sabato 21 aprile 2018

Disoccupazione tecnologica. La Banca d’Inghilterra si arrende a Marx

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Non capita spesso che i marxisti si vedano far ragione da rappresentanti dell’alatissima borghesia, ma a volte accade. E la circostanza diventa davvero clamorosa se si pensa che “il borghese” in questione è addirittura il governatore della Banca d’Inghilterra, la più antica banca centrale del mondo capitalistico.
Ancora più importante, ci sembra, è il tema su cui il governatore Mark Carney ci dà ragione: l’evoluzione della tecnologia orientata ad automatizzare la produzione porterà certamente a una disoccupazione di massa di proporzioni mai viste prima. Con inevitabili tensioni sociali che – nientepopodimeno – potrebbe restituire “centralità al marxismo”.
L’espressione è ambivalente, perché appare ovvio che il governatore inglese identifichi Marx con “i comunisti”, ovvero un’impostazione scientifica bicentenaria con un movimento politico reale, a prima vista quasi inesistente, ma potenzialmente sovversivo dell’ordine esistente.
Ma anche sul piano strettamente scientifico, Carney avverte la crisi ormai palese del “pensiero unico” neoliberista e l’assenza di alternative scientifiche (e politiche, in senso lato) interne alla logica liberale, com’è stato per quasi mezzo secolo il keynesismo.

Un raggio di sole per quanti continuano a battersi per orientare la crisi del capitalismo verso esiti non catastrofici – “la comune rovina delle classi in lotta” – tipo una terza guerra mondiale tra più potenze nucleari.
Basta non pensare che, allora, si possa tranquillamente riprendere in mano la “vecchia attrezzatura”, come se quei cambiamenti strutturali che sconvolgono persino un Carney non avessero alcuna conseguenza sul nostro modo di guardare al mondo. Perché una cosa sono le lenti attraverso cui si guarda (le leggi scientifiche individuate da Karl Marx alla base del funzionamento del capitalismo), tutta un’altra è la visione che otteniamo. Così come una cosa conoscere le leggi dell’aerodinamica e un’altra è il fabbricare aerei.
La visione, insomma, dobbiamo produrla noi, oggi, non è già data.
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Mark Carney avverte: i robot che eliminano posti di lavoro potrebbero portare all’ascesa del marxismo
La disoccupazione di massa, la stagnazione dei salari e la crescita del comunismo potrebbero derivare dai progressi tecnologici
Colin Drury – The Indipendent
Le perdite massicce di posti di lavoro causate dall’avanzamento della tecnologia potrebbero portare a un aumento del marxismo, ha avvertito il governatore della Banca d’Inghilterra.
Mark Carney ha affermato che l’automazione di milioni di posti di lavoro potrebbe portare alla disoccupazione di massa, alla stagnazione dei salari e alla crescita del comunismo nell’arco di una generazione.
Ha avvertito: “Marx ed Engels potrebbero tornare rilevanti”.
Parlando al Summit per la crescita in Canada, Carney ha affermato che incrementi dell’intelligenza artificiale, dei big data e delle macchine ad alta tecnologia potrebbero creare enormi disuguaglianze tra i lavoratori altamente qualificati che traggono vantaggio dai progressi e coloro che ne sono emarginati.
“I benefici, dal punto di vista del lavoratore, dalla prima rivoluzione industriale, iniziata nella seconda metà del XVIII secolo, non si sono sentiti pienamente nella produttività e nei salari fino alla seconda metà del 19 ° secolo”.
“Se sostituisci le piattaforme alle fabbriche tessili, il machine learning ai motori a vapore, Twitter al posto del telegrafo, hai esattamente le stesse dinamiche che esistevano 150 anni fa, quando Karl Marx stava scrivendo il Manifesto del Partito Comunista”.
La rivoluzione industriale ha visto una crescita ineguagliata della produzione durante la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, ma i salari non aumentarono per decenni, poiché la presenza delle macchine significava che i posti di lavoro creati erano poco qualificati.
Molti ritengono che le disuguaglianze risultanti siano state un precursore diretto dell’aumento dell’estremismo di sinistra e di destra in tutta Europa.
Carney, che lascerà il suo posto nel 2019, ha detto che gli anni di debole crescita dei salari dopo la crisi finanziaria hanno suggerito che questa esperienza del diciannovesimo secolo si stava già ripetendo.
Il governatore ha anche aggiunto che ci sono segni di “svuotamento” nel mercato del lavoro, in quanto i lavoratori di medio livello trovano i computer in grado di completare compiti specifici – anche in alcuni lavori precedentemente considerati qualificati.
“C’è una disconnessione nelle aspettative. Nei sondaggi, oltre il 90% dei cittadini non pensa che il loro lavoro sarà influenzato dall’automazione, ma una percentuale simile di amministratori delegati pensa l’opposto, quanto a numero di posti di lavoro che saranno materialmente distrutti”.
Ha sottolineato come gli studi legali stessero già usando l’intelligenza artificiale per controllare i documenti e leggere le prove, cosa tradizionalmente fatta da avvocati alle prime esperienze (accolti negli studi già avviati, ndt). E ha aggiunto che le banche hanno utilizzato una combinazione di intelligenza artificiale e big data per informatizzare vaste aree di reparti di assistenza clienti, con il risultato che gran parte del personale è stato reso disoccupato.
Lavori come i conducenti di taxi o camion potrebbero anche essere rottamati, poiché la tecnologia dell’auto-guida migliora, ha aggiunto.
Carney ha detto che le tendenze vanno contro le idee precedenti, secondo cui solo le attività manuali sarebbero state trasferite alle macchine.
Il risultato finale, ha spiegato, potrebbe significare che più lavoratori hanno bisogno di prepararsi per lavori che richiedono una maggiore intelligenza emotiva, in settori quali la cura e il tempo libero.

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