Tiziana Ciavardini Giornalista e antropologa
Più che occuparci del dramma in sé, di uno popolo martoriato da oltre sette anni con l’utopia di trovare soluzioni di pace, ci siamo preoccupati soprattutto di schierarci e decidere da quale parte stare.
Con una alternanza di notizie vere o false, spesso impossibili da accertare ci stiamo affidando a quello che la stampa ci racconta.
Ma quanti sono i giornalisti che hanno visto la Siria sul campo? Di chi ci possiamo fidare? Ci affidiamo allora agli esperti in geopolitica, a chi la situazione di quell’area la conosce bene, ma non basta; spesso a deviare il lavoro di questi arriva qualcuno che in Medio Oriente non ci è mai stato, ma che raccoglie le informazione sul web da dietro una scrivania e pretende di raccontarci la verità.
Non cadiamo nell’errore di credere a qualcuno solo perché ci racconta qualcosa che non conosciamo. Sulla Siria (in particolar modo in questi giorni sul presunto attacco di gas a Douma) si è creata una sorta di sfida, ognuno di noi – in base alle convinzioni personali, alle immagini viste in tv e alle notizie ricevute – ha preso una posizione.
Non importa se le notizie siano state volutamente manipolate, quello che importa è schierarsi, come se la Siria fosse un campo di calcio con due squadre avversarie. Ed ecco che si è creata una sorta di spartiacque tra chi sostiene il presidente Trump e vede nella figura del presidente siriano Bashar al-Assad un dittatore, capace di sterminare il suo popolo – in particolare bambini, dunque le future generazioni – attraverso gas dicono ‘gelatinosi’; e chi invece pensa che Assad stia solo difendendo la propria nazione da chi vuole metterci le mani e creare disordine in Medio Oriente.
Da questo duello, sono nate due campagne mediatiche da una parte troviamo quella lanciata dal giornalista Roberto Saviano su Instagram – ultimamente improvvisatosi anche conoscitore ed esperto mediorientale – che invita tutti a postare le proprie foto con bocca e naso coperti, in segno di solidarietà con Muhammad Najem, il 15enne che ha documentato le recenti stragi in Siria. Racconti sui quali qualcuno ha avanzato dubbi.
Dall’altra parte troviamo troviamo una campagna nata dal giornale online Oltre la linea che sta ottenendo grande successo invitando tutti a postare le proprie foto con con l’hasthtag #GiúLeManiDallaSiria per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla disinformazione che circola intorno a questa vicenda. Sul sito ufficiale si legge: “Ben consci che la nostra iniziativa non cambierà le sorti del mondo, non ce la sentiamo di rimanere in silenzio dinanzi al possibile sopruso e crimine di cui si vuole macchiare l’Occidente. In risposta anche a quella «sinistra imperiale» che freme per un intervento militare”. Oggi quell’intervento è già iniziato.
Purtroppo l’attacco si oggi sarà solo una escalation di una guerra in Medio Oriente e già si preparano le reazioni da parte dei Paesi sostenitori della Siria. L’opinione pubblica spesso manipolata dai media forse non conosce la realtá dei fatti.
Assad è l’attore principale – assieme alla Russia e all’Iran – ad aver arginato l’avanzata della Jihad, portata avanti dai cosiddetti “ribelli moderati” del Free syrian army, alleati (tra gli altri) con il fronte al-Nusra – il ramo siriano di al-Qaeda –, altri gruppi salafiti come Jaysh al-Islam e infine l’Isis. Colpirlo significherebbe dare nuovo impulso all’avanzata jihadista in Siria con la conseguenza di nuove violenze di ogni tipo sulla popolazione civile, costretta dai ribelli a sottomettersi alla Shari’a.
Ma tutto questo è un copione già visto. La storia insegna: l’intervento occidentale nella Libia di Mu’ammar Gheddafi si è lasciato dietro nient’altro che il caos – che ha inoltre permesso l’infiltrazione di cellule terroristiche nel distretto di Giofra – al quale l’Europa non è immune. La crisi dei migranti nel Mediterraneo e l’attuale guerra civile in Libia sono frutto delle bombe francesi e statunitensi lanciate sulla Libia e (di rimando) dell’appoggio logistico dell’Italia che – stando alla Costituzione – rifiuta la guerra.
Dunque, i risultati di un attacco di Trump al governo di Damasco sono sin da ora la causa di un vortice da cui sarebbe difficile uscire. La Russia è pronta a reagire, l’Iran la supporterebbe tramite Hezbollah contro cui Israele scenderebbe in campo.
Insomma teniamoci pronti e atteniamoci alla verità. Non rendiamoci complici di disinformazione poiché siamo, a nostra insaputa, già dentro una spirale di violenza e morte, tutto sulle spalle della popolazione civile siriana.
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