Benché
siamo tutti ovviamente impegnati a sostenere la manifestazione
nazionale indetta dalle Comunità Palestinesi in Italia a Roma il 12
maggio, continueremo anche nel nostro lavoro per assicurare che il Giro
d’Italia non passi impunemente per la nostra regione, qualora dovesse
tener ferma la decisione di partire da Gerusalemme a sostegno delle
espansionistiche ed illegali pretese israeliane di conquista piena e
internazionalmente riconosciuta della città, già esplicitamente
sostenute dalla decisione USA di trasferirvi l’ambasciata.
Sarebbe
grave che, se il Giro d’Italia si ostinasse a celebrare con le tappe di
Haifa e di Eliat il regime d’apartheid istituito da Israele in
Palestina, lasciassimo che proprio in Italia non avesse risposte di
condanna e di netta distanza da simili connivenze. Non dipende da noi la
tappa campana del 12 maggio a Montevergine. Ma dipenderebbe da noi il
lasciarla senza risposta, permettendo alla macchina del consenso
israeliana di approfondire la propria tentacolare presenza nel tessuto
della nostra società, senza neanche provare a sviluppare conoscenza
dell’uso strumentale del ciclismo e dello sport per assopire ogni
coscienza internazionalista nella dimensione del godimento spensierato e
smemorato della contemporaneità. Senza provare a destare una coscienza
critica e solidarietà con i diritti violati dei Palestinesi.
Per
questo, anche se vorremmo essere tutte e tutti a Roma alla
manifestazione unitariamente indetta dai Palestinesi, crediamo che sia
nostro compito non rischiare una sorta di “parallelismo” nella
comunicazione: noi a Roma e gl’israeliani in Campania.
L’ubiquità
non l’abbiamo ancora ben assimilata, è probabile quindi che a Roma
saranno ubiqui i nostri cuori, ma con tutti coloro che non vi saranno,
saremo in Campania a fare il nostro dovere comunicativo.
Speriamo
che si prenda in considerazione la possibilità di un’altra
manifestazione nazionale a Roma per la Palestina, magari con modalità
diverse dal corteo, il 27 maggio, in occasione della chiusura del Giro
d’Italia a Roma.
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