lunedì 1 ottobre 2012

Alla scoperta delle nuove povertà

Sono circa 8 milioni le persone, l’11% della popolazione italiana, che vivono in una condizione di povertà relativa, ovvero con livello sensibilmente inferiore al reddito medio. La soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 1.011,03 euro.

(di Antonella Santomauro)
 L’incidenza della povertà relativa aumenta dal 40,2% al 50, 7% nelle famiglie senza occupati o con situazioni particolari. A scattare la fotografia dell'Italia sempre più bisognosa è l'Istat nel report ''La povertà in Italia'', diffuso a luglio scorso. Il fenomeno dei cosiddetti ‘nuovi poveri’: lavoratori che hanno perso il proprio impiego, operai con un nucleo familiare numeroso, padri divorziati che non arrivano a fine mese, ha ormai preso forma. Il ceto medio d’un tempo, tanto per intenderci, che ora è costretto a mettersi in coda alla Caritas per avere un pasto caldo, che altrimenti non potrebbe permettersi. 
Tra i ‘nuovi poveri’ anche i giovani precari senza un’occupazione e i pensionati che hanno dedicato la loro vita al lavoro e che ora si ritrovano a vivere con 500-600 euro al mese e con un affitto impossibile da pagare. Sono povere anche le famiglie con un solo stipendio, che non hanno la possibilità di mettere a tavola un pasto adeguato. Prima erano soprattutto i migranti senza punti di riferimento nel nostro Paese. Ora la crisi ha bussato anche a categorie fino a qualche anno fa al riparo dalla povertà. Peggiore la situazione nelle grandi città. 
A Roma si parla di una vera e propria emergenza. Secondo i dati pubblicati dalla guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi, la cosiddetta “Guida Michelin per i poveri”, sono oltre 2000 le famiglie romane che potrebbero perdere la casa e oltre 50.000 le persone che andranno a ingrossare le fila dei ‘nuovi poveri’. 
A due passi dalla stazione Termini, c’è la mensa della Caritas. È qui che si serve la cena ed è qui che sempre più italiani si mescolano agli stranieri. Li vediamo fila, ci chiedono di non essere fotografati, ma accettano di raccontare le loro storie. Stessa situazione a Colle Oppio, dove si trova un’altra Mensa della Caritas, a due passi dal Colosseo e dalla Roma bene, a poche decine di metri da quella città lontana anni luce dalla realtà di queste persone.

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