lunedì 22 ottobre 2012

Legge anticorruzione, un pericoloso passo indietro

di Ezio Mauro, da Repubblica, 20 ottobre 2012 

No, signor Presidente del Consiglio: non può essere “soddisfatto” se la legge anticorruzione verrà approvata così com’è alla Camera. Questo è quanto vogliamo dire a Mario Monti, anche a nome dei 330 mila cittadini che hanno firmato l’appello di “Repubblica” per varare al più presto la legge, chiedendo però al governo “di non essere il notaio delle inerzie altrui” e delle resistenze della destra berlusconiana.

Quei cittadini, come molti altri, non chiedono una legge qualunque, di facciata, che possa essere esibita in Europa ma risulti inutile o dannosa in Italia. Questo avevamo detto consegnando le prime 250 mila firme al ministro Severino con urgenza, con la raccolta in corso, proprio perché il governo avvertisse in tempo l’impegno e la partecipazione della pubblica opinione, “un’opportunità, ma soprattutto una grande responsabilità”.

Monti oggi ammette che il governo avrebbe voluto fare di più e “andare più in là”, e fa notare che nessun governo precedente, di qualsiasi colore, ha fatto meglio. Il Guardasigilli aggiunge che il governo è composto da persone “oneste”. Ma tutto questo, che è vero, non giustifica: anzi obbliga ancora di più.


La corruzione sta taglieggiando i cittadini, sta corrodendo le istituzioni, sta avvelenando la politica, sta pesando sull’economia. Gli scandali si moltiplicano, e sono clamorosi. Il governo non può non vederli. E non può non sapere, in coscienza, che, come dice il Csm, la legge è “un passo indietro” pericoloso, soprattutto sul falso in bilancio, sulla concussione, sul voto di scambio, sull’antiriciclaggio, sulle prescrizioni.

Il governo non può limitarsi a registrare i veti e le pretese di chi non vuole una legge seria ed efficace. Il Paese non ha più tempo. Dunque il Premier e il Guardasigilli devono alzarsi in Parlamento per proporre le modifiche che rendano concreta la lotta contro la corruzione, in modo che chi è contrario se ne assuma la responsabilità davanti ai cittadini. Onestà non significa soltanto non rubare, ma fare ciò che è giusto e utile al Paese. E il dopo-Monti, di cui tanto si parla, si misura su queste cose e non solo sullo spread.

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