Medico e Farmacologo Clinico
Sappiamo,
tanto per fare un esempio, che l’esposizione in periodo pre-natale alla
talidomide e all’acido valproico (sostanze farmacologiche) sono
connesse all’autismo. Un nuovo studio (ricercatori del King’s College London, Karolinska Institutet in Svezia, Mount Sinai
negli Stati Uniti) afferma che l’autismo, i Disturbi dello Spettro
Autistico, sono dovuti per il 50% a sostanze che inquinano l’ambiente.
Lo SPETTRO AUTISTICO (Autistic Spectrum Disorders: Disturbi dello spettro autistico)
è il termine con il quale attualmente si definisce unitariamente e
clinicamente l’autismo; e comprende diverse patologie, o sindromi, che
presentano, a vari livelli o gradi, disturbi neuro-psichiatrici.
Diversi
studi hanno già “suggerito” che, tra le sostanze che inquinano
l’ambiente, il mercurio, ossia l’intossicazione da mercurio, può essere
la causa o fattore favorevole all’instaurarsi della patologia cerebrale
dovuta allo Spettro Autistico. Non va dimenticato che il mercurio è un
metallo pesante molto tossico e può devastare il Sistema Nervoso
Centrale.
Altri
studi scientifici, sebbene prevalentemente focalizzati sul mercurio
(Hg), hanno dimostrato l’associazione di vari metalli tossici come
Cadmio (Cd), Piombo (Pb) e Arsenico (As). Tracce di sostanze tossiche
sono state ritrovate in bambini autistici; vi è inoltre correlazione tra
la concentrazione di mercurio nei capelli e la gravità dell’Autistic
Spectrum Disorders.
L’autismo
è considerato “multicausale” e i fattori ambientali hanno una notevole
importanza; in particolare, la discussione – a livello internazionale – è
focalizzata sulle neurotossine, come mercurio e piombo. Environmental
Health Perspectives (Agosto 2013) riporta che l’inquinamento dell’aria
contiene molte sostanze tossiche che colpiscono le funzioni neurologiche
e che hanno effetti sul feto nell’utero.
Studi
recenti pongono in rilievo l’associazione tra l’esposizione pre-natale
all’aria inquinata e lo Spettro Autistico nei bambini. L’esposizione
pre-natale, il vivere in luoghi inquinati, quindi può aumentare il
rischio di autismo nei bambini che nasceranno. Sono proprio le sostanze
neurotossiche, presenti nell’ambiente, che possono aumentare l’incidenza
nei bambini di casi di Disturbi dello Spettro Autistico. Una delle
prime sostanze imputate è la Diossina.
Studi
scientifici, pubblicati dall’EPA/NIEHS Children’s Center negli Stati
Uniti, affermano che il PCBs (Policlorinobifenile: una diossina) può
aumentare il rischio di autismo in bambini geneticamente “suscettibili”.
L’EPA è l’agenzia per la protezione dell’ambiente statunitense, l’U.S
Enviromental Protection Agency. Altri studi – University of
California-Davis e Washington State University – “suggeriscono” che
l’esposizione al PCBs può aumentare la probabilità, in alcuni bambini,
di Disordini dello Spettro Autistico. L’autorevole giornale scientifico
Environmental Health Perspectives ritiene che il PCBs, anche se tale
sostanza non è ritenuta “causa”, possa essere aggiunto al rischio di
autismo.
Altri
studi, effettuati negli Stati Uniti, affermano che i Disturbi dello
Spettro Autistico, ma anche tumori e malformazioni, possono essere
conseguenza, nei bambini, dell’agente Orange (contente diossina) usato
durante la guerra in Vietnam come defoliante, e che ha colpito milioni
di bambini vietnamiti e migliaia di soldati americani.
Su
Molecular Psychiatry (2014) è stato pubblicato uno studio che valuta e
investiga l’associazione tra l’esposizione perinatale alla diossina e i
“tratti” autistici in bambini, di circa tre anni, in aree contaminate
del Vietnam. Va specificato che per perinatalità si
intende il periodo che precede e segue la nascita, e che va dalla
ventinovesima settimana di gestazione e a sette giorni dopo il parto.
Livelli
elevati di diossina nel latte materno sono stati ritrovati in madri
residenti in aree contaminate vicine a basi aeree in Vietnam; si è
pensato perciò a un’esposizione perinatale per i loro bambini. Questo
studio evidenzia uno specifico impatto perinatale della
tetraclorodibenzo-p-diossina (TCDD) sui “tratti” autistici dei bambini.
