martedì 24 luglio 2018

TAV. Danilo Toninelli: "Rabbia e disgusto per i soldi sprecati sulla Tav". I no Tav: "L'opera va fermata".

Sul sito ufficioso dei contrari alla Torino-Lione: "Il Tav non può essere migliorato".

"Quando studio dossier come quello della Tav Torino-Lione, non posso che provare rabbia e disgusto per come sono stati sprecati i soldi dei cittadini italiani. È stato enorme lo sperpero di danaro pubblico per favorire i soliti potentati, certe cricche politico-economiche e persino la criminalità organizzata".
Lo scrive il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli.
"Ricordate quel 'prenditore' che al telefono diceva 'ce la mangiamo io e te la torta dell'alta velocità''? Bene è stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, nell'ambito di una inchiesta su una cosca della 'ndrangheta che aveva messo le mani sugli appalti per i lavori preliminari del Tav", afferma il ministro.
Toninelli afferma che "la parte internazionale della Torino-Lione in teoria dovrebbe costare complessivamente 9,6 miliardi, suddivisi fra Unione europea al 40%, Italia al 35% e Francia al 25%. Qualcosa, per la verità, si è provato a risparmiare, ma già nel 2007 c'erano importanti economisti e Centri studi che prevedevano una spesa finale tra i 17 e i 20 miliardi di euro. Certificati poi dalla Corte dei Conti francese che, nell'agosto del 2012, indicò la colossale cifra di 26,1 miliardi, citando le ultime stime del Tesoro transalpino. Una enormità".

In base alla ricostruzione del ministro, "a seguito dei primi accordi, il costo dell'opera risultò particolarmente gravoso per il nostro Paese, malgrado insistano sull'Italia soltanto 12,5 chilometri dei 57,5 del tunnel di base del Moncenisio. Uno degli aspetti più scandalosi", dice Toninelli, "sta proprio lì: i nostri governanti del tempo, stiamo parlando dei primissimi anni Duemila, decisero di accollarsi la parte maggiore delle spese per convincere la Francia, che era giustamente riluttante rispetto alla costruzione dell'opera. Anche perchè negli ultimi venti anni lo scambio di merci tra Italia e Francia ha avuto una discesa costante".
Ma le accuse del ministro non si fermano qui.
"Sono entrato in questo ministero", riferisce, "e vi confesso che su molte infrastrutture mi son trovato a mettere le mani in un verminaio di sprechi, connivenze corruttive, appalti pilotati, varianti in corso d'opera che hanno fatto esplodere i costi negli anni. È difficile raddrizzare la barra, ma dobbiamo farlo. Lo dobbiamo ai nostri concittadini e soprattutto alle generazioni future".
Toninelli fa un esempio. "Pensate", scrive ancora, "che il malcostume italiano circa la lievitazione dei costi dell'alta velocità riguardi solo la tratta Torino-Lione? Non è così. La Corte dei Conti europea ha da poco certificato che noi abbiamo speso una media di 28 milioni di euro a chilometro contro i 12 milioni in Spagna, 13 milioni in Germania e 15 milioni in Francia. Cifra che sale a 33 con le linee in via di costruzione". Per questo, dice il ministro, "abbiamo avviato una seria revisione progettuale su queste infrastrutture. Perchè non si può più fare a meno di una rigorosa analisi costi-benefici. E anche sulla Torino-Lione, come abbiamo sempre detto, saranno gli impatti ambientali, sociali ed economici a dirci se ha senso o meno portare avanti un'opera nata male. Se ne vale la pena anche rispetto alla dovuta valutazione che riguarda il 'Corridoio Mediterraneo', la lunga tratta tra la Spagna e il confine tra Ungheria e Ucraina di cui la Torino-Lione è soltanto un segmento".
Secondo Toninelli, "rifarsi al Contratto di governo significa voler ridiscutere integralmente l'infrastruttura in applicazione dell'accordo con la Francia. Senza preclusioni ideologiche, ma senza subire il ricatto che ci piove in testa e che scaturisce dalle scandalose scelte precedenti. E' questo il principio in base al quale stiamo lavorando. Ecco perché adesso nessuno deve azzardarsi a firmare nulla ai fini dell'avanzamento dell'opera. Lo considereremmo come un atto ostile".
Questo governo, conclude il ministro, "ha messo fine alle mangiatoie e ai comitati d'affari. Le opere si fanno se servono ai cittadini, non a chi le costruisce. Agiamo con un solo obiettivo: migliorare la qualità degli spostamenti e quindi della vita degli italiani".
No Tav a Toninelli: "L'opera va fermata". "Toninelli, te lo diciamo noi: il Tav non può essere migliorato, ma solo fermato". Questo il titolo di un articolo comparso su Notav.info, la voce ufficiosa del movimento No Tav della Valle di Susa, a commento delle affermazioni del ministro delle infrastrutture.
"Per quello che ci riguarda - si legge - non è niente di nuovo, le solite dichiarazioni di un ministro qualunque come tutti quelli che abbiamo già visto passare, che se non sono stati fan espliciti dell'opera, hanno iniziato a insinuare qualche revisione, qualche miglioria, qualche innovazione (ci ricordiamo Pecoraro Scanio e Antonio Di Pietro per citarne due a caso)".
Quanto alla presa di posizione di Toninelli sui raid contro il cantiere, l'estensore osserva che "basta una serata d'iniziative per condannare la lotta notav e bacchettarci, spiegandoci che se stiamo buoni e facciamo tanti cartelloni colorati, saremo considerati manifestanti civili e le nostre ragioni saranno ascoltate".
"Caro ministro - prosegue l'articolo - se avessimo ascoltato consigli come questi adesso ci sarebbero tre tunnel a Chiomonte. E le diciamo di più: non accettiamo consigli su come dobbiamo comportarci perché sono le nostre esistenze a essere messe a repentaglio, le nostre case, le nostre fedine penali

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