Regioni e partecipate: illeciti? Scusi, non spetta a noi controllare.
L'Espresso Transparency International Italia - transparency.it
Le società partecipate da enti pubblici sono organizzazioni private che però forniscono un servizio di interesse per tutti noi, come per esempio lo smaltimento dei rifiuti oppure la gestione del servizio idrico o dei servizi di trasporto. Il caso che vi raccontiamo oggi riguarda proprio un ente partecipato da una Regione, e viene a galla grazie ad una segnalazione fatta ad ALAC – Allerta Anticorruzione da un funzionario dell’ente stesso, che tutti i giorni svolge il suo lavoro e sa che un suo collega ingegnere non fa altrettanto.
Il nostro whistleblower (così si chiama chi segnala un illecito sul posto di lavoro) ci ha contattati per segnalare con estrema precisione e dovizia di particolari, diversi illeciti e connivenze che sembrano ormai prassi comune all’interno dell’ente.
Abbiamo un ingegnere che si assenta quotidianamente dal posto di lavoro: lo fa con estrema semplicità dato che egli stesso ha accesso al sistema informatico delle presenze e le cambia a suo piacimento.
Ma quel che dà più fastidio è che nessuno dica nulla e che ciò sia possibile solo grazie alla rete che l’ingegnere assenteista ha saputo costruire.
Protetto dal Direttore Generale con il quale intesse rapporti d’interesse, l’ingegnere non è mai reperibile per i colleghi che quindi svolgono il suo lavoro senza averne le competenze.
In questo modo è chiaro che i lavori posti sotto la sua responsabilità vengono penalizzati o danneggiati, con un costo elevato per l’ente.
In questi casi cosa si fa? Bisognerebbe segnalare internamente, al proprio Responsabile della Prevenzione della Corruzione, ma parliamoci chiaro: chi segnalerebbe mai, sapendo che il Direttore Generale sarebbe subito informato? Il clima non è certo quello adatto, quindi il nostro whistleblower trova una via alternativa e si rivolge proprio ad ALAC.
Il team ALAC individua così la strada più adatta al caso. L’ente, come abbiamo detto, è un ente partecipato dalla Regione, la quale quindi ha un interesse diretto sul caso, non fosse altro per il fatto che è la Regione stessa a nominarne i vertici, gli stessi che qui banchettano seduti al tavolo delle connivenze. E non fosse altro perché i soldi che l’ente perde con le assenze dell’ingegnere, arrivano dalle tasche di tutti i suoi cittadini che meritano servizi adeguati. Mentre i favori che rischiano di sfociare in veri e propri atti corruttivi sono un rischio che deve essere fermato, per impedire che la faccenda si faccia ancor più complicata.
Eppure, sembra che la Regione questo interesse proprio non lo riesca a trovare. Dopo numerose richieste e sollecitazioni da parte nostra, l’unica risposta che riceviamo è un tiepido consiglio: “rivolgetevi ad ANAC”.
L’Autorità Anticorruzione è sicuramente competente, ma una Regione che al suo interno ha un organo preposto e un interesse diretto non può fare qualcosa di più, che semplicemente declinare?
Nessun commento:
Posta un commento