lunedì 22 ottobre 2012

Banche a rischio: così Draghi può ridurre l’Italia in schiavitù

Mario Draghi
Paolo Barnard A esclusivo vantaggio delle élite dei maxi-speculatori finanziari, la Bce di Draghi può obbligare Monti a sottoporre l’Italia alle nuove schiavitù create con i “salvataggi” dei fondi salva-Stati, «semplicemente chiudendo i rubinetti allebanche italiane a piacimento da un giorno all’altro». Questo, sostiene Paolo Barnard, «causerebbe il collasso del sistema economico privato italiano, la bancarotta del Paese e la nostra fine all’inferno. E la Bce lo farà, l’ha già fatto». Un meccanismo micidiale, avverte il giornalista-attivista, promotore italiano della Modern Money Theory contro la “dittatura” dell’euro, moneta “privata” che impoverisce gli Stati dell’Eurozona aggravando la crisi e garantendo profitti favolosi ai dominus della finanza franco-tedesca, protagonisti di un disegno egemonico neo-feudale che punta a svuotare gli Stati della loro sovranità democratica, tagliando diritti che si pensavano acquisiti per sempre.
«I fondi salva-Stati dell’Eurozona, Efsf e Mes – premette Barnard – sono i fondi d’emergenza a cui gli Stati a rischio d’insolvenza possono chiedere aiuto». Il problema, semplificando, è che chi si rivolge a questi fondi deve però sottoscrivere le clausole dei “Memorandums of Understanding”, dove si obbliga da quel momento a cedere ogni sovranità di governo in ambito economico alla troika formata da Commissione Europea, Bce e Fmi. Gli Stati si candidano cioè a diventare «pupazzi imbelli come la Grecia o come l’Irlanda oggi, con conseguenze orribili per i diritti e i redditi delle famiglie e delle aziende nazionali», senza contare lo svuotamento del potere dei Parlamenti e le inevitabili devastazioni sociali prodotte dai tagli indiscriminati alla spesa pubblica, unico possibile motore strategico dell’economia reale.

 
«Sono mesi – aggiunge Barnbard – che Mario Monti o il suo scherano Grilli insistono che l’Italia non dovrà assolutamente far ricorso a quei fondi “rendi-schiavi”». C’è da stare tranquilli? No, perché quelle del premier e di Vittorio Grilli sono soltanto «bugie». La prova? Per sopravvivere, oggi le banche di quasi tutti i paesi dell’Eurozona dipendono ormai interamente dagli esborsi della Bce, «dato che sono tutte tecnicamente fallite da un pezzo». Fallite per svariati motivi, «fra cui la loro indecente passata scelleratezza». Proprio questo conferisce a Draghi un potere immenso: quando la Bce concede finanziamenti alle banche, pretende in cambio delle contropartite chiamate “assets”, altrimenti i soldi non arrivano. «Non è vero che la Bce concede miliardi alle banche a gratis: deve sempre avere Monti e Grillicontropartite». E se la Bce giudica inadeguate quelle contropartite e le rifiuta? Semplice: «La banca rimane a secco». E chi decide se le garanzie sono adeguate? Sempre la Bce, grazie alla speciale legislazione (la Struttura di Controllo del Rischio) di cui si è appena dotata.
L’Italia rischia grosso, insiste Barnard: come già il Fondo Monetario Internazionale sta già facendo, la stessa troika nel suo insieme insisterà perché l’Italia si affidi d’urgenza ai fondi salva-Stati, Mes ed Efsf. «Monti farà la scenetta del “No! Non ne abbiamo bisogno”». A quel punto, «Draghi manderà alle maggiori banche italiane una circolare dove si legge che “in virtù di quanto sancito dalla Struttura di Controllo del Rischio, ahimè, gli asset in contropartita che le banche italiane ci offrono per i finanziamenti dalla Bce sono divenuti inaccettabilii». Ergo, no soldi. «Le banche – continua Barnard – si attaccheranno disperate al telefono, e in 5 minuti Monti saprà che l’intero sistema bancario italiano è a un passo dal crollo in stile 1929, cioè l’apocalisse economica e il panico per le strade». Un minuto dopo, «Monti farà sapere alla stampa che l’Italia ha accettato l’aiuto dei fondi salva-Stati». E sarà la fine: «Saremo servi, impotenti, delegittimati,senza più una sovranità neppure di facciata come oggi».
 
Ipotesi? Allarme infondato? «Per la cronaca: come credete che sia avvenuta la resa di Irlanda (2010) e Spagna (5/2012) agli aiuti, rispettivamente, dell’Efsf e della troika?». Esattamente come descritto sopra, dice Barnard: «Né Irlanda né Spagna erano realmente al collasso bancario, vi erano vie d’uscita, ma – ahimè – non gradite agli speculatori e ai “rentiers” che controllano i colletti bianchi di Bce e Fmi. Ergo, le hanno ricattate e rese schiave». Perché mai l’Italia dovrebbe ritenersi al riparo da una analoga procedura, che la esporrebbe – senza alcuna possibilità di difesa – al definitivo “golpe” finanziario?

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