E' pronto da aprile, ma nessuno lo aveva divulgato. L'allarme dei medici.
messaggero.it di Federica Lupino
VITERBO
- L’arsenico uccide. Da solo o in cocktail con altri agenti inquinanti.
Perché l’ingestione del metallo pesante presente nell’acqua e nel cibo
(come pane, pizza o pasta) provoca un aumento dei tumori maligni al
fegato, alle vie biliari e quelle respiratorie, alla prostata e alla
vescica. Ma accanto all’incidenza nelle patologie oncologiche, causa
l’aumento dei casi di diabete mellito, di ipertensione arteriosa, di
patologie ischemiche del cuore e problemi riproduttivi. E poi
interferisce nello sviluppo delle sinapsi dei più piccoli, con
conseguente aumento dei casi di disturbo dell’attenzione e di autismo.
Sta scritto nero su bianco in uno studio elaborato dal dipartimento di Epidemiologia del servizio sanitario regionale, per conto dell’assessorato all’Ambiente. Uno studio pronto da aprile scorso e da allora rinchiuso in un cassetto. A rendere questi dati allarmanti di dominio pubblico è stato ieri l’Ordine provinciale dei medici, col vicepresidente Luciano Sordini e Antonella Litta dell’associazione Medici per l’ambiente.
Sta scritto nero su bianco in uno studio elaborato dal dipartimento di Epidemiologia del servizio sanitario regionale, per conto dell’assessorato all’Ambiente. Uno studio pronto da aprile scorso e da allora rinchiuso in un cassetto. A rendere questi dati allarmanti di dominio pubblico è stato ieri l’Ordine provinciale dei medici, col vicepresidente Luciano Sordini e Antonella Litta dell’associazione Medici per l’ambiente.
«Già sapevamo - dice la Litta - che l’arsenico fa male, essendo catalogato come elemento cancerogeno certo di classe 1 dall’Airc, l’associazione internazionale di ricerca sul cancro. Ma ora neanche a livello locale si potrà più negare: i dati dimostrano che il consumo di acqua e cibo contaminati ci sta uccidendo». La ricerca, realizzata in base ai prelievi dell’Arpa tra il 2005 e il 2011 (benché il problema arsenico sia anteriore, ma nessun ente pubblico prima aveva pensato di misurarne la concentrazione), ha messo a confronto i livelli del metallo nei comuni laziali con i decessi e le malattie.
«Quanto emerso - continua la dottoressa - dimostra che le istituzioni devono installare subito i dearsenificatori. Perché è un obbligo di legge farlo e perché altrimenti continueremo a morire. I costi sono rimborsabili avviando procedure in danno alla Regione». Il Viterbese vede coinvolti nell’emergenza tutti i 60 comuni (9 a Latina e 20 a Roma). Le concentrazioni maggiori, che a seconda della pioggia, del livello delle falde e di altri fattori variano di continuo, si riscontrano comunque nell’area sud della Tuscia, quella intorno al lago di Vico.
«Nei comuni con livelli di arsenico superiore ai venti microgrammi al litro si osserva - sta scritto nel rapporto - un eccesso significativo pari a più 10 per cento nella mortalità per tutte le cause, e per le malattie del sistema circolatorio sia negli uomini che nelle donne. Mentre non si osservano eccessi nel gruppo di comuni con livello compreso tra i 10 e i 20 microgrammi». E ancora: «La mortalità per tutti i tumori maligni e per le sedi tumorali per cui sono state evidenziate associazioni con esposizione ad arsenico (trachea, bronchi, polmoni, fegato, vescica, rene, vie biliari, prostata) evidenzia eccessi» nei comuni più colpiti. Lo stesso accade per le malattie respiratorie e per il diabete.
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