Sondaggi negativi e pressioni interne spingono il Cavaliere a lasciare. L'annuncio dell'ex premier in una nota: "Passo indietro per amore dell'Italia, come nel '94 quando scesi in campo. Rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol". E arrivano le prime due candidature di Giancarlo Galan e Daniela Santanché.
“Non mi candido a premier e il 16 dicembre si faranno le primarie del Pdl“. Dopo mesi di incertezza e lotte intestine all’interno del partito, Silvio Berlusconi esce allo scoperto e chiarisce che non sarà lui a guidare il Pdl alle prossime elezioni politiche. Il Cavaliere alza bandiera bianca dopo mesi in cui si era detto tentato dalla sesta candidatura consecutiva a Palazzo Chigi: ma la consultazione di tutti i sondaggi degli ultimi mesi non gli ha lasciato scampo. Il Pdl è in caduta libera nelle intenzioni di voto. E nemmeno l’ipotesi di un ritorno di Forza Italia (o comunque di un movimento snello da proporre in alleanza con un gruppo degli ex An) ha dato i frutti sperati. Le rilevazioni dei sondaggisti sono impietose e impongono un cambio di rotta immediato. Berlusconi ha capito che la sua leadership non ha più spazio e non ha dalla sua neppure la forza dei voti.
L’annuncio, peraltro, è stato accolto da tutti i principali esponenti del partito con sollievo. E, pochi minuti dopo la nota del Cavaliere che ha lanciato le primarie del partito (”così – ha scritto – sapremo entro dicembre chi sarà il mio successore, dopo una competizione serena e libera tra personalità diverse e idee diverse cementate da valori comuni”), già si sono materializzati due candidati alternativi ad Angelino Alfano. Daniela Santanché e Maurizio Galan hanno infatti comunicato di essere pronti a correre nella consultazione interna al Popolo delle Libertà. Così iniziano i primi movimenti interni con il gruppo dirigente vicino all’ex premier, da La Russa a Gasparri fino a Frattini, che sollecita e appoggia la candidatura del segretario Angelino Alfano.
Berlusconi, nella nota (leggi il testo integrale), ha paragonato il suo ritiro dalla politica di primo piano con la “discesa in campo” del ’94: “Per amore dell’Italia si possono fare pazzie e cose sagge. Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d’amore che mi spinsero a muovermi allora. Non ripresenterò la mia candidatura a Premier ma rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol”.
Poi, appunto, l’annuncio di elezioni primarie all’interno del partito: “Il movimento fisserà la data in tempi ravvicinati (io suggerisco quella del 16 dicembre), saranno gli italiani che credono nell’individuo e nei suoi diritti naturali, nella libertà politica e civile di fronte allo Stato, ad aprire democraticamente una pagina nuova di una storia nuova, quella che abbiamo fatto insieme, uomini e donne, dal gennaio del 1994 ad oggi”.
Per l’ex premier gli italiani “lo faranno con un’investitura dal basso nella quale ciascuno potrà riconoscere non solo i suoi sogni, come in passato, e le sue emozioni, ma anche e soprattutto le proprie scelte razionali, la rappresentanza di idee e interessi politici e sociali decisivi per riformare e cambiare un paese in crisi, ma straordinario per intelligenza e sensibilità alla storia, che ce la può fare, che può tornare a vincere la sua battaglia europea e occidentale contro le ambizioni smodate degli altri e contro i propri vizi”. Conclusione con assist ad Angelino Alfano: “Sta al Popolo della libertà, al segretario Angelino Alfano, e a una generazione giovane che riproduca il miracolo del 1994 – avverte il Cavaliere – dare una seria e impegnativa battaglia per fermare questa deriva”.
La decisione di Berlusconi di affidare alle primarie la scelta del prossimo candidato premier non è nuova. Risale addirittura al 24 novembre 2011, pochi giorni dopo la caduta del suo governo. Fu Angelino Alfano, allora da pochi mesi alla guida del partito, ad aprire la partita delle consultazioni interne per scegliere il leader del partito. Nei mesi scorsi, quando lo stesso Berlusconi ventilò l’ipotesi di tornare a guidare la coalizione, Alfano fece un passo indietro: “Con il Cavaliere in campo non servono primarie”. Ma si aprì una pesante contesa interna, con il sindaco di Roma Gianni Alemanno a sostenere le consultazioni interne, indipendentemente dal Cavaliere.
