Risparmiarono soltanto un ragazzino, appena quattordicenne, con l’intenzione di farsi rivelare il nascondiglio della Divisione Garibaldi. Roberto Di Ferro venne catturato e portato nella sede del comune, dove nazisti e fascisti avevano allestito il loro quartier generale.
Lo torturarono per due giorni, ma Di Ferro non parlò.
Secondo alcune fonti, dopo che in fin di vita fu condotto su un carretto in riva al fiume Arroscia per la fucilazione, disse: “Uccidetemi, i miei compagni mi vendicheranno”.
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