Melendugno. Ciò che più spaventa è il livello di Cromo esavalente, che è un cancerogeno certo, ritrovato nelle acque sotterranee, stando ai risultati dei prelievi fatti al Piezo7. È
presente con un livello di oltre il doppio (2,8 volte) rispetto a
quello soglia nella falda intorno al gasdotto Tap, in contrada San
Basilio, a Melendugno, dove sforamenti si registrano anche per Nichel, Arsenico, Vanadio e Manganese.
Dopo l’interidizione
dei pozzi per un mese da parte del sindaco Marco Potì, in mattinta nella
sede di via Botti in Provincia a Lecce si è tenuto il vertice per
concordare il piano di monitoraggio da avviare per tenere sotto
controllo gli inquinanti e indagare le cause di quanto avvenuto.
Presenti in tanti: Tap, Saipem e Icop, impresa subappaltatrice, dal lato
delle aziende interessate; Comune con i propri consulenti, Arpa,
Provincia e Asl per quello degli enti.
Tap ha inviato ad
Arpa un cronoprogramma di analisi mensili da luglio fino a settembre.
Per le attività istituzionali, invece, si è concordato che Asl
controllerà i pozzi Aqp nelle vicinanze e un altro di un privato a 400
metri dal cantiere. Arpa eseguirà analisi sui cementi utilizzati,
sul top soil e dunque sul suolo precedente e il misto cava riportato,
con tutte le schede tecniche dei materiali utilizzati, additivi
compresi. Un campionamento sarà fatto, in contraddittorio con Tap, sul
cemento impiegato per il manufatto del pozzo di spinta del microtunnel.
La multinazionale, dopo lo stop al prelievo dell’acqua da parte del sindaco,
aveva detto che “per alcuni elementi, quali Nichel, Arsenico e
Manganese, i superamenti dei limiti erano stati riscontrati anche prima
dell’inizio dei lavori” e che “le prime verifiche effettuate confermano
che tutti i materiali utilizzati in cantiere sono conformi alle
normative vigenti”.
Il Cromo
esavalente, però, è apparso negli ultimi tempi. Da dove derivi e come ci
sia finito nella falda di Melendugno è il nodo più urgente da
sciogliere.
Nessun commento:
Posta un commento