lunedì 22 ottobre 2012

La casta ruba le briciole: è Bruxelles a portarci via tutto


Mario DraghiCinquanta, sessanta miliardi di euro all’anno – la maxi-tangente imposta dall’Europa – contro le briciole dei costi della politica: partiti, Camera e Senato, Regioni e Province, Comuni italiani. Messe assieme, queste voci scompaiono: sono circa un cinquantesimo, appena il 2-3% del super-bottino dell’Unione Europea, sotto forma di Fiscal Compact, pareggio di bilancio, spending review e Mes. Il fondo salva-Stati in realtà è un forziere affonda-Stati: «I soldi sottratti alle grinfie dei Fiorito sono già destinati: e non certo a noi, ovvero allo Stato», scrive Debora Billi: «Finiranno nell’infinito calderone degli interessi sul debito, quelli con cui ci stanno strappando la pelle di dosso». Il blog “Byoblu” ha pubblicato uno sconvolgente grafico che mostra l’entità della vera “rapina” in corso. «Faccio un appello agli storici del 2100», dice Claudio Messora: «Venite a mettere un fiore sulla mia tomba».
I costi della politica italiana rispetto alla maxi-stangata di BruxellesVent’anni di berlusconismo e anti-berlusconismo, celebrati da una grancassa mediatica assordante, mentre si consumava la tragedia ignorata da tutti: «Sul Mes e sul Fiscal Compact, e solo all’indomani della loro approvazione, c’erano cinque righe e mezza a pagina 7 del “Corriere della Sera”», accusa Messora. Mentre «per Fiorito, Belsito, per gli stipendi dei parlamentari, per le auto blu e per le altre gravi ed imprescindibili questioni di natura comparabile, non bastano tutte le cartiere riunite». Il primo a denunciare il trucco è stato Paolo Barnard, giornalista e attivista solitario: «Persino le mafie sono roba locale, quasi irrilevante: il crimine storico, responsabile della rovina di interi popoli, è l’invenzione dell’euro come moneta non-sovrana, per mettere in ginocchio gli Stati, trasformare il debito in un incubo e privare i cittadini di servizi ediritti conquistati con le lotte democratiche dopo la Seconda Guerra Mondiale». Bruxelles? E’ la rivincita dell’oligarchia europea, scalzata – nel dopoguerra – proprio dalle legislazioni progressiste. Un disegno egemonico neo-feudale. Obiettivo: precipitare i cittadini nel bisogno, retrocedendoli al rango di sudditi, per consentire ai grandi “rentiers” – eredi del latifondo – di riaffermare il loro potere pressoché assoluto.

Giulietto Chiesa, altro grande critico indipendente, completa l’analisi: tutto questo accade oggi perché il meccanismo della crescita infinita si è inceppato, le risorse planetarie si stanno esaurendo e le élite mondiali – vista l’impossibilità di tenere in vita il vecchio business, con relativa redistribuzione di benessere – ora si preparano al peggio, si trincerano dietro le loro milizie antisommossa e i loro micidiali armamenti, mentre le popolazioni occidentali vengono spietatamente “tosate”, colpevolizzate col fantasma del debito, depresse con le “crisi” pianificate dai finanzieri e tenute sotto controllo, per il timore di rivolte. Fa scandalo il Nobel per la Pace attribuito all’Unione Europea, una sorta di “mostro” giuridico governato dai tecnocrati non-eletti che dominano l’euro-esecutivo, la Commissione. Proprio Bruxelles sta scatenando – contro i popoli europei – una sorta di guerra civile e sociale che non ha precedenti nella storia. Gli ispiratori, sostiene Barnard, sono i massimi circoli del potere mondiale: la Trilaterale, il Bilderberg, il Wto. Centri decisionali esclusivi, che – come nel medioevo – sono al riparo dallo sguardo dei comuni mortali, i cittadini-elettori, i contribuenti spennati dalla “terapia” del rigore e disinformati ogni giorno dall’industria della manipolazione mediatica.
«Crepate voi e i vostri figli», tanto “ce lo chiede l’Europa”, commenta amaramente il blog “Informare per Resistere”, che cita la recente confessione sfuggita a Mario Monti: «Ho aggravato la crisi». Il professore lo ha ammesso «in un attimo di scricchiolamento della sua maschera di bronzo imperturbabile da esecutore del volere delle banche private». Gli unici soldi che i «grassatori del governo» sembrano disposti a spendere? Sono destinati alle grandi opere e alla difesa militare, 23 miliardi di euro solo nel 2012: unici settori dove sono decisi a fare grandi investimenti e facilitazioni fiscali. Il Tav, per esempio: «L’opera più inutile degli ultimi vent’anni s’è deciso che si finanzierà (con minimo 20 miliardi), così come a carico dei contribuenti ci saranno gli ampliamenti delle basi militariUsa nel nostro territorio», senza contare i super-armamenti come il Muos in Sicilia e lo scialo di miliardi per gli “stealth” F-35. Tutto il resto rincara a prezzi folli – come la benzina – o, se è pubblico, sparisce. Il Piemonte, sull’orlo del crac finanziario causato dai tagli, rischia di dover massacrare la sanità pubblica. E intanto getta nella spazzatura anche il Crab, lo sportello strategico di uno dei pochissimi settori in crescita, l’agricoltura biologica: costi irrisori, in questo caso (nonché utilissimi), ma prevale il panico finanziario.
E’ il terrorismo psicologico instaurato dai signori di Bruxelles e Francoforte, che un giorno qualcuno accuserà di crimini contro l’umanità, come quelli che stanno flagellando la Grecia e la Spagna, in attesa di sferrare il colpo mortale anche all’Italia: il futuro è confiscato, all’orizzonte c’è solo il baratro. Tragedia nella tragedia, l’offerta politica: da una parte Berlusconi e Alfano, dall’altra Bersani e Renzi. Non una parola sincera sulle cause della crisi. Come se non fossimo nel 2012, alla prese con lo smisurato ricatto europeo, Susanna Camusso striglia il governo e agita la Cgil invocando lavoro, ma evita accuratamente di domandarsi com’è che lo Stato non è più in grado, nemmeno volendo, di sostenere il welfare. C’è infatti da pagare la maxi-tangente: e la potranno pagare solo i cittadini, dal momento che l’Italia – insieme agli altri sventurati naufraghi dell’Eurozona – non può più stampare moneta. Ben Bernanke, il governatore della Fed, ha spiegato che l’intervento della banca centrale americana (dollari creati dal nulla, pigiando un tasto sul computer) ha prodotto due milioni di posti di lavoro negli ultimi tre anni. L’Eurozona è l’unico posto sulla Terra in cui la moneta corrente non è sovrana. L’euro è un caso mondiale, senza paragoni: gli Stati lo devono prendere in prestito, e a caro prezzo. Mentre i loro popoli, abbandonati dai governi, affondano.

Nessun commento:

Posta un commento