Gli Stati membri dell’Unione avrebbero dovuto prendere una decisione, accettando o bocciando una proposta della Commissione europea, già a dicembre scorso ma il voto è stato rimandato per due volte. La decisione verrà presa domani, venerdì 27 aprile. Nel frattempo, nelle scorse settimane, un gruppo di scienziati europei ha pubblicato una lettera aperta ai governi europei, ricordando che “molte specie selvatiche hanno già subito un enorme declino, mentre altre si sono addirittura completamente estinte” mentre l’esposizione ai pesticidi “è emersa come una probabile causa determinante”. Di fatto, a febbraio scorso, un rapporto pubblicato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha confermato la pericolosità per le api dei tre insetticidi neonicotinoidi più usati al mondo: imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam. Un problema enorme se si pensa che questi insetti non producono solo miele. Dalla loro opera di impollinazione dipende un terzo degli alimenti che consumiamo abitualmente, come mele, fragole, pomodori, mandorle e la produttività del 75% delle principali colture agricole.
Il rapporto dell’Efsa – Nel marzo del 2017, la Commissione europea ha proposto un bando permanente ai tre neonicotinoidi, con l’eccezione del loro utilizzo nelle serre. I Paesi avrebbero dovuto votare questa misura a dicembre scorso, ma poi c’è stato un primo rinvio al 22 marzo (a cui ne è seguito un altro) proprio per attendere la pubblicazione del rapporto dell’Efsa. Che è arrivato a febbraio. Dopo aver esaminato in due anni oltre 1.500 studi da tutto il mondo, le valutazioni dettagliate di 588 esperimenti scientifici e l’impatto di imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam su varie specie, il dossier ha confermato che queste sostanze chimiche comportano rischi elevati per le api sia domestiche che selvatiche e che le restrizioni imposte dall’Ue nel 2013 non sono sufficienti. Secondo lo studio i tre pesticidi possono causare la morte delle api, la perdita delle loro capacità di orientamento e apprendimento, ridurre la fertilità e compromettere il sistema immunitario. I rischi variano a seconda della specie. “Si tratta di una conclusione in linea con una serie di altre analisi pubblicate da scienziati indipendenti nell’ultimo anno – hanno ricordato gli scienziati firmatari della lettera – e con il rapporto del 2015 della European academy of science advisory council (Easac)”.
La mobilitazione – Sulla questione ha chiesto chiarimenti anche Greenpeace, da cui è partita un’altra petizione. “L’Italia e gli altri Paesi europei devono smetterla di tergiversare e sostenere pienamente il bando permanente dei neonicotinoidi proposto dall’Ue” ha dichiarato dopo la pubblicazione del rapporto Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace, ricordando che “l’Italia si era già espressa negativamente al bando temporaneo votato nel 2013” e che dopo ripetute richieste e nonostante l’appello rivolto all’ex ministro Martina da parte di quasi 140mila persone “ancora si attende una risposta”. Nulla si è mosso e ora gli occhi sono puntati su ciò che avverrà in Unione europea. “Vi chiediamo di vietare immediatamente l’uso dei pesticidi neonicotinoidi – si legge nella petizione di Avaaz -. La drastica diminuzione delle colonie di api rischia di mettere in pericolo la nostra intera catena alimentare. Se prenderete provvedimenti urgenti con precauzione ora, potremmo salvare le api dall’estinzione”. Dodici i Paesi che hanno annunciato che voteranno a favore, ma tra questi non c’è l’Italia. “Serve il voto di altri 4 Paesi per vincere la votazione – continua il testo della petizione – e se l’Ue fa il primo passo possiamo spingere il resto del mondo a seguire il suo esempio”.
Nessun commento:
Posta un commento