Dopo il braccialetto agli
operai Amazon, la sperimentazione di Melfi è l’ultimo traguardo dello
sfruttamento 4.0, ed è preoccupante che anche questa volta i sindacati
confederali non si siano opposti, o almeno interrogati, sulle
implicazioni dell’esperimento1.
Ma
di cosa stiamo parlando? Che cosa è un esoscheletro e a cosa serve? Le
notizie su questo nuovo traguardo dello sfruttamento tra tecnoscienza e
potere coercitivo sono reperibili sul sito ufficiale FCA, dove si legge:
” L’esoscheletro è basato sull’iterazione uomo-robot per la
manipolazione di merci pesanti nelle fabbriche europee del futuro: il
nome del progetto è “Amico robot”. Il prototipo è un esoscheletro
passivo (con attuatore potenziato) in forma non antropomorfica capace di
aiutare a sollevare pesi fino a 15 kg. La prima versione del prototipo è
stata completata nel dicembre 2016’’. 2
Per
capire meglio è opportuno ricordare che con la nuova organizzazione
della produzione (Wcm) i ritmi di fabbrica erano aumentati, mentre le
pause ridotte al minimo – solo tre, di 10 minuti ciascuna, spalmate su
un turno di sette ore e mezza al posto delle vecchie due pause da 20
minuti – tanto che anche andare in bagno è oramai diventato difficile se
non scoraggiante. Vi erano poi i problemi di sempre, ovvero quelli
dello stress psico-fisico, i dolori lancinanti alle mani per la
patologia del “tunnel carpale’’, alle braccia, alla schiena per chi da
anni svolgeva mansioni gravose a ritmi insostenibili.3
Gli effetti sul corpo ce li spiega un ex operaio Fiat di Cordoba, in
Argentina, dove per tempo si sono verificati gli effetti
dell’automazione: “Veder piangere per il dolore uomini grandi e grossi
con gli avvitatori in mano sulla catena di montaggio, è qualcosa che non
riesco a dimenticare’’. La produzione mondiale di automobili produce
molti “invalidi’’.
Dalla guerra allo sfruttamento in fabbrica
Il
progetto di robotizzazione degli operai di cui stiamo parlando è nato
nei laboratori del complesso militare-industriale, negli anni ’60. Le
immagini, i video dell’esoscheletro che girano in rete, tratte dai siti
dell’industria di guerra, mostrano, oggi, soldati molto simili al
personaggio del film fantasy iron man, ed
è così che il presidente americano Obama, miracolato da un premio Nobel
per la pace, nel 2014 ha presentato al mondo una delle ultime
innovazioni della ricerca militare: “We’re building iron man suite’’.4
Negli ultimi anni, l’esoscheletro è stato adottato in medicina per le
persone paralizzate, ad esempio; e solo da un paio di anni la
sperimentazione è diventata centrale nelle fabbriche 4.0 globalizzate.
L’utilità per il settore automotive è rilevante perché l’esoscheletro
serve ad aumentare la produttività prima che il benessere dei
lavoratori- non a caso mancano notizie sulle implicazioni psicologiche e
fisiche del lavorare per ore imbracati in uno scheletro esterno.
Qualcosa, infatti, sembra che non stia funzionando anche nella
sperimentazione alla fabbrica di auto di Melfi. Da quanto sappiamo, il
famoso esoscheletro pesa circa quattro chili che, in 7 ore e mezza di
lavoro, diventano una zavorra per la schiena e le gambe, e anche se
aumenta di molto la tenuta allo sforzo, d’altro canto sembra rallentare i
tempi di produzione perché le braccia imbracate si muovono con minore
fluidità.
Vale
la pena notare che questa storia dell’esoscheletro s’inserisce
pienamente all’interno degli effetti diretti e indiretti provocati
dall’automazione.
Qui sottolineiamo l’orizzonte verso il quale sembrano
avviarsi i tentativi di aumento della produttività che in prospettiva
non verranno più realizzati tramite la riduzione del costo del lavoro,
ma appunto attraverso l’innovazione tecnologica; il che, tra le altre
cose, oltre alla contrazione dello stesso lavoro, comporta una probabile
ricollocazione negli investimenti nei paesi più industrializzati
rispetto ai paesi in via di sviluppo.
1 http://www.sassilive.it/economia/lavoro/usb-uomini-robotizzati-alla-fca-di-melfi-lultima-frontiera-dellindustria-4-0/
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