La
rivista scientifica PLOS COMPUTATIONAL BIOLOGY JOURNAL ha pubblicato
(2014) dei dati, raccolti su più di 100 milioni di cittadini americani,
in cui si evidenzia come lo Spettro Autistico sia una patologia che,
oltre a fattori genetici, includa anche fattori ambientali. La forte
influenza dell’inquinamento ambientale, come l’esposizione prenatale ai
pesticidi, è attualmente dimostrata, anche se c’è ancora molto da studiare e valutare.
Per
i ricercatori autori dello studio (Università di Chicago negli Stati
Uniti) l’esposizione della madre durante il periodo della gravidanza, e quindi
del feto, a sostanze inquinanti come i pesticidi, può rappresentare un
grave rischio di contrarre l’autismo. Il professor Andrey Rzhetsky, Department of Medicine Section of Genetic Medicine and Department of Human Genetics, University of Chicago, ha spiegato nel programma statunitense Fox News che
alcune molecole, microscopiche particelle “[…] come quelle di farmaci,
di prodotti plastificanti, di pesticidi, possono alterare il normale
sviluppo del feto”.
Non
solo piombo, mercurio e arsenico dunque, ma i pesticidi. Pochi giorni
fa, negli Stati Uniti, lo U.S. Center for Disease Control and Prevention
afferma che risulta colpito dai Disordini dello Spettro Autistico un
bambino su 68. Una “pandemia silenziosa”; questo è il nome che i
ricercatori del Mount Sinai School of Medicine di New York usano per gli
“avvelenamenti” da piombo, mercurio, arsenico e pesticidi.
Nel
2012 il Mount Sinai Chldren’s Environmental Health Center ha pubblicato
una lista, delle dieci sostanze più sospettate di essere causa di
Autismo e altri problemi di intelligenza e apprendimento nei bambini. Le
sostanze sono:
1) Piombo
2) Metilmercurio
3) PCBs
4) Pesticidi organofosforici
5) Pesticidi organoclorurati
6) Endocrine disruptors
7) Automotive exhaust
8) Idrocarburi policiclici aromatici
9) Brominated flame retardans
10) Composti Perfluorurati (PCF)
Come Endocrine disruptors –
interferenti e distruttori endocrini – che si riferiscono al sistema
endocrino e agli ormoni, si indicano le sostanze artificiali e non.
Queste sostanze possono provocare gravi danni alle popolazioni esposte e
non hanno una tossicità acuta. Tra i possibili danni vi sono i problemi
legati allo sviluppo, tumori, deformazioni corporee, problemi nello
sviluppo sessuale, del cervello, seri deficit dell’attenzione, disturbi
dell’attenzione. Queste sostanze includono anche gli idrocarburi
policiclici aromatici, tra gli inquinanti ambientali.
Gli Automotive Exhaust sono,
detto molto schematicamente, i gas di scarico delle autovetture che
producono numerosi effetti avversi alla nostra salute; tra questi vi
sono il monossido di Carbonio, il diossido di Azoto e di Zolfo, le
particelle sospese PM-10 (particelle di meno di 10 micron), il Benzene,
la Formaldeide, gli Idrocarburi Policiclici.
Brominated flame retardans sono,
in pratica, i ritardanti di fiamma e vengono commercializzati come
ritardanti chimici; i brominati sono la varietà più usata e sono
comunemente usati nei prodotti elettrici e elettronici (computer,
telefoni cellulari) e riducono la loro infiammabilità. I brominati
(BRFs) sono composti organo-bromidici, con componente plastica,
adoperati anche in molti oggetti di uso comune e sono presenti anche in
mobili e vestiti, cuscini, materassi. Il brominato è potenzialmente
neurotossico.
Il Glifosato, che negli ultimi anni viene correlato all’autismo e quindi allo Spettro autistico (Autistic Spectrum Disorder, Disturbi Persuasivi dello Sviluppo,
è il protagonista di numerosi studi che vengono incentrati su questo
erbicida molto adoperato in agricoltura. Uno studio scientifico
pubblicato nel 2018 afferma che “Oggigiorno, sembra esserci un consenso
sulla natura multifattoriale dei disturbi dello spettro autistico
(ASD).”
