Da
decenni il lavoro subisce tutti gli assalti delle politiche liberiste,
italiane ed europee, della ferocia del mercato e della globalizzazione,
della prepotenza delle imprese.
I
governi di centrosinistra e centrodestra, spesso con la complicità o la
subalternità dei gruppi dirigenti di CGIL, CISL e UIL, hanno distrutto i
diritti sociali e del lavoro e hanno prodotto condizioni di precarietà e
di fatica insopportabili. Troppo spesso senza che ci fossero adeguate
mobilitazioni sindacali unitarie che contrastassero quelle scelte.
Oggi
dilagano sfruttamento e oppressione ovunque, mentre la precarietà e la
libertà di licenziamento, scatenata dalla cancellazione dell’articolo
18, impongono vere e proprie forme di schiavismo nei luoghi di lavoro.
Il
salario crolla i diritti sono soppressi e le diseguaglianze esplodono ,
mentre la stessa vita di chi lavora è sempre più aggredita, con gli
omicidi per profitto che aumentano più della crescita del PIL.
I
giovani vengono derubati di ogni futuro e di ogni sicurezza, mentre
contro le donne si presentano vecchie discriminazioni e nuove violenze.
Disegno di Francesco Piobbichi |
E
tutte le ingiustizie e le oppressioni che colpiscono il mondo del
lavoro sono ancora più pesanti ed aggressive verso i migranti, che a
tutti i ricatti che colpiscono le lavoratrici ed i lavoratori aggiungono
quello della espulsione dall’Italia, per sé e per i propri familiari.
Il
Primo Maggio è nato come giornata internazionale di lotta di tutto il
mondo del lavoro, in primo luogo per rivendicare la riduzione
dell’orario di lavoro.
Oggi
ridurre il tempo di lavoro a parità di salario, sia nella giornata e
nella settimana, sia nella vita, diventa di nuovo urgente necessità.
Così come l’aumento del salario, il miglioramento delle condizioni di
lavoro, la riconquista di diritti e libertà. Antiche rivendicazioni
tornano attuali assieme a quelle nuove come il reddito minimo garantito.
Bisogna ricostruire lo stato sociale, la più importante conquista
europea dopo la sconfitta del fascismo. Scuola, sanità, pensioni,
servizi pubblici devono tornare a prevalere contro il mercato e le
privatizzazioni.
Per
realizzare questo bisogna abolire le leggi liberiste contro il lavoro e
i diritti, a partire dal Jobsact, dalla legge Fornero, da La buona
scuola, con la sua infamia dell’alternanza scuola lavoro, dalla Bossi
Fini. Bisogna rompere con i trattati e i vincoli della austerità UE.
Bisogna che la piena occupazione e l’eguaglianza sociale siano
l’obiettivo delle politiche economiche come prevede la Costituzione nata
dalla Resistenza.
Per
realizzare questo bisogna che le lavoratrici e I lavoratori
riconquistino forza, potere, coraggio. Dopo anni di ritirata, dopo tanti
accordi sindacali peggiorativi e in perdita, il mondo del lavoro ha
bisogno della ripresa del conflitto, ha bisogno che si ricompongano le
lotte troppo spesso frammentate e isolate, e che questo avvenga in ogni
paese e su scala europea: rompendo la barbarie della messa in
competizione al ribasso tra i lavoratori dei diversi paesi.
Le
lotte in Francia e in altri paesi europei dimostrano che la ripresa del
conflitto è possibile, se si riafferma un sindacalismo di classe. Di
questo sindacalismo, che ha le sue radici nella storia delle lotte
operaie e popolari del nostro paese, oggi c’è estremo bisogno. Potere al
Popolo sostiene tutte le forze e le esperienze sindacali che si battono
per liberare il mondo del lavoro dalla gabbia della concertazione e
della complicità, per una vera e piena democrazia sindacale
Potere
al Popolo manifesta il Primo Maggio assieme a tutte e tutti coloro che
vogliono far sentire la loro voce e la loro rabbia. Con le lavoratrici e
i lavoratori che lottano contro i licenziamenti e la svendita alle
multinazionali, con chi lotta per il rispetto e la dignità, contro
sfruttamento e anche contro la vergogna dei centri commerciali aperti.
Per
la democrazia e la pace, contro la guerra, le spedizioni e le spese
militari, con tutte e tutti coloro che si ribellano e lottano, PRIMO
MAGGIO DI LOTTA E LIBERTÀ.
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