mercoledì 24 ottobre 2012

Regione Lazio, nonostante le dimissioni la giunta vara altre dieci delibere

Battaglia sulla data del voto, Zingaretti incontra Monti. Il Pd: serve l’intervento del governo.

messaggero.it di Mauro Evangelisti

Giusto il tempo di tornare da Varsavia (in Polonia ha guidato il viaggio della memoria con le scuole) e ripartire questa mattina per la Sicilia (campagna elettorale a sostegno di Musumeci, candidato alla presidenza di Pdl e La Destra):
Renata Polverini ieri pomeriggio ha convocato la giunta e ha varato, stando all’ordine del giorno, altre 10 delibere. Dopo l’infornata della settimana scorsa (53 delibere in totale che impegnavano 85 milioni di euro), benché dimissionaria e quindi in regime di ordinaria amministrazione, anche ieri la giunta ha approvato una serie di provvedimenti importanti: ad esempio, su proposta dell’assessore alla Casa, Teodoro Buontempo, il fondo speciale di garanzia per la casa; su proposta dell’assessore alla Sicurezza, Giuseppe Cangemi, un milione di euro da destinare al patto per il Lazio sicuro; su proposta dell’assessore al Bilancio, Stefano Cetica, l’accordo pagamenti 2013 tra aziende sanitarie e sistema sanitario regionale.

Resta irrisolto il rebus della data del voto, con il Pd che invoca l’intervento del Governo, Nicola Zingaretti (candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra) che preme perché si vada alle urne il 16 dicembre, il presidente della Regione, Renata Polverini, che lo ritiene improbabile, i partiti ormai in ordine sparso, anche oltre i recinti delle coalizioni. L’Udc ieri, nel corso di una riunione presieduta dal segretario nazionale Lorenzo Cesa, ha chiesto ufficialmente che prima di convocare le regionali, si voti alla Pisana la riduzione dei consiglieri da 70 a 50. L’Udc è pronta a raccogliere le firme per la convocazione del consiglio. Francesco Storace, della Destra (e dunque alleato dell’Udc in Regione), stizzito ha commentato: «Visto che l’Udc chiede di ridurre i seggi passando per il consiglio regionale e di modificare la legge elettorale abolendo il listino, è evidente che l'intesa raggiunta con il governo è di votare ad aprile». Come dire: seguendo quel percorso, le elezioni slitterebbero a primavera. Per una volta Esterino Montino, capogruppo del Pd, è d’accordo con Storace: «Il Consiglio regionale è sciolto e non può procedere alle riforme».

Ieri mattina Zingaretti ha incontrato il presidente del Consiglio, Mario Monti, ed in molti hanno visto in quel faccia a faccia l’occasione per chiedere un intervento risolutivo del governo. Ma lo stesso Zingaretti al termine del faccia a faccia è corso a precisare: «Non abbiamo parlato di elezioni, l’incontro era già fissato da tempo sulla spending review».

Difficile credergli fino in fondo, visto che da tutti questa viene ritenuta la settimana decisiva. Ieri Montino ha ripetuto: «C'è un modo semplicissimo per evitare dubbi e strumentalizzazioni sul numero dei consiglieri. Serve un autorevole intervento del Governo nazionale. Il presidente Monti, del quale abbiamo sempre apprezzato la chiarezza e limpidezza d'azione, intervenga». Un fatto è certo: o le pressioni (anzi, la moral suasion) del governo per convincere la Polverini a convocare le elezioni regionali vanno in porto subito, o non ci sarà il tempo per votare il 16 dicembre. L’attenzione è tutta concentrata su un possibile decreto interpretativo del Governo, da varare nel prossimo consiglio dei ministri (venerdì) in cui si ribadisca che il Lazio vota per 50 consiglieri. I il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, però è stata molto prudente su questa ipotesi e anche l’altro giorno ha ricordato: «Le elezioni nella Regione Lazio sono di esclusiva competenza del presidente uscente». Polverini attenderà la fine delle consultazioni del presidente del Consiglio regionale Abbruzzese, a cui ha chiesto di verificare se vi sia la possibilità di votare in aula la modifica della legge elettorale che diminuisca i consiglieri da 70 a 50.

Abbruzzese ha già constatato che questa strada non è percorribile, ma proseguirà fino al termine della settimana il suo mandato esplorativo. In sintesi: fino a lunedì permane lo stallo, le possibilità che si voti entro il 2012 si riducono al lumicino, salvo che venerdì non vi sia un intervento del Governo. I margini d’intervento sono molto scarsi, anche se il caso Lazio, comunque, non lascia indifferente il Quirinale

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