martedì 30 ottobre 2012

La protesta dilaga nelle scuole flash mob, cortei e occupazioni

Contro i provvedimenti del governo si mobilitano anche i ragazzi. Occupato il primo liceo, manifestazioni in strada a Ostia, striscioni all'Albertelli, listato a lutto il Fermi.

repubblica.it di VIOLA GIANNOLI Continuano le agitazioni nel mondo della scuola. Dopo il corteo non autorizzato di ieri, anche oggi a Ostia gli studenti hanno deciso di manifestare per le strade del municipio, partendo da via Capo Palinuro. In marcia più di 2mila ragazzi, dall'Anco Marzio al liceo Labriola, dall'ITIS Faraday all'Itis Magellano, dal liceo Democrito all'Itis Toscanelli. In testa lo striscione "Scateniamo tempeste ma ci piace il sole", firmato "Studenti medi Ostia". Tanti i cori e gli slogan contro la privatizzazione delle scuole. Nel corteo anche fumogeni e maschere di "V per vendetta".
Sotto accusa le misure di austerity del governo tecnico, l'impianto complessivo del ddl Aprea e i tagli alla scuola pubblica. Il corteo ha fatto tappa presso il municipio XIII in piazza della Stazione Vecchia nel giorno della sfiducia del presidente Giacomo Vizzani. Poi è stata occupata simbolicamente la "Casa della Cultura", un progetto già finanziato che avrebbe dovuto ospitare, nell'ex Vittorio occupato, i giovani del territorio e che invece giace ancora abbandonato tra tubi e impalcature. Lì i ragazzi si sono riuniti per discutere e chiedere a gran voce l'apertura e la concessione di quegli spazi, per proseguire poi la loro marcia alla volta dell'Enriques, il primo istituto occupato nel Lazio nell'autunno caldo 2012.

I professori hanno proposto agli studenti una settimana di sospensione della didatica, fino al 5 novembre. Ma al momento i ragazzi non mollano e chiedono anche la possibilità di avere un'aula autogestita disponibile tutto l'anno per l'attività politica e la realizzazione del bar interno all'istituto, promesso da una delibera del CdI. Alle 15 due rappresentanti degli studenti parteciperanno al Collegio dei docenti per capire se c'è un punto di incontro o se la lotta proseguirà con strade separate.

All'Albertelli invece durante la pausa di ricreazione è andata in scena una protesta contro l'ipotesi di aumento delle ore di lavoro in aula per i prof da 18 a 24. Nonostante le rassicurazioni del sottosegretario all'Istruzione Marco Rossi Doria che ha garantito che il provvedimento è stato stralciato, gli studenti non si fidano. E così hanno dato vita a un flash mob indossando magliette con scritto "18 e sto" e "se non leggo non credo". Dalle finestre della scuola sono stati anche srotolati un paio di striscioni.

Listato a lutto l'Itis Fermi. Tre grossi drappi neri sul lato dell'ingresso degli studenti e due striscioni blu con la scritta ''Vogliamo una scuola di qualità'' e ''non siamo macchine per vendere fiato'' sul lato lungo via Trionfale. Appesi alle inferiate i volantini che ''spiegavano'' a studenti e passanti le scritte sgli striscioni, con una frase di Luigi Enaudi del 1913. ''Gli insegnanti - scriveva Enaudi nel 1913 - il cui orario settimanale è andato via via aumentando, sono diventati delle "macchine per vendere fiato". Ma ''la merce "fiato" perde in qualità tutto ciò che guadagna in quantità. Chi ha vissuto nella scuola sa che non si può vendere impunemente fiato per 20 ore alla settimana. La scuola a volerla fare sul serio logora. E se si supera una certa soglia nasce una ''complicità dolorosa ma fatale tra insegnanti e studenti a far passare il tempo''. La scuola si trasforma in un ufficio, o in una caserma, col fine di tenere a bada per un certo numero di ore i giovani; perde ogni fine formativo''. La singolare forma di protestaè' stata decisa in un collegio straordinario dei docenti venerdì scorso non solo e non tanto, spiega all'Adnkronos la portavoce del Coordinamento docenti del Fermi, ''per l'aumento di 6 ore dell'orario di lezione, anche perché propabilmente rientrerà, ma perché ci siamo stufati del fatto che qualsiasi governo imputi agli insegnanti il livello a cui è arrivata la scuola''. ''Dalla carenza di strutture e materiali, all'edilizia. Non dipende da quante ore frontali di insegnamento ci sono - lamenta - ma dal fatto che tutti i governi non fanno riforme scolastiche ma riforme economiche. Tutte le riforme - ribadisce la portavoce del Coordinamento del Fermi - diventano tagli di risorse alla scuola''. ''Ci siamo stufati - aggiunge la docente - della scarsa considerazione. Anche l'opinione pubblica è convinta che gli insegnanti lavorino poco, che abbiano tre mesi di vacanza. Ci siamo presi la briga, per la prima volta, di contare le ore effettive di lavoro che svolgiamo, che vanno ben oltre le 18 ore di lezione frontale, e siamo arrivati a 38-40 ore, che sono occulte anche per noi stessi che non siamo abituati a contarle. Abbiamo quindi deciso lo stato di agitazione e di dare le 'dimissioni' da tutte le attività aggiuntive e di evidenziare la protesta in questo modo''.

Intanto, la polizia ha identificato 15 giovani appartenenti all'organizzazione di estrema destra, figlia di CasaPound, del "Blocco studentesco" che hanno dato vita ad una manifestazione non autorizzata nella zona di Centocelle per poi chiudersi in assemblea all'interno dell'Istituto Giorgi di via Palmiro Togliatti. Prosegue infatti il monitoraggio degli istituti scolastici della Capitale predisposto dal Questore di Roma Fulvio della Rocca.

E' andata meglio ai militanti di Lotta studentesca, che come già accaduto nei giorni scorsi, si sono presentati davanti a due scuole con fumogeni e bandiere. Stavolta gli obiettivi erano il Confalonieri, in zona San Giovanni, e il Vivona all'Eur.

Sul fronte docenti sono ormai una trentina le scuole che hanno sottoscritto mozioni contro il ddl Aprea e i provvedimenti del ministro Francesco Profumo in materia di istruzione e che il Coordinamento scuole secondarie di Roma ha deciso di raccogliere e divulgare. I docenti sono dunque sul piede di guerra al Virgilio, al Mamiani, al Kant, al Montale, al Labriola, all'Anco Marzio, all'Albertelli, al Cederna e al Landi di Velletri, all'Aristofane, all'Aristotele, al Giuliano di Latina, al Cavazza di Pomezia, al Nomentano, al Vivona, al Tacito, al Levi, al Seneca, al Cavour, al Rossellini, all'istituto comprensivo di via Ormea, al Malpighi, al Manara, al Russell, al Socrate, al Pasteur, al Giulio Cesare, al Talete e al Tasso.

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