martedì 23 ottobre 2012

Pisana, aula ferma ma restano i rimborsi ai consiglieri


I consiglieri continuano a percepire 3500 euro mensili di diaria che si aggiungono ai 9 mila euro di stipendio.

Da un mese il consiglio regionale non si riunisce più. Le commissioni sono state sciolte. Di fatto l’attività dell’assemblea è meno di zero. Eppure, i 70 consiglieri del Lazio continuano a ricevere uno stipendio mensile pari a 9 mila euro lorde. Diranno: vabbè, comprende anche il versamento contributivo per il vitalizio. Vero, però a quel pacco di soldi che ricevono - sia chiaro, legittimamente - per non fare nulla, vanno aggiunti anche i rimborsi. E qui la storia diventa divertente, con meccanismi perfidamente geniali.



L'aula alla Pisanamessaggero.it di Mauro Evangelisti ROMA -
Partiamo dalla diaria, la cara diaria. 3.503 euro al mese, non tassabili, che rappresentano un forfait di 18 presenze in consiglio regionale. Il meccanismo funziona così: ogni volta che il consigliere è assente a una riunione del consiglio, gli vengono sottratti dal totale della diaria 222 euro. Uno pensa: visto che ora il consiglio regionale non si riunisce più, la diaria non la prendono. Macché. Al contrario: su 0 sedute del consiglio regionale è molto facile fare solo 0 assenze, per cui la diaria la prendono tutta intera.
Stesso discorso per il rimborso chilometrico: uno pensa che con gli stipendi belli ciccioni che ogni consigliere piglia, almeno i soldi per il pieno potrebbe metterli. Macché. La regola del consiglio regionale prevede che chi abita a più di 15 chilometri dalla Pisana riceva un rimborso per ogni chilometri percorso, calcolato sulla base di 18 riunioni del consiglio regionale. Direte: visto che il consiglio non si riunisce, il rimborso chilometrico sparisce. Macché. Continuano a incassarlo sempre sulla base di 18 riunioni del consiglio regionale. Infine, nel conto vanno aggiunti altri 2.090 euro, sempre puliti, previsti dalla legge 14/98, recentemente modificata (prima erano oltre 4 mila euro).

Tutti questi soldi entreranno nelle tasche dei consiglieri fino a quando non si andrà a nuove elezioni. Vale a dire, vista la difficoltà di uscire dal ginepraio di contraddizioni tra quanto prevede il decreto del governo sul numero dei consiglieri (50) e quanto c’è scritto sullo statuto (70), è plausibile che si vada a votare solo tra gennaio e febbraio.

Dunque, mettete in fila ottobre, novembre, dicembre e gennaio, ci sono settanta fortunati consiglieri regionali che per quattro mesi prenderanno lo stipendio più alto di un primario o di un manager, senza fare proprio nulla. Alcune precisazioni: lo stesso vale anche per la presidente della Regione (Renata Polverini) e i dieci assessori superstiti, che si stanno occupando solo dell’ordinaria amministrazione.

Poi ci sono quelli ancora più fortunati, come il presidente del consiglio (Mario Abbruzzese) e i suoi vice, che hanno diritto anche all’indennità di carica e che di fatto sfiorano i 20 mila euro lordi mensili. Il meccanismo della diaria e del rimborso chilometrico è un’eredità di due leggi del 1996 e del 1998.

Oggi Abbruzzese convocherà i capigruppo per valutare se c’è la volontà di modificare lo statuto in consiglio regionale, ma è probabile che riceva solo dei no, anche perché la tesi di parte della minoranza è che si possa già votare, in base al decreto del Governo, per 50 consiglieri. Ieri ad esempio ha spiegato la capogruppo di Italia dei Valori, Anna Maria Tedeschi: «Si vada subito al voto con 50 consiglieri e la drastica riduzione del listino o, meglio ancora, l’azzeramento. La presidente dimissionaria emani un apposito decreto con il quale dia seguito al recepimento della normativa nazionale in materia di elezioni regionali».

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