Pesticidi
e agrotossici sono inclusi nella lunga lista di fattori di stress
ambientali correlati all’ASD. L’ingestione di glifosato (GLY), erbicida
sistemico ad ampio spettro, può ridurre i batteri benefici nel
microbiota del tratto gastrointestinale senza esercitare alcun effetto
sulla popolazione di Clostridium, che è altamente resistente al
glifosato. Nello studio è stata effettuata una revisione sistematica per
valutare la relazione tra i batteri di Clostridium e la probabilità di
sviluppare e/o aggravare l’autismo nei bambini.”2).
Come affermano numerosi scienziati e ricercatori, in particolare quelli del MIT (il Massachusetts Institute of Techonology), negli Stati Uniti, nel 2025 un bambino su due sarà autistico; un autentico disastro!
Stephanie
Seneff ricercatrice del MIT (non specializzata in epidemiologia) in un
articolo (2014) afferma che, oltre agli organismi geneticamente
modificati (OGM), “Le prove evidenziano la tossicità del glifosato
derivante dall’uso eccessivo dell’erbicida Roundup della Monsanto”. Più
recentemente, in una Tavola Rotonda sugli OGM, ha rimarcato che
l’autismo è correlato alla tossicità del Glifosato. Affermazioni che
meritano sicuramente una grande attenzione e una seria discussione
scientifica.
Sappiamo
che dal 1980 il numero dei bambini affetti dai disturbi dello Spettro
Autistico (ADS) è drammaticamente aumentato e questo non solamente per i
progressi e gli avanzamenti delle pratiche diagnostiche; “È noto che il
rischio di autismo è associato con l’età paterna avanzata e con il
diabete nella madre durante la gravidanza [2]. Esiste una ben nota
preponderanza maschile nei casi di ASD [1]. Sebbene l’autismo sia
ritenuto, da molti esperti, causato da fattori ereditari, nessuna
singola specifica alterazione della sequenza del DNA è stata trovata per
spiegare un certo numero di casi.
Un recente rapporto di Yuen et alii
[3] ha sollevato interrogativi sull’argomento dei difetti ereditari del
gene in relazione alla causalità dell’autismo; poiché l’autismo spesso è
già presente nelle famiglie, gli esperti hanno ipotizzato che i
fratelli affetti da autismo ereditassero i geni, che predispongono
all’autismo, dai loro genitori. Negli ultimi studi effettuati, invece,
sembra che potrebbe non essere così.
In uno studio di Koller et alii
[4], cellule epiteliali buccali umane sono state esposte solo al
glifosato in un test; mentre, separatamente, in un altro test è stata
utilizzata la formulazione contenente glifosato nota come Roundup®. Ogni
test aveva concentrazioni con una diluizione di 450 volte superiore
alle concentrazioni utilizzate nelle irrorazioni di colture in
agricoltura.
In
ciascuno dei due test effettuati, è stato riscontrato che il danno al
DNA si verifica nelle cellule epiteliali esposte. Gli esperti, quando
analizzano le cause che potrebbero provocare l’autismo, spesso invocano
cambiamenti epigenetici, citando reazioni non specificate, o influenze
ambientali. Tali cambiamenti epigenetici, pur non modificando il codice
di sequenza del DNA, sono ritenuti ereditari e causali, e potrebbero
influenzare il neurosviluppo precoce/fetale. Le cause ambientali quindi
non sono state escluse e l’esposizione all’inquinamento atmosferico,
soprattutto particolato e metalli pesanti, è riconosciuta come elemento
di maggior rischio per l’autismo …” 3)
E’
quanto si riporta in un lavoro scientifico del 2015 sulle cause
ambientali o “contributive” dell’autismo; vi è dunque una correlazione,
direi consistente, tra il Glifosato (ma anche altri diserbanti) e
l’Autismo.
L’Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC o CIRC, International
Agency for Research on Cancer, o Centre international de Recherche sur
le Cancer), che fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha
classificato, nel 2015, il Glifosato come probabile cancerogeno negli
esseri umani.
Nello
studio di The Great Plains Laboratory, si evidenzia come il Glifosato
sia, come già detto, correlato ai Disturbi dello Spettro Autistico: “Lo
studio è anche significativo perché dimostra un potenziale meccanismo
attraverso il quale il glifosato potrebbe causare danni al cervello. Le
persone sono esposte a quantità elevate di glifosato quando consumano
cibi geneticamente modificati che sono progettati per sopravvivere alla
tossicità del glifosato…” 4)
Altra
questione, molto importante, è la correlazione tra l’uso di alcune
sostanze farmacologiche e l’Autismo; in particolare il Paracetamolo, o
Acetominofene, e l’antibiotico a uso orale quale l’amoxicillina + acido
clavulanico, cioè l’Augmentin.
