Ogni anno in Europa si producono 25,8 milioni di tonnellate di spazzatura plastica, di cui solo il 31% finisce in discarica, mentre il resto si disperde in natura andando a impattare negativamente sull’ambiente e l’ecosistema. Il 95% del valore degli imballaggi di plastica (70-105 miliardi di euro all’anno) viene perso a causa dell’utilizzo usa e getta dei contenitori in plastica.
Risultati immagini per polimeri bioplasticheAlla ricerca di alternative ecosostenibili alle plastiche che conosciamo, il team di ricerca sugli smart materials dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova ha sperimentato e brevettato diverse tecnologie che permettono, già da ora, di ottenere bioplastiche ecologiche che azzerano l’impatto ambientale, provenendo dagli scarti del mercato ortofrutticolo e risultando quindi completamente biodegradabili.

Prestazioni analoghe alle plastiche convenzionali per contenitori e imballaggi che normalmente utilizzano polimeri inquinanti che impiegano fino a 5.000 anni prima di smaltirsi completamente, mentre in futuro potrebbero essere realizzate con gli scarti di carciofi o lattughe, carote o caffè. “Le procedure per la realizzazione di questi materiali sono estremamente semplici e riproducibili – spiega a ilfattoquotidiano.it Giovanni Perotto, post-doc in Smart Materials del laboratorio centrale di ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia – per questo ci auguriamo che queste tecnologie raggiungano in breve tempo processi di produzione su larga scala”.