Sfruttamento lavorativo, retribuzioni difformi da quanto previsto
dai contratti collettivi di settore e comunque gravemente sproporzionate
rispetto alla quantità di lavoro svolto, nessun riposo settimanale e
rispetto dell’orario di lavoro.
Balbir, questo il nome del bracciante, difeso dal presidente di
Progetto Diritti Mario Angelelli, viveva letteralmente segregato in una
roulotte senza luce, acqua e gas. Spesso dormiva nella stalla e si
lavava con l’acqua con la quale lavava le mucche. Mangiava gli avanzi
buttati nel cassonetto dal padrone, il quale gli aveva sequestrato i
documenti per non farlo andare via.
L'assurda vicenda è era stat segnalata dal giornalista e sociologo Marco Omizzolo, in prima linea nella denuncia allo sfruttamento e al caporalato, che ha raccolto la coraggiosa richiesta di aiuto del bracciante. In seguito alla denuncia presentata al Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina, Balbir è stato salvato da un’esistenza fatta di povertà assoluta, vessazioni e umiliazioni. Per il suo coraggio è stato premiato con il permesso di soggiorno per motivi di giustizia.
L'udienza è stata rinviata al 12 giugno 2019.
Il Comune di Latina si costituirà parte civile nel processo e altrettanto farà l’associazione Progetto Diritti. "Vogliamo essere presenti in quella che reputiamo una battaglia di civiltà - si legge in una nota - contro la barbarie della pratica dello sfruttamento così diffusa, peraltro, nel territorio dell’Agri-Pontino. Perché bisogna sostenere il riscatto di Balbir e di tutti gli sfruttati e le sfruttate e al coraggio della sua denuncia rispondere con un percorso di giustizia esemplare per ribadire la centralità della dignità umana e dei diritti dei lavoratori".
L'assurda vicenda è era stat segnalata dal giornalista e sociologo Marco Omizzolo, in prima linea nella denuncia allo sfruttamento e al caporalato, che ha raccolto la coraggiosa richiesta di aiuto del bracciante. In seguito alla denuncia presentata al Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina, Balbir è stato salvato da un’esistenza fatta di povertà assoluta, vessazioni e umiliazioni. Per il suo coraggio è stato premiato con il permesso di soggiorno per motivi di giustizia.
L'udienza è stata rinviata al 12 giugno 2019.
Il Comune di Latina si costituirà parte civile nel processo e altrettanto farà l’associazione Progetto Diritti. "Vogliamo essere presenti in quella che reputiamo una battaglia di civiltà - si legge in una nota - contro la barbarie della pratica dello sfruttamento così diffusa, peraltro, nel territorio dell’Agri-Pontino. Perché bisogna sostenere il riscatto di Balbir e di tutti gli sfruttati e le sfruttate e al coraggio della sua denuncia rispondere con un percorso di giustizia esemplare per ribadire la centralità della dignità umana e dei diritti dei lavoratori".
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