SANTANCHE’: “MI CANDIDO” - Daniela Santanchè a pochi minuti dall’annuncio di Silvio Berlusconi, fa sapere che si candida alle primarie del Pdl: “Il presidente Berlusconi ha fatto molto bene a fare questa dichiarazione, così siamo usciti da immobilismi. Avevo sempre auspicato le primarie perché sono uno strumento democratico che riunisce il partito. Sono contenta di questa lettera e sono contenta che siano primarie aperte: quindi io mi candido”. Intervistata telefonicamente dall’Agi, ha poi affermato: “Credo che le nostre regole saranno regole giuste che tuteleranno tutti i partecipanti alle primarie”, aggiungendo: che “quello che mi piace oggi del Pd è che, grazie alle primarie, c’è vivacità, che c’è confronto e scontro, ma soprattutto che riavvicina la gente alla politica”.
GALAN: “MI CANDIDO MA NON HO UN EURO” - L’ex ministro Giancarlo Galan ha annunciato a La Zanzara su Radio 24 la sua candidatura alle primarie dopo il passo indietro di Berlusconi: “Mi candido alle primarie. Rappresento l’area liberale e anche una buona storia di amministrazione regionale”, ha detto. “Non ho soldi – ha aggiunto Galan – ma spero che qualcuno mi sosterrà anche economicamente”. E sulle future candidature del partito dice: “Uno come Scajola non lo candiderei, perché non corrisponde all’immagine del mio partito. Stessa cosa vale anche per Dell’Utri. Si può fare anche altro nella vita, non è obbligatorio fare i deputati per forza”. Sui colleghi ex An, Giancarlo Galan ha concluso: “Faccio molta fatica a vedermi nello stesso partito con La Russa e Gasparri, e penso che loro facciano fatica anche più di me”.
LA RUSSA, GASPARRI E QUAGLIARIELLO: “ALFANO SI CANDIDI” - Il vice capogruppo del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello in diretta tv da per scontato la candidatura del segretario Alfano: “Saranno sicuramente candidati Alfano e Santanché ma anche altri. Ci sarà un candidato per i moderati, uno di destra, uno per i ‘populisti’”. Appoggio che arriva anche da altri due esponenti di peso del partito come gli ex An Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri: ”Con le primarie di dicembre si esce dall’incertezza e si riparte verso il futuro. Alfano è la migliore espressione di quel rinnovamento che abbiamo voluto e condiviso con lui e che la generosità di Berlusconi rafforza”.
FRATTINI: “SE ALFANO SI CANDIDA LO SOSTERRO’” - La richiesta di candidarsi alle primarie arriva anche dall’ex ministro degli Esteri Franco Frattini: “”Mi auguro che Alfano elabori una proposta sostenibile per le primarie e in vista di ciò la sosterremo”. Riferendosi a Daniela Santanchè, Frattini spiega: “Mi auguro che accetti le primarie. Cosa possiamo fare altrimenti sull’Europa? Diciamo ai colleghi del Ppe che abbandoniamo gli impegni? Se la Santanchè non crede all’Europa lo diranno, io invece spiegherò il contrario. Io mi attengo a quanto detto da Renzi: se perdo sosterrò Bersani. Lo chiederò anche ai nostri candidati, e’ la precondizione per fare primarie serie, sostenere chi vince”.
BARBARA BERLUSCONI: “ORA OPPORTUNITA’ PER CHI DAVA LEZIONI” - La figlia dell’ex premier si toglie qualche sassolino dalle scarpe: “La responsabilità di rappresentare la maggioranza degli italiani spetta ora ad altri. E i tanti che in questi anni hanno dato lezioni hanno l’opportunità di mettersi alla prova”.
FORMIGONI: “PLAUSO A BERLUSCONI, ORA PDL RINASCERA’” - A commentare con soddisfazione la decisione di Berlusconi è il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni: ”Plaudo alla decisione del presidente Berlusconi di annunciare la sua volontà di non ricandidarsi alla presidenza del Consiglio”. Secondo il ‘celeste’ si tratta di “una scelta nobile e ovviamente di grande importanza. Ora con le primarie e il confronto tra le idee e le persone che le primarie porteranno il Pdl potrà rinascere”.
MELONI: “RIPARTIRE DA SPIRITO DEL ’94″ - A commentare la svolta di Berlusconi è l’ex ministro della Gioventù e deputato del Pdl Giorgia Meloni: ”Questa è una vittoria per il popolo della libertà che ha bisogno di rimettere le scelte nelle mani degli italiani. Un bisogno – ha sottolineato la Meloni – che Berlusconi ha capito prima degli altri. Ripartire con lo spirito del 1994 significa questo. Chiunque – ha proseguito – è un candidato perfetto perché abbiamo un’ampia classe dirigente molto bella. Di identikit se ne possono fare molti”.
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