lunedì 1 ottobre 2012

Settimana di disagi, domani stop bus-metro

A partire dalle 21 si fermano anche tutti gli addetti ai servizi ferroviari di pulizie

Settimana di disagi(ansa,it) ROMA  - Al via una settimana di disagi per i trasporti. Bus, tram e metro si fermeranno domani, per l'intera giornata, per lo sciopero nazionale proclamato unitariamente dai sindacati di categoria Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti e Faisa-Cisal, per il mancato rinnovo del contratto scaduto nel 2007. Tra oggi e domani (a partire dalle 21.00 e per 24 ore) incroceranno le braccia anche tutti gli addetti ai servizi ferroviari di pulizie, accompagnamento notte e ristorazione a bordo treno.
Lo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico locale di martedì fa seguito alla protesta di 4 ore dello scorso 20 luglio. Si svolgerà secondo diverse modalità città per città e nel rispetto della garanzia dei servizi minimi e delle fasce orarie. Filt, Fit, Uilt, Uglt e Faisa, confermando il nuovo stop annunciato a fine luglio, tornano a chiedere la chiusura del contratto: "Chiuderlo in tempo comporterebbe il consolidamento del processo verso il nuovo Ccnl della Mobilità, elemento fondamentale di stabilità per il risanamento ed il rilancio del settore. Inoltre - per i sindacati - la sottoscrizione del contratto rappresenterebbe il riconoscimento del diritto degli autoferrotranvieri alla difesa dell'occupazione, del reddito, della quantità e della qualità del servizio offerto". Senza il trasporto locale, avvertono inoltre le sigle sindacali, "non vi può essere inoltre la ripresa delle attività economiche per uscire dalla crisi". Anche alla base dello sciopero degli appalti nelle ferrovie c'é il contratto. E' "inaccettabile", dicono Filt, Fit, Uilt, Uglt e Fast ferrovie, "la posizione assunta dalle associazioni di impresa e dalle aziende che operano nel settore di non sottoscrivere ed applicare il Ccnl Mobilità per le attività ferroviarie". I sindacati evidenziano, inoltre, le "numerose criticità" presenti nel settore degli appalti ferroviari, come "la situazione occupazionale, il ricorso costante agli ammortizzatori sociali, il progressivo ridursi delle attività, dei servizi e conseguentemente dei posti di lavoro oltre alle mancate, ritardate o parziali erogazioni delle retribuzioni".

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