global project
24 / 4 / 2018
Tutti meritano di vivere in pace e liberi dal fascismo.
Afrin e la sua democrazia multiculturale vanno salvaguardate!
È
stata lanciata una campagna globale dagli attivisti e dai diversi
gruppi di solidarietà per rompere il silenzio internazionale in merito
all'invasione turca di Afrin e sul disastro umanitario che essa ha
causato.Chiediamo a tutte e tutti i lettori di globalproject di
aderire alla raccolta fondi e far crescere i canali di comunicazione di
SiAmo Afrin.
In
seguito al lancio dell’”Operazione Ramoscello d'Ulivo” da parte della
Turchia, il pacifico, multiculturale e democratico cantone di Afrin in
Rojava (Nord Est della Siria) è stato invaso, saccheggiato, bruciato e
distrutto. Si stima che circa 450.000 persone siano fuggite
terrorizzate, dopo che le forze turche e i loro alleati jihadisti, molti
con radici in Al-Qaeda e nelle frange dell'ISIS, hanno preso il
controllo della città. Gli sfollati attualmente vivono all'aperto, senza
beni di prima necessità, come cibo, acqua e latte in polvere per
bambini. Malattie come la tubercolosi non sono solamente presenti, ma si
diffondono con una certa velocità e allo stesso tempo c'è una mancanza
di medicinali e di attrezzature mediche. Le ONG locali, come la Kurdish
Red Crescent (KRC) e la Hêvî Foundation stanno tentando con
i pochi mezzi che hanno a disposizione di sostenere gli sfollati. A
Shahba la KRC ha messo in piedi due campi di accoglienza: Berxwedan e
Seredem. Tuttavia non riescono a far fronte a tutte le necessità,
soprattutto alla luce della totale inerzia delle ONG internazionali,
molte delle quali presenti in Siria. In migliaia ancora vivo all'aperto,
sotto rifugi di fortuna costruiti con la plastica.
L'invasione
di Afrin non solo ha portato a una massiccia crisi umanitaria, ma ha
anche messo in pericolo la democrazia pacifica, multiculturale e
radicale basata sulla parità fra uomini e donne e la sostenibilità
ecologica in Rojava. L'invasione - con annessa pulizia etnica - era sì
rivolta al popolo curdo, ma allo stesso tempo ha colpito anche le altre
altre minoranze etniche e religiose presenti sul territorio, come gli
Yazidi ed i Cristiani, i quali sono attualmente sottoposti a conversioni
forzate all'Islam da parte delle forze turche e degli jihadisti
alleati. L'occupazione turca ha delle implicazioni a livello globale e
se da una parte le unità di difesa popolare curde YPG e YPJ sono state
quelle hanno ottenuto i maggiori successi nella lotta contro l’ISIS,
dall’altra dopo quello che è successo ad Afrin ora sono impegnate a
proteggere i civili e questo purtroppo comporta un preoccupante aumento
delle attività di Daesh.
Davanti
al continuo silenzio della comunità internazionale che non ha
condannato l'invasione turca di Afrin, davanti al fallimento delle
organizzazioni umanitarie internazionali che non si sono mobilitate per
fornire aiuti umanitari ai civili sfollati, tutti i gruppi, gli
attivisti e associazioni di solidarietà hanno lanciato una chiamata
globale e un invito a partecipare alla campagna "SiAmo Afrin" (We Are
Afrin).
La campagna vede la
partecipazione di due importanti Ong: una italiana, il GUS (Gruppo Umana
Solidarietà) e una in Rojava chiamata Hêvî Foundation. La campagna
partirà dall'Italia il 25 aprile in coincidenza con il 73 ° anniversario
della liberazione dell'Italia dal nazifascismo, e punta a diffondersi a
livello globale; si concluderà poi con una delegazione internazionale
che punta ad arrivare in Rojava il 2 giugno per consegnare i fondi
raccolti.
Gli obiettivi della campagna sono:
- Raccogliere fondi per gli sfollati di Afrin
- Condannare il silenzio globale e inattività del governo
- Condannare la mancanza di aiuti internazionali ad Afrin
- Inviare una delegazione internazionale di solidarietà a Rojava
- Evidenziare l'ipocrisia mediatica silente su quanto successo ad Afrin
- Accrescere l'attenzione dell’opinione pubblica e informare a cosa ha portato l'aggressione turca - ancora in corso - nei confronti del popolo curdo e delle altre minoranze
- Sostenere le forze rivoluzionarie e democratiche del Rojava
Facebook: Si Amo Afrin
Twitter: @SiAmoAfrin
GUS: IoSonoAfrin@gus-italia.org Hêvî: Info@hevifoundation.org
Qui il crowdfunding: http://l2l.it/siamoafrin
Hanno
aderito: 0161 Festival, Centri Sociali delle Marche, Centri Sociali del
Nord Est, Csa Magazzino 47, Ex Opg - Je so’ pazzo, green Left Weekly,
Gus, Hêvî Foundation, Kascina Autogestita Popolare, Kevok Foundation,
Kurdistan Solidarity Campaign, Infoaut, Istituto kurdo, Laboratorio
Sociale Alessandria, la Cupa Ancona, Manchester Antifascists, Mezzocannone Occupato, Naka - North American Kurdish Alliance, No dal Molin, N.D.O., Osservatorio di genere, Pacì Paciana, Pontid’amore, Progetto
Diritti Onlus, Radio 4 Rojava, Red Front Republic, Rojava Poland,
Rojava Solidarity Sydney, - SAR, SRQ, Stop Sfratti, Ya Basta Êdî Bese,
Yabasta! Marche.
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