Amazon sta guadagnando una posizione di
monopolio mondiale straordinaria e pericolosa: la sua
crescita, accompagnata da una progressiva concentrazione e
automazione dei processi di distribuzione, sempre più di
frequente viene associata:
- alla chiusura di negozi e librerie, e
alla conseguente perdita di posti di lavoro;
- a una riduzione della qualità del lavoro,
sempre più misurato, controllato, malpagato, precario, e meno
tutelato;
- all’elusione della tassazione nei paesi
dove opera, compresa l’Italia.
In questo
scenario, chiude il piccolo commercio, si perdono posti di
lavoro, si erodono garanzie per quelli che restano, si mette a
rischio la posizione dei lavoratori del commercio e della
logistica, ma anche quella dei produttori ai quali, in
progresso di tempo e crescendo la posizione di monopolio, più
facilmente il prezzo di uscita delle merci potrà essere
imposto al ribasso. Mentre alcuni si compiacciono
dell’efficienza, della comodità e del relativo risparmio –
perché è vero che i prodotti inviati attraverso Amazon
arrivano presto e spesso sono venduti a un prezzo ribassato –
c’è una parte di mondo che diventa più povero, meno tutelato,
ricattabile: se a un risparmio di tempo e denaro
individuali corrisponde un maggior costo sociale (oltre che
personale) in termini di dignità dei lavoratori e posti di
lavoro, allora il bilancio è certamente negativo. E lo
è per tutti, anche per chi persegue i soli propri
interessi individuali, perché una società più povera, in
termini economici, morali, di sicurezza è un costo per tutti.
Per chi
voglia approfondire, sulla posizione di monopolio di Amazon e
le sue conseguenze, esistono articoli e analisi facilmente
reperibili in rete.
Poiché i
monopoli – tutti – generano maggiore povertà, favoriscono la
concentrazione dei capitali e contribuiscono ad allargare la
forbice che separa una minoranza progressivamente più ridotta
e più ricca da una maggioranza più allargata e sempre più
povera, proponiamo un gesto di resistenza e di schieramento a
partire dalla dissociazione da quello che oggi si presenta
come il monopolio in più ampia e rapida espansione e
commercialmente più aggressivo: Amazon.
Per aderire,
bastano tre azioni:
1. Evita di acquistare attraverso Amazon e
cancellare, per chi l’ha fatta, la propria iscrizione su https://www.amazon.it (e, magari, riscoprire i negozi sotto
casa e le librerie indipendenti);
2. Comunica pubblicamente la tua adesione a
questa iniziativa attraverso il sito del quotidiano
Comune-info, così:
b. nella pagina di apertura, cerca lo
spazio “AmazonAddio”, e qui inserisci semplicemente nome,
cognome e email); oppure vai direttamente a https://comune-info.net/2018/ 04/amazon-addio/
3. Diffondi l’iniziativa e invitare a
diffonderla attraverso la posta elettronica e, per chi li usa,
i propri profili sui social.
QUESTA azione collettiva non
incide su un processo mondiale apparentemente inarrestabile:
ma, intanto che la foresta brucia, noi scegliamo di gettare
sull’incendio la nostra goccia d’acqua, non perché possa
sperabilmente spegnerlo, ma per dignità e testimonianza.
TI RINGRAZIO PER L'ATTENZIONE
Massimo
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