È l’accusa rivolta dalla Guardia di finanza di Macerata, coordinata dalla procura di Ancona, a 53 dirigenti della Regione Marche al termine di un’indagine durata 18 mesi prospettando il reato di abuso d’ufficio.
I dipendenti, tutti precedentemente inquadrati con contratti co.co.co., lavoratori socialmente utili o a tempo determinato, sarebbero così stati assunti a tempo indeterminato contravvenendo – secondo la Finanza – anche alla norma costituzionale che prevede l’ingresso alle dipendenze della pubblica amministrazione per concorso.
Al termine dell’indagine svolta con esami testimoniali e documentali su tutto il territorio regionale, stando alla ricostruzione degli investigatori, il danno ammonterebbe a oltre 121 milioni di euro. Del quadro delineato dall’indagine è stata informata anche la Procura regionale della Corte dei Conti per valutare un eventuale danno erariale nei confronti della Regione.
“In molti casi – spiega la Gdf – non sono state attivate le necessarie procedure di concorso pubblico mentre in altri si è proceduto alla predisposizione di ‘bandi fotografia’“. Provvedimenti che gli investigatori ritengono “illeciti” e predisposti “esclusivamente per assumere dipendenti predeterminati“. In certi bandi, concludono i finanzieri, “i requisiti previsti sono stati ‘fotografati’ su quelli effettivamente posseduti dai lavoratori interessati”. Denunciati anche 12 dipendenti– 11 per falso ideologico e uno per truffa aggravata – perché avrebbero “attestato falsamente in atti il possesso di requisiti in realtà non posseduti”.
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