“Il riconoscimento che i fattori ambientali influenzano l’espressione genica ha portato a sintesi di questo tipo: una ‘epidemia epigenetica’,
provocata da agenti ambientali pervasivi che alterano l’espressione di
geni vulnerabili, inducono biochimiche autistiche in molte madri e
bambini. Due tossine più implicate nell’epidemia di autismo, negli Stati
Uniti, sono il paracetamolo analgesico/antipiretico (Tylenol) e
l’antibiotico orale amoxicillina/clavulanato (Augmentin). Recentemente
il glifosato da erbicida (Roundup) è stato implicato in modo
esponenziale…” E’ quanto riportato, molto recentemente, in uno studio
scientifico sul Paracetamolo che afferma: “L’acetaminofene è uno dei
pochissimi antidolorifici considerati generalmente sicuri da usare
durante la gravidanza. Un nuovo studio, tuttavia, suggerisce che
potrebbe non essere così sicuro dopo aver identificato un legame tra
esposizione prenatale al farmaco e sintomi di autismo e disturbo da
deficit di attenzione e iperattività”.
I
ricercatori sostengono che le donne incinte, che usano il paracetamolo,
hanno maggiori probabilità di avere bambini con sintomi di autismo o
ADHD. Lo studio che lo dimostra è condotto da ricercatori del Centro di
ricerca sull’epidemiologia ambientale (CREAL) di Barcellona, in Spagna,
ed è pubblicato sull’International Journal of Epidemiology.
Il
paracetamolo è uno dei farmaci da banco più comunemente usati durante
la gravidanza, circa il 65% delle donne incinte, negli Stati Uniti, lo
usa; dovrebbero invece consultare un medico, ma per la maggior parte
delle future mamme, l’uso di acetaminofene è ancora considerato
“sicuro”.
Uno
studio del 2010 condotto dai Centri per il controllo e la prevenzione
delle malattie (CDC) non ha rilevato un aumento del rischio di difetti
alla nascita con l’uso di paracetamolo nel primo trimestre di
gravidanza. Ci sono state prove che l’uso di acetaminofene durante la
gravidanza possa interferire con lo sviluppo cerebrale dei feti. Nel
2014, uno studio pubblicato su JAMA Pediatrics ha evidenziato che le
future mamme che usavano il paracetamolo avevano maggiori probabilità di
avere bambini con comportamenti associati al disturbo da deficit di
attenzione e iperattività (ADHD)…”
Alcuni
esperti sostengono invece che non ci sono prove della correlazione tra
paracetamolo e autismo nei ragazzi; uno studio scientifico del 2017,
pubblicato sul Journal of International Medical Research,
dimostrerebbe però il contrario: “L’ampia gamma di fattori associati
all’induzione dell’autismo è inevitabilmente collegata a entrambi,
infiammazione o stress ossidativo. L’autismo può essere associato
maggiormente all’uso di paracetamolo nei bambini che durante la
gravidanza; forse a causa di ben note carenze nella degradazione
metabolica dei farmaci durante lo sviluppo iniziale.
L’uso
di paracetamolo quindi potrebbe essere una delle cause maggiori di
aumento dei casi di autismo, con presenza di infiammazione e stress
ossidativo; si nota neurotossicità in neonati e bambini. Tutto questo
impone un’estrema urgenza nel sondare gli effetti a lungo termine
sull’uso di paracetamolo nei bambini e la possibilità che molti casi di
autismo infantile possano effettivamente essere indotti dall’esposizione
al paracetamolo poco dopo la nascita.”
Sul
fronte opposto, il Sulforafano è un composto del gruppo degli
isotiocinati che si ritrova in diversi vegetali come quelli appartenenti
alla famiglia delle Crucifere come, a esempio, broccoli, cavoli e
cavoletti di Bruxelles, cavolfiori, rafano, rucola, cavoli rapa, senape,
ravanello, crescione.
Il Sulforafano ha oggi una grande attenzione scientifica soprattutto per quanto riguarda la sua capacità anticancerogena;
è molto importante sapere che il Sulforafano ha una biodisponibilità
(la quantità sufficiente di un farmaco che raggiunge un organo bersaglio
per produrre un’attività terapeutica) nettamente più elevata ad altre
sostanze vegetali quali la curcumina, la silimarina e il resveratrolo
9).
Le
capacità terapeutiche di questo gruppo di piante come antitumorali,
erano note da tempo e, per quanto riguarda il cavolo nero, o nero crespo
di Toscana, si conoscono numerose varietà. Il cavolo nero, assieme ad
altri cavoli, rappresenta un cibo funzionale (functional food); è cioè
un cibo che, oltre al valore nutritivo, può dare benefici riducendo il
rischio di insorgenza di diverse malattie (cuore, tumori).
Si
ritiene che i cavoli siano antitumorali per il loro contenuto in
polifenoli, ma anche per il contenuto di glucosinolati: gruppo di
sostanze fitochimiche precursori naturali degli isotiocinati. Non
bisogna dimenticare che il sulforafano, secondo uno studio, potrebbe
agire contro le cellule tumorali della leucemia linfoblastica acuta;
ossia il tumore delle cellule sanguigne più diffuso nell’età pediatrica e
potrebbe essere d’aiuto nei ragazzi con spettro autistico 10). Alcuni
anni fa un piccolo studio clinico, apparso online sugli atti della
National Academy of Science, suggeriva che ragazzi in età compresa tra i
13 e 27 anni avevano, nella maggioranza dei casi, un miglioramento
sostanziale dopo la somministrazione di sulforafano. Miglioramenti che
riguardavano la letargia, movimenti ripetitivi, insoliti manierismi,
iperattività, consapevolezza e comunicazione.
Farmacologi
del Department of Pharmacology and Molecular Sciences, Johns Hopkins
University, Baltimore, I carichi sociali, medici ed economici di ASD
(Sindrome dello Spettro Autistico) su famiglie e operatori sanitari sono
profondi. Recentemente abbiamo dimostrato in una piccola
sperimentazione clinica che il sulforafano (SF) dei germogli di broccoli
potrebbe ridurre significativamente i sintomi comportamentali dell’ASD.
Molti
genitori e assistenti hanno articolato gli effetti positivi del SF, sia
durante la fase di intervento sia nei successivi 3 anni; queste
osservazioni possono contribuire alla comprensione dell’ASD e ai
trattamenti che possono alleviare alcuni dei suoi sintomi. Le terapie a
base di dieta e integratori meritano un’attenta considerazione perché
potrebbero fornire informazioni cliniche e biochimiche sull’ASD. Saranno
necessari ulteriori studi per confermare l’utilizzo del Sulforafano nei
Disturbi dello Spettro Autistico.
Alcuni
studi “osservazionali” danno conferma che bambini con autismo
migliorano con l’insorgenza di “effetto febbrile”e il Sulforafano
potrebbe avere degli effetti metabolici che in qualche modo assomigliano
a quelli della febbre 12).
Si continua a discuterne.
Prof. Roberto Suozzi
Medico e Farmacologo Clinico
Suozziroberto.altervista.org
1) Un mondo di veleni, diffusi e invisibili | Contropiano
contropiano.org › Contropiano.org › Aerosol
29
nov 2016 – Crateva era il medico di Mitridate VI, il re del Ponto, tra
il secondo e il primo secolo avanti Cristo. Crateva sapeva che, se si
assumono con costanza dosi non mortali di un veleno, il corpo vi si
abitua perciò quel veleno diventa non mortale. Mitridate, fiero
combattente e avversario di Roma, nel timore di.
contropiano.org › Contropiano.org › Aerosol
3
ago 2017 – Non dimentichiamo che lo Spettro Autistico – l’Autismo e il
ruolo dei fattori ambientali nello sviluppo dell’autismo è – un punto
cruciale negli studi effettuati su …. J Endocrinol. 2017
Jun;233(3):R109-R129. doi: 10.1530/JOE-17-0023. Epub 2017 Mar 29.
Review. Prof. Roberto Suozzi
Il ruolo dell’inquinamento nella diffusione dell’autismo – Mujeres Libres
mujeres_libres.blog.tiscali.it/…/il-ruolo-dellinquinamento-nella-diffusione-dellautismo/
29
mag 2014 – da contropiano.org. 29 Maggio 2014. Roberto Suozzi. Il ruolo
dei fattori ambientali nello sviluppo dell’autismo è un punto cruciale
negli studi effettuati su questo problema. La genetica influenza
notevolmente il rischio dello sviluppo dei Disturbi dello Spettro
Autistico, ma tutto questo non dà una spiegazione
2)
Clostridium Bacteria and Autism Spectrum Conditions: A Systematic
Review and Hypothetical Contribution of Environmental Glyphosate Levels.
3) The
Possible Link between Autism and Glyphosate Acting as Glycine Mimetic –
A Review of Evidence from the Literature with Analysis Beecham JE and Stephanie Seneff *
Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory, Massachusetts Institute of Technology, Cambridge MA 02139, USA
Corresponding Author: Stephanie Seneff, Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory
Massachusetts Institute of Technology, Cambridge MA 02139, USA
E-mail: seneff@csail.mit.edu
Massachusetts Institute of Technology, Cambridge MA 02139, USA
E-mail: seneff@csail.mit.edu
Received Date: August 26, 2015 Accepted Date: October 06, 2015 Published Date: October 13, 2015
4)
Integrative Medicine: A Clinician’s Journal).,studio di The Great
Plains Laboratory, Inc. nel numero di febbraio / marzo 2017.https://www.greatplainslaboratory.com/articles-1/2017/2/13/elevated-urinary-glyphosate-and-clostridia-metabolites-with-altered-dopamine-metabolism-in-triplets-with-autistic-spectrum- disturbo-o-sospetto-sequestro-disordine-a-case-study
William Shaw, Ph.D. di The Great Plains Laboratory, Inc a Lenexa, KS.
5) Evidence the U.S. autism epidemic initiated by acetaminophen …
https://www.sciencedirect.com/science/…/S240545771730102X i P Good – 2017 – Articoli correlati
Two toxins most implicated in the U.S. autism
epidemic are analgesic/antipyretic acetaminophen (Tylenol) and oral
antibiotic amoxicillin/clavulanate (Augmentin). Recently herbicide glyphosate (Roundup) was exponentially implicated. What do these toxins have in common? Acetaminophen depletes sulfate and glutathione …
6) Acetaminophen use in pregnancy linked to autism, ADHD in offspring Published Monday 4 July 2016
Acetaminophen
is one of the very few painkillers considered generally safe to use
during pregnancy. A new study, however, suggests it may not be so safe
after all, after identifying a link between prenatal exposure to the
drug and symptoms of autism and attention deficit hyperactivity
disorder.
Researchers suggest pregnant women who use acetaminophen are more likely to have children with symptoms of autism or ADHD.
The
study – led by researchers from the Center for Research in
Environmental Epidemiology (CREAL) in Barcelona, Spain – is published in
the International Journal of Epidemiology. 7) Experts Dismiss Acetaminophen/Paracetamol Link to Autism Study, Peter Russell, 5 lug 2016 – Scientific experts are dismissing claims that taking paracetamol is strongly associated with autism spectrum symptoms in boys. A study in the International Journal of Epidemiology also found that paracetamol (known as acetaminophen in the United States) use in pregnancy was also
8) The
role of oxidative stress, inflammation and acetaminophen exposure from
birth to early childhood in the induction of autism William Parker 1, Chi Dang Hornik 2, Staci Bilbo 3, Zoie E. Holzknecht 1, Lauren Gentry 1, Rasika Rao 1, Shu S. Lin.
9) Oxid Med Cell Longev. 2016; 2016: 7857186. Published online 2016 Jan 6. doi: 10.1155/2016/7857186 PMCID: PMC4736808 PMID: 26881038 Sulforaphane and Other Nutrigenomic Nrf2 Activators: Can the Clinician’s Expectation Be Matched by the Reality? Christine A. Houghton, Robert G. Fassett, and Jeff S. Coombes * Christine A. Houghton, School of Human Movement and Nutrition Science, The University of Queensland, Brisbane, Australia
10) LEUCEMIE E AUTISMO I BENEFICI DEL CAVOLO NERO – la …ricerca.repubblica.it › la Repubblica.it › 2014 › 11 › 18 18
nov 2014 – ROBERTO SUOZZI DEL cavolo nero, o nero crespo di Toscana,
famiglia botanica delle Brassicacee o Crocifere, si conoscono numerose
varietà. Il cavolo nero, assieme ad altri cavoli, rappresenta un cibo
funzionale (functional food); è cioè un cibo che, oltre al valore
nutritivo, può dare benefici.
11) Sulforaphane from Broccoli Reduces Symptoms of Autism: A Follow-up Case Series from a Randomized Double-blind Study. Article first published online: October 26, 2017; Issue published: January 1, 2017
12) CNS Neurol Disord Drug Targets. 2016;15(5):597-601. Sulforaphane Treatment of Young Men with Autism Spectrum Disorder. Singh K, Zimmerman AW